Ghermita al cuore - Sardegna Cultura
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Ma tosto la paura riapparve, e sospettò un’insidia. – Per<br />
Nostra Signora bella, zia M<strong>al</strong>tì! E se è peccato?<br />
– Per Nostra Signora, Spirà. Giuro. Lasciami entrare.<br />
– Entrate, <strong>al</strong>lora! – biascicò. Le si strinse il <strong>cuore</strong> e le<br />
parve che la vecchia le camminasse sopra la persona.<br />
La megera rotò gli occhi in giro e s’avanzò barcollando.<br />
– Lasciami toccare codesta bella creatura: mi hanno detto<br />
che è sana, e veramente bella…<br />
Spiranza sputò sul figlio per il solito scongiuro, e con<br />
voce piagnucolosa supplicò: – Dite «che Dio la benedica!».<br />
– Non m’hai lasciato finire, figlia mia. Che Dio la benedica!<br />
Prese il bimbo tra le braccia tentennanti e cominciò a osservarlo<br />
bene d<strong>al</strong> capo ai piedi, tastandone le piccole membra<br />
sotto le pezze, figgendo quei suoi piccoli occhi aguzzi,<br />
come se volesse leggere entro le viscere, raggrinzando ancor<br />
più la vecchia pelle del suo visaccio bronzino e aprendo le<br />
labbra gi<strong>al</strong>le a certi suoi sorrisi, che facevano rabbrividire la<br />
madre. – Dio te lo conservi, Spirà. Prevedo una bella vita,<br />
Dio voglia… Ma non ci vedo molto chiaro, così. Ho bisogno<br />
di un bicchiere di crist<strong>al</strong>lo per poter leggere in fondo <strong>al</strong>l’acqua…<br />
– Non ho bicchiere di crist<strong>al</strong>lo! – disse desolata la giovane.<br />
– Almeno di vetro…<br />
– Neanche di vetro, zia mia!<br />
La vecchiaccia parve contrariata e i lineamenti del suo<br />
volto si contrassero in una smorfia che lo deturpò diabolicamente.<br />
Il brivido di Spiranza divenne più glaci<strong>al</strong>e.<br />
– Va dunque a casa di tua madre e fattene prestar uno!<br />
– No! – gridò sommessamente l’infelice, come se l’avessero<br />
accoltellata. E <strong>al</strong>l’esclamazione di stupore che fece la megera<br />
scand<strong>al</strong>izzata di tanta risolutezza, abbassò la testa, e spiegò<br />
con voce fioca: – Non mi presterebbero nulla! –. Invece ella<br />
temeva, che lasciando là sola la donna terribile con la sua<br />
creatura, quella avrebbe avuto tutto il tempo di farle tutto il<br />
m<strong>al</strong>e che avesse voluto. – No, no! – ripeteva sussultando.<br />
Allora zia M<strong>al</strong>tina dovette contentarsi dell’attingitoio di<br />
sughero che g<strong>al</strong>leggiava sull’acqua del tinello. Rese <strong>al</strong>la madre<br />
la creaturina e cominciò il suo oroscopo.<br />
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S’era accoccolata nel canto più buio vicino <strong>al</strong>la sua bisaccia<br />
gonfia di stiacciate, e diguazzava l’acqua nel rozzo recipiente,<br />
labbreggiando in silenzio, con gran mistero. Poi<br />
posava il vaso sopra uno scanno, e quando l’acqua si era<br />
fermata, si faceva il segno della croce e s’accingeva a guardarvi<br />
dentro, non smettendo di scongiurare.<br />
La madre l’osservava d<strong>al</strong> canto opposto, seduta immobile<br />
nella mezza tenebra, con gli occhi enormemente aperti, col<br />
viso bianco come le pezze dell’angioletto suo, che si stringeva<br />
<strong>al</strong> petto con istintivo intento di protezione: e aveva una orribile<br />
paura di quella donnaccia sinistra, che le aveva fatto sempre<br />
m<strong>al</strong>e e glie ne farebbe sempre, che aveva ora in sua b<strong>al</strong>ia le<br />
sorti di quel suo tesoro così debole, e così piccino, e povero…,<br />
e si servirebbe del suo sciagurato potere per seminargli<br />
la via di spine e di sventure. La guardava con orrore sempre<br />
crescente, mentre quella continuava il suo barbaro rito esprimendo<br />
sul volto incartapecorito con <strong>al</strong>ternativa di nuvolo o<br />
di sereno le diverse impressioni che le passavano nell’animo; e<br />
avrebbe voluto slanciarsi su di lei come una fiera per strapparle<br />
tutto di mano, rovesciarla sul pavimento, c<strong>al</strong>pestarla, soffocarla.<br />
Però un terrore superstizioso la vinse. «E se colei le leggesse<br />
nella mente questi pensieri di ostilità? Non abuserebbe<br />
della sua m<strong>al</strong>ìa? O Signore, che donna terribile!».<br />
Pensò di placare la sorte con desideri c<strong>al</strong>mi, con intenzioni<br />
di carità: pensò <strong>al</strong> pane e ai pochi soldi che le darebbe. Anzi,<br />
per propiziarsi il destino, andò piano piano <strong>al</strong>la cassapanca e<br />
ne cavò le stiacciate, quasi per metterle in mostra, e fece tintinnare<br />
il danaro nella saccoccia come se volesse adescare un mostro<br />
con l’offa e amm<strong>al</strong>iarlo coi suoni. Toccò anche la corona.<br />
Giusto in quel punto l’orrida sacerdotessa stava per aprir<br />
la bocca per dire certo qu<strong>al</strong>cosa di solenne, di grave, di triste,<br />
a giudicare d<strong>al</strong>la facciaccia rannuvolata. Ma <strong>al</strong>la vista dei<br />
donativi ringhiottì tutto, e riguardò lo specchio dell’acqua.<br />
– Non ci vedo bene, figlia mia! – brontolò. E diguazzò ancora<br />
il liquido del vaticinio: diguazzò e riguardò.<br />
Dopo un <strong>al</strong>tro rannuvolamento che tolse il senno a Spiranza,<br />
il volto rugoso si rischiarò d’un sorriso e gli occhietti<br />
cisposi s’avvivarono. – Figlia mia! vedo! vedo! –. E pareva che<br />
la piena della contentezza non la lasciasse continuare.<br />
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