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Ghermita al cuore - Sardegna Cultura

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già cereo, quegli occhi già invetriati e senza sguardo, quelle<br />

mani, che sapevano un tempo così dolcemente carezzare,<br />

brancicanti tra le lenzuola, come se volessero afferrare <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>a<br />

un soave sogno che svanisse. Contemplò stupita, atterrita.<br />

Non aveva mai veduto un volto moribondo e non conosceva<br />

ancora da vicino il tremendo mistero della morte…:<br />

e tristi quelle anime che per la prima volta vedono il<br />

terreo p<strong>al</strong>lore sul viso più amato! Tremò d<strong>al</strong> capo <strong>al</strong>le piante,<br />

e cercò intorno con lo sguardo un sostegno nella nuova<br />

pena incomprensibile. Vide a un lato Cat<strong>al</strong>ina in piedi, rigida,<br />

con gli occhi rossi; d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tro Mena, seduta ai piedi del<br />

letto, con la fronte posata sulle coperte, nascosta <strong>al</strong>la luce.<br />

Parve che le si fosse improvvisamente inaridita ogni vena di<br />

pianto e restò un attimo immobile e attonita. Temette che<br />

anche il pensiero nella mente le si fosse spento.<br />

Ma poi sentì d<strong>al</strong> <strong>cuore</strong> sorgerle, prepotente come la fame,<br />

quell’antica e sempre tormentosa brama d’udir ancora<br />

d<strong>al</strong>le labbra che si raffreddavano una prodigiosa parola. Si<br />

curvò verso il letto ombrato d<strong>al</strong>la morte, e chiamò: – Mamma!<br />

Mamma!<br />

L’amm<strong>al</strong>ata, <strong>al</strong> suono di quella voce, parve ricuperasse<br />

un raggio di conoscenza. Gli occhi sperduti ebbero come<br />

un piccolo barlume di sguardo, le labbra si mossero.<br />

– Mamma! son io; Spiranza! Non mi conoscete?<br />

Zia Francisca parve facesse un cenno col capo, e pronunziò<br />

qu<strong>al</strong>che parola inintelligibile.<br />

– Son la vostra figlia, mamma! Spiranza sono! Venuta<br />

qua per…<br />

L’agonizzante rantolava; e quel gorgòglio penoso del<br />

petto caro, le strozzava le parole in gola. Signore benedetto!<br />

Eppure voleva udirla la soave parola in quel terribile istante:<br />

voleva esser sicura che quella sant’anima le aveva perdonato.<br />

– Spiranza, sapete! Venuta qua per sapere… se voi le<br />

perdonate… Mamma, le perdonate a questa vostra figlia<br />

disgraziata, che ha peccato e vi ha trapassato il <strong>cuore</strong>?…<br />

Le pupille della moribonda si dilatarono e tutti i lineamenti<br />

della faccia si contrassero in uno sforzo supremo. L’anima<br />

fuggitiva parve si indugiasse ancora nel corpo distrutto,<br />

e una fiammella di quella gran vampa di bontà e d’amore si<br />

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risvegliasse <strong>al</strong>quanto. Guardò la figlia con un ultimo bagliore<br />

di dolcezza e sulle labbra si dipinse l’ultimo desiderio di sorriso.<br />

Annuì col capo tremante, che non aveva pace sul guanci<strong>al</strong>e<br />

ripieno di sassi e di spine! Poi un soffio uscì da quella<br />

bocca che stava per suggellarsi: un soffio lieve lieve come un<br />

fruscio di stelo mosso da un <strong>al</strong>ito tremolante: – T’ho perdonato…<br />

sempre… Ti perdono…, figlia mia! –. Indi parve che<br />

nella stanza cercasse qu<strong>al</strong>cuno.<br />

Spiranza si lasciò cadere in ginocchio, e la mano tutta un<br />

tremito le cadde sulla testa che da anni e anni non sentiva<br />

più la carezza materna. Il singhiozzo le dissuggellò la chiusa<br />

sorgente delle lacrime, e rivoli ardenti caddero fino a terra.<br />

Le labbra della morente pronunziarono <strong>al</strong>lora un nome,<br />

con la solita eco fievole di voce: – Pasc<strong>al</strong>i! – e tutta la persona<br />

parve tormentata da un desiderio inespresso e inappagato,<br />

superiore <strong>al</strong>la pena mort<strong>al</strong>e.<br />

Il vecchio fu fatto venire nella stanza, e ancora una volta<br />

sembrò che una favilla di vita perdurasse tenace in quelle<br />

membra mezzo irrigidite. Diresse il volto verso il marito<br />

che le stava a fianco, <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra parte del letto, e la chiamava<br />

chiedendole cosa volesse, e pronunziò l’ultima parola intelligibile:<br />

– Perdon<strong>al</strong>e! –. Poi senza poter attendere l’effetto<br />

della sua preghiera suprema, perdette affatto la conoscenza.<br />

Il vecchio non si mosse e non aprì le labbra; e Spiranza<br />

che aveva aspettato una sua parola come l’affamato aspetta<br />

il pane e l’assetato il sorso dell’acqua che lo s<strong>al</strong>vi, a quel silenzio<br />

più duro di qu<strong>al</strong>siasi cosa dura, si sentì impietrare.<br />

Un urlo le ruppe d<strong>al</strong> petto che parve lacerato, e s’agitò in<br />

un tremito convulso.<br />

– Fatela tacere! – fremette furibondo zio Pasc<strong>al</strong>i. – La<br />

piange dopo averla uccisa!<br />

Mena e Cat<strong>al</strong>ina s’affannarono attorno <strong>al</strong>l’infelice per<br />

c<strong>al</strong>marla e confortarla; ma il cordoglio superava ogni volontà<br />

e agitava quel povero corpo come il vento una fronda. Quell’anima<br />

amareggiata credette d’esser giunta in quell’istante <strong>al</strong><br />

suo colmo di pena, e si ripiegò accasciata, come se più <strong>al</strong>cun<br />

filo la ritenesse librata sull’abisso. Le parve che di peso cadesse<br />

nel fondo. Risentì in un attimo tutto l’atroce dolore di<br />

quindici anni, tutta l’onta, il peso dell’odio, la sua miseria.<br />

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