Ghermita al cuore - Sardegna Cultura
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del suo poveretto, che le stava dinanzi in silenzio, con la bocca<br />
sp<strong>al</strong>ancata. Che confusione! che spasimo! Fu un momento infern<strong>al</strong>e.<br />
– Antoni Sula è cattivo! Tu non lo devi ascoltare!<br />
– E babbo e mamma sono cattivi?<br />
– No, non sono cattivi, essi! – diceva la disgraziata, con<br />
sforzo manifesto. – Ma certe cose tu non le comprendi, o le<br />
comprendi <strong>al</strong> rovescio…<br />
– Ehi! – diceva il piccolo m<strong>al</strong>izioso con la solita modulazione<br />
di voce.<br />
Li mandò via entrambi, impacciata, annientata, dinanzi<br />
a quelle anime innocenti che si aprivano così presto <strong>al</strong>la conoscenza<br />
delle tristi cose della vita, e rimase sola, in preda<br />
<strong>al</strong>le sue riflessioni angosciose.<br />
Antoni Sula era un cattivo arnese delle parti interne dell’isola,<br />
piovuto lassù non si sapeva come, stracciato e affamato.<br />
Era stato accolto per compassione, e s’era rimpannucciato<br />
nella fattoria. Ora abusava della confidenza che gli si<br />
era data col fare e disfare, imponendone t<strong>al</strong>volta anche ai<br />
padroni. I primi mesi della sua sciagura egli veniva spesso a<br />
trovarla, e le teneva compagnia per ore, parlandole, pareva,<br />
con affettuosa sincerità, procurandole qu<strong>al</strong>che sollievo. Anche<br />
dopo ch’era venuto <strong>al</strong>la luce quel suo poveretto, il servo<br />
pietoso gli aveva fatto buon viso, l’aveva cullato sulle sue<br />
braccia vigorose, l’aveva p<strong>al</strong>leggiato cantandogli i suoi più<br />
belli mutos nella sua lingua fiorita. Ella l’aspettava quella abitu<strong>al</strong>e<br />
compagnia, nella sua solitudine dimenticata, come si<br />
aspetta, sotto il peso insopportabile che ci schiaccia, l’amico<br />
misericordioso che ci aiuti a sostenerlo e ci s<strong>al</strong>vi. Davanti a<br />
lui non si sentiva più così sola, e neppur così oppressa.<br />
Ma a poco a poco s’era accorta che il rib<strong>al</strong>do veniva da<br />
lei con intenzioni assassine. Già d<strong>al</strong>le prime volte che egli<br />
era venuto, ella aveva scoperto nei suoi occhi sulfurei certi<br />
sguardi che l’avevano m<strong>al</strong> impressionata contro il figuro;<br />
ma egli, visto il suo riserbo, aveva saputo dominarsi in modo,<br />
che l’aveva rassicurata.<br />
In sèguito però, non sapeva per qu<strong>al</strong>i misteriosi incoraggiamenti,<br />
forse vedendo che nessuno si curava di lei e<br />
tutti la abbandonavano, e tutti la m<strong>al</strong>trattavano, e ognuno<br />
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aveva caro che in qu<strong>al</strong>unque modo ella soffrisse, aveva preso<br />
b<strong>al</strong>danza e s’era sfacciatamente dichiarato. Quei giorni di<br />
lotta sorda, Signore benedetto, non li aveva ancora scordati,<br />
non li scorderebbe mai! Anche la violenza aveva tentato<br />
quel rettile, dopo aver esaurito le lusinghe e le minacce. Ma<br />
ella si era slanciata contro di lui con impeto felino, l’aveva<br />
abbattuto sul pavimento, e c<strong>al</strong>pestato come un essere vile.<br />
Poi gli aveva urlato <strong>al</strong>le sp<strong>al</strong>le il suo mònito rabbioso e l’aveva<br />
<strong>al</strong>lontanato per sempre d<strong>al</strong> suo st<strong>al</strong>luccio.<br />
S’era però ben bene barricata dentro, per paura che l’insolente<br />
ritentasse i suoi vigliacchi ass<strong>al</strong>ti, ed era rimasta varie<br />
notti quasi insonne, a meditare sulla sua profonda abiezione.<br />
«Quanto son caduta in basso!» si era detto in quelle lunghe<br />
ore. «Il primo straccione vagabondo, che pur mangia<br />
sotto il tetto di mio padre, si fa lecito d’insultarmi sfacciatamente<br />
come l’ultima delle disgraziate! Son circondata da tanto<br />
odio che nessuno s’accorge dei miei pericoli! Son creduta<br />
tanto miserabile, che nessuno pensa a sventure e a colpe più<br />
gravi e più ignominiose! Mi credono tanto spregevole, che<br />
non pensano neppure <strong>al</strong>le mie tentazioni! Oh Signore, difendetemi<br />
d<strong>al</strong> m<strong>al</strong>e! Non avrei mai creduto che l’espiazione presentasse<br />
tanti aspetti l’uno più doloroso dell’<strong>al</strong>tro. Datemi<br />
voi il coraggio di vincere anche questa prova!».<br />
Il manigoldo non era più tornato: ma da quel momento<br />
le era stato nemico aperto. Inveleniva quanto più poteva<br />
contro di lei l’animo dei suoi, riferendo, esagerando e inventando<br />
m<strong>al</strong>evoli commenti della gente sulla sua colpa,<br />
dipingendone con colori loschi le conseguenze, recando in<br />
confronto il rigore assoluto dei suoi paesi contro simili cadute.<br />
Cercava ogni mezzo per farle pagare la ripulsa e l’umiliazione<br />
ch’ella gli aveva inflitto.<br />
Non stupiva ora se il vigliacco intorbidava quelle anime<br />
immacolate con quei suoi racconti intempestivi, se cercava<br />
di strapparle con le sue insinuazioni anche il <strong>cuore</strong> del figlio.<br />
L’infelice madre guardava i fanciulletti giocare sullo<br />
spiazzo, ignari dell’aspra battaglia che si combatteva nella<br />
misera anima sua; e a quella vista la sua tristezza si addensava<br />
e incupiva. Che avverrebbe? Che sarebbe di lei quando<br />
quel suo poveretto sapesse? Potrebbe egli starle più vicino?<br />
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