Ghermita al cuore - Sardegna Cultura
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più leggero… E ora, figli miei, preparatemi il cav<strong>al</strong>lo, che è<br />
tempo d’andar via…<br />
– Figlia mia, il bicchiere della staffa, a ziu Niccòla – gridava<br />
la vecchia che scendeva ancora la sc<strong>al</strong>a.<br />
– No, Francisca! – si esimeva l’ospite. – Il vino non se<br />
la dice affatto col caffè. Ho ancora in gola il profumo. Vuoi<br />
che lo sciupi?<br />
– Il vino è buono! – osservava Pasc<strong>al</strong>i. – Gust<strong>al</strong>o: non<br />
te ne pentirai. E poi, se te ne andassi senza bere, sospetterei<br />
che…<br />
– E va a prenderlo dunque, musetto di ciliega! – disse a<br />
Mena. E intanto che quella s’<strong>al</strong>lontanava, si rivolgeva a Spiranza<br />
che lo guardava trepidante, le toccava, il ganascino<br />
con carezza paterna, dicendole: – Dio ti benedica, Spirà!<br />
quanto sei rossa oggi! Sputo, vedi, per il m<strong>al</strong> d’occhio; non<br />
aver paura! –. E sputava. – Così mi piacciono le ragazze, a<br />
me! Sane, grazie a Dio; e belle, poi: perché no? Sono già<br />
vecchio forse? E poi, se son belle, se non servono per me,<br />
servono per <strong>al</strong>tri! Non ho ragione, rosa vera?<br />
Spiranza, a quegli sproloqui più si turbava; ma ebbe la<br />
forza di vincersi e di rispondere: – Avete ragione! Sempre di<br />
buon umore voi, ziu Niccò; che Dio v’assista!<br />
– E dunque, di m<strong>al</strong> umore? Tristezza non paga debiti!<br />
Questo vino non viene? oh!? –. E appena la ragazza si presentò<br />
col vassoio e con la bottiglia di vino dorato, anche a<br />
lei rivolse dei complimenti, delle carezze paterne. – La colomba!<br />
Guarda che occhi! guarda che mani!<br />
– Ziu Niccò! che me le fate tremare, le mani, Dio liberi!<br />
– si lagnava Mena.<br />
– Sta ferma là, con quel tremito: che non sei ubbriacona<br />
tu. Oh oh oh! guardatela! sembra davvero la fattucchiera<br />
della v<strong>al</strong>le!<br />
Il vino si versava nel vassoio, produceva delle strosce sul<br />
pavimento. Ed egli, tutto esilarato, tracannava avidamente,<br />
rimetteva a posto il bicchiere, sfiatandosi con lunghe esclamazioni<br />
aspirate, con cui voleva esternare la piena soddisfazione.<br />
Il cav<strong>al</strong>lo, tenuto per le briglie da M<strong>al</strong>cu, nitriva di impazienza<br />
e Niccòla uscì sullo spiazzo seguito da tutta la famiglia.<br />
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Montava già in sella accompagnato dai s<strong>al</strong>uti e d<strong>al</strong>le raccomandazioni<br />
dei presenti, quando <strong>al</strong> di sopra della vetta<br />
grigia del Limbara si disegnò improvvisamente una ombra<br />
nera vagante, che s’aggirava come un’immensa aquila re<strong>al</strong>e.<br />
– Quella giustizia: m<strong>al</strong>edetto sia! – esclamò Girominu,<br />
stringendo i denti, e facendo per istinto un gestaccio.<br />
– Che cosa, Giromì? – domandò il vicino, restando col<br />
piede nella staffa.<br />
– Quella giustizia! – ripeté il giovane. – L’uccello di legno!<br />
L’areoplano; m<strong>al</strong>edetto sia!<br />
– Oh! – esclamò il Ruoni, ritirando il piede e scendendo<br />
d<strong>al</strong> sedile, su cui era montato per meglio andare in arcioni.<br />
– Lasciatemela vedere quella maraviglia!<br />
– Il fuoco la distrugga! – imprecò l’implacabile ragazzo.<br />
Quella vista li aveva tutti un po’ turbati. Oltre che temevano<br />
lo scompiglio dei branchi pascolanti, una specie di misterioso<br />
terrore s’era impadronito dei loro cuori semplici e rudi.<br />
Solo Spiranza guardava diversamente dagli <strong>al</strong>tri il maraviglioso<br />
volatile che ingrandiva a vista d’occhio, e filava nell’aria<br />
tersissima con graziose giravolte, come se trionfasse. Il<br />
suo occhio acuto vinceva la distanza, penetrava arditamente<br />
in quella massa incerta, distingueva bene una figura che<br />
non era della terra, un viso, un viso, quel viso… quegli occhi,<br />
quelle labbra… Anche l’anima sua volava là in <strong>al</strong>to, sorella<br />
di quell’<strong>al</strong>tr’anima lontana da tutta quella volgarità<br />
strisciante, perduta nella m<strong>al</strong>ìa della luce… Oh Dio, come<br />
le fremeva il <strong>cuore</strong>, come le si abbagliavano gli occhi! Come<br />
sentiva d’amarlo più che mai! d’amarlo! d’amarlo!<br />
Il giorno di san Pietro apostolo, patrono della città, era<br />
in Tempio gran festa; e in quell’occasione si doveva appunto<br />
amministrar la cresima.<br />
Fin d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>ba M<strong>al</strong>cu e Spiranza montarono entrambi sulle<br />
groppe del brioso cav<strong>al</strong>lo baio e s’incamminarono verso la capanna<br />
di B<strong>al</strong>tòlu Muscia, la cui bambina, Violanteddha, era<br />
la futura figlioccia della giovane.<br />
Entrambi indossavano gli abiti più ricchi: egli una veste<br />
di panno turchino cupo, e un largo cappello nero; ella un<br />
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