Ghermita al cuore - Sardegna Cultura
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– Parlare? Non mi conviene! Ve le dirà <strong>al</strong>l’orecchio Jacheddhu<br />
Ruoni due parole ben dette! Allora…<br />
– Babbo, non gli date retta! – esclamò Spiranza esasperata.<br />
– È ubbriaco più di M<strong>al</strong>cu! Ubbriaco di pazzia e di<br />
veleno! Non gli date retta!<br />
Giromìnu <strong>al</strong>lora tacque, quasi immobile: solo le narici<br />
gli si dilatavano di quando in quando. Indi, dopo un brivido,<br />
pur sapendo d’infiggere e di rivoltare nei cuori uno<br />
stocco arroventato, disse beffardamente: – Jacheddhu Ruoni<br />
vi dirà che vostra figlia, per tutto il giorno – <strong>al</strong>la chiara<br />
luce del sole – in G<strong>al</strong>lura – <strong>al</strong>la vista di tutti, – ha fatto vergo-gno-sa-mente<br />
la civetta con…<br />
Mena, mentre il fratello spremeva a poco a poco d<strong>al</strong><br />
labbro amareggiato quelle parole infocate, s’era levata inconsciamente,<br />
quasi spinta da una forza superiore, s’era lanciata<br />
con un b<strong>al</strong>zo verso l’accusatore implacabile, e gli aveva<br />
tappata la bocca con la mano convulsa, a tempo appena per<br />
strozzargli nella gola un nome paventato.<br />
– Figlio mio! – deplorò zia Francisca, chiudendo gli occhi<br />
e dandosi un pugno <strong>al</strong> petto.<br />
Ziu Pasc<strong>al</strong>i si contorceva tra i rovi, coi segni d’una cupa<br />
ambascia sul viso; e per miserabile contrapposto, l’ubbriaco<br />
sorrideva melensamente.<br />
Spiranza si levò trab<strong>al</strong>lando, accese la candela <strong>al</strong>la fiammella<br />
del lume, traversò la stanza muta. Ma quando fu sull’uscio,<br />
si risolve vivamente, spronata ai fianchi da una furia<br />
dominatrice, e disse: – Dio ti perdoni, Giromì! Mi hai dato<br />
una stoccata nel fianco! –. E sparve come una p<strong>al</strong>lida visione,<br />
lasciando dietro di sé il silenzio.<br />
Come ris<strong>al</strong>ì la sc<strong>al</strong>a? come entrò nella sua stanza e assicurò<br />
di dentro la porta? Come si buttò sul letto e mordé le<br />
coperte, e s’avvoltolò nel delirio?<br />
Mai seppe dirlo. Ma ben ricordò poi per tutta la sua vita<br />
il music<strong>al</strong>e scricchiolio dei fogli nascosti accanto <strong>al</strong> <strong>cuore</strong>,<br />
che la ridestò quasi di soprass<strong>al</strong>to da quell’orribile sogno,<br />
la fece b<strong>al</strong>zar in piedi, tormentar quella povera carta<br />
con le mani, fissarvi gli occhi accesi. Ben seppe che rinacque<br />
<strong>al</strong>la vita e <strong>al</strong>la gioia, <strong>al</strong>la gioia! quando poté leggere in<br />
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fine: «Ti abbraccia perdutamente la mamma tua, che t’idolatra<br />
sempre. – Maria Gentili».<br />
– La madre! la madre! – ricordò poi sempre di aver gridato<br />
nel suo intimo, senza parole, come se tutto il mondo<br />
fosse là dentro, nel suo animo, supremamente concentrata<br />
in quell’unico pensiero, senza sentire più neppur una delle<br />
mille spine della sua corona, senza rammentar più neppure<br />
la propria mamma, senza neppur più voglia di leggere avanti.<br />
– La madre! la madre!<br />
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