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Ghermita al cuore - Sardegna Cultura

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Non era più tornato… Ma chi sapeva? poteva anche<br />

tornare! Egli era legato a lei con vincoli troppo forti, oramai,<br />

e non era possibile ch’egli non tornasse. Perciò ella lo<br />

aspettava, e a ogni sfrascare, a ogni ustolar di cani, le pareva<br />

ch’egli dovesse arrivare, bello come <strong>al</strong> solito, nel rossore per<br />

la via percorsa, sudato ma non mai stanco, sempre fresco,<br />

sempre ardente di affetto.<br />

Però i giorni passavano, ed egli non si vedeva.<br />

Un giorno fin<strong>al</strong>mente seppe perché non tornava. Pochi<br />

momenti prima del desinare la piccola famigliola era raccolta<br />

in cucina per ingannar l’attesa del pasto. Ella, immersa<br />

nei suoi soliti pensieri, preparava qu<strong>al</strong>cosa davanti <strong>al</strong> fornello,<br />

e nel mentre la pentola bolliva, spinse lo sguardo distratto<br />

sulla piccola tavola ingombra ancora di varie provviste<br />

che il giorno prima un servo aveva comperato in città. Gli<br />

occhi le caddero su un brano di giorn<strong>al</strong>e che aveva involtato<br />

un po’ di paste da minestra, e così, per sfuggire qu<strong>al</strong>che<br />

istante di più a se stessa, stese la mano con languidezza,<br />

prese la carta e vi diede un’occhiata indifferente.<br />

La sua vista fu attratta da un titolo in grassetto: «Notizie<br />

da Tempio»; e la curiosità la spinse a continuare. Però tosto le<br />

braccia cominciarono a tremarle e la vista <strong>al</strong>fine le si appannò.<br />

L’articolo, tra le <strong>al</strong>tre cose diceva: «Oggi, accompagnato<br />

<strong>al</strong>la stazione d<strong>al</strong> solito stuolo d’amici chiassosi e dai superiori,<br />

è partito per il Continente il simpatico sergente aviatore<br />

Silvio Ròndani, trasferito telegraficamente non si sa se<br />

a sua richiesta o per misure disciplinari. Buona fortuna».<br />

Spiranza trab<strong>al</strong>lò e si lasciò sfuggire di mano la carta.<br />

P<strong>al</strong>lida come un cadavere fece qu<strong>al</strong>che passo per la stanza,<br />

con gli occhi fissi sul coltellone che luccicava sulla tavola.<br />

– Figlia mia! figlia mia! – gridò la madre, precipitandosi<br />

sull’arma. – Cos’hai? cos’hai?<br />

Anche Mena gettò un grido.<br />

Giromìnu aveva raccolto il foglio e vi leggeva sopra con<br />

occhi bramosi. Un sorriso feroce gli deturpò la bocca: acceso<br />

d’una gioia furibonda buttò in <strong>al</strong>to il cappello; batté le<br />

mani rumorosamente, s<strong>al</strong>tò come un folle. – Ah ah! – gridava.<br />

– Fin<strong>al</strong>mente s’è mandato via, il cane! La volpe è stata<br />

ricacciata nella sua tana! Ah!<br />

150<br />

– Cosa c’è di bello, Giromì? – chiedeva zio Pasc<strong>al</strong>i,<br />

guardando il foglio con occhi lucidi lucidi.<br />

– C’è che <strong>al</strong>la fine è partito, quel cane! C’è che, grazie a<br />

Dio, non lo rivedremo più il suo muso… È già partito! I pesci<br />

se lo divorino nel mare!<br />

– Bah! ecco una faccenda aggiustata! – esclamò il vecchio,<br />

accomodandosi il cappello in testa, tentando di levarsi<br />

e sùbito risedendo e battendo ambe le mani aperte sulle<br />

cosce. – Bah! meno m<strong>al</strong>e! Ci siamo riusciti!<br />

Anche zia Francisca diede un sospirone e si baciò le<br />

mani congiunte.<br />

Spiranza, a quella feroce gioia del suo strazio, li credette<br />

tutti congiurati per perderla, fu colta da follia. Si cacciò le<br />

mani nei capelli, se li sciolse, se li strappò; e rivolgendosi <strong>al</strong><br />

padre, che assaporava ancora tutta la sua contentezza, –<br />

M’avete pugn<strong>al</strong>ato il <strong>cuore</strong>, padre mio! – urlò come una<br />

demente. – M’avete ammazzata!<br />

Gettò un grido lungo lungo, belluino, e cadde distesa,<br />

senza sentimento.<br />

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