Ghermita al cuore - Sardegna Cultura
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seguendolo b<strong>al</strong>zelloni gli soffiava contro il cervelletto tutto il<br />
suo <strong>al</strong>ito infern<strong>al</strong>e, gli faceva fremere agli orecchi tutto il suo<br />
besti<strong>al</strong>e stridor di denti. – Lo so! – ustolava. – Lo so perché<br />
sei venuto! Ma per stavolta il bon boccone ti si ferma in gola!<br />
Volevi fare i conti senza me: ma Jacheddu Ruoni non è<br />
morto ancora. Cat<strong>al</strong>ina ti piace dunque? Hai occhi buoni: si<br />
vede che i corvi ancora non te li han toccati!… Ma Cat<strong>al</strong>ina<br />
la daremo meglio <strong>al</strong> primo straccione che si presenterà <strong>al</strong>la<br />
porta affamato! Non è pane per i denti di Giromìnu Luna,<br />
Cat<strong>al</strong>ina Ruoni!… Bisogna che Giromìnu Luna, vada a correre<br />
il mondo per guadagnarsela, e uccida l’orco e i serpenti…<br />
e si lavi nel ruscello bianco e rosso, di latte e di sangue,<br />
come nelle fiabe! Perché hai da sapere che Cat<strong>al</strong>ina Ruoni è<br />
molto pulita, grazie a Dio, e Giromìnu Luna, grazie <strong>al</strong> diavolo,<br />
molto, molto lordo! E sai chi gli appiccica la lordura<br />
del mondezzaio, a Giromìnu Luna? È quella… quella…<br />
svergognata, sfrontata, perduta di…<br />
Non poté continuare. Giromìnu gli si era avventato come<br />
una tigre e lo teneva per la gola, urlando rabbiosamente.<br />
S’avvinsero e s’avviticchiarono come due serpenti e andarono<br />
a ruzzolare aggrovigliati sulle macchie di prunicce,<br />
di ginestra, su cui s’avvoltolarono caninamente, insensibili<br />
<strong>al</strong>le profonde e amare punture degli spini e <strong>al</strong>le sanguinose<br />
stracciature della pelle. Non avevano più nulla d’umano; il<br />
rantolo, l’aspetto, il furore, tutto in essi era besti<strong>al</strong>e.<br />
Quando si rizzarono, si ritrafissero con gli sguardi felini,<br />
come se a vicenda si volessero possedere diabolicamente:<br />
si eruttarono a vicenda sul viso lordo di polvere e di sangue<br />
tutta l’anima satura di veleno, si raggranfiarono, si ravvoltolarono<br />
ancora, fino a esaurirsi. Si separarono tardi, rotti e<br />
pesti, senza una parola.<br />
Degna corona dell’incontro fu, il giorno appresso, l’uccisione<br />
del miglior toro di ziu Pasc<strong>al</strong>i, e, due giorni dopo, il<br />
macello d’uno dei più bei cav<strong>al</strong>li di ziu Niccola.<br />
Eppure le nozze così besti<strong>al</strong>mente contrastate si celebrarono<br />
nel settembre, solo quindici giorni dopo le nozze più<br />
modeste di Andrea e Filumena.<br />
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Questi ultimi avevano voluto una cosa semplice, come<br />
semplici erano le loro anime. Era venuta sì, la cav<strong>al</strong>cata d<strong>al</strong><br />
paese per prendere la sposa, e l’aveva accompagnata tra spari<br />
e gridi <strong>al</strong>legri e suoni di fisarmonica e canti e b<strong>al</strong>li per tutto<br />
l’<strong>al</strong>tipiano vestito di frasche fino <strong>al</strong>la chiesa del villaggio; si<br />
era fatta, sì, lungo il sentiero e dentro l’abitato, la tradizion<strong>al</strong>e<br />
corsa <strong>al</strong>la rocca; 3 non si era neanche sacrificata qu<strong>al</strong>che <strong>al</strong>tra<br />
consuetudine poetica e primitiva; ma tutto era finito lì:<br />
gli sposi, dopo la duplice cerimonia, s’eran messi in carrozza<br />
diretti <strong>al</strong>la stazione, dove avevan preso il treno per il viaggio<br />
di nozze. Mena, vestita da signora, sembrava fosse nata con<br />
quelle vesti. Quando s’<strong>al</strong>lontanò nel carrozzone e scomparve<br />
lontano agitando la pezzòla bianca per s<strong>al</strong>utar gli amici, parve<br />
un’apparizione vaporosa. Tutti le pregaron bene!<br />
Ma Cat<strong>al</strong>ina e Giromìnu non si accontentarono di così<br />
poco. Un po’ per picca contro la famiglia (la qu<strong>al</strong>e, pur essendosi<br />
piegata <strong>al</strong>le ripetute umiliazioni e <strong>al</strong>le minacce della sposa<br />
che in ultimo urlò, tra la stizza e le convulsioni, che avrebbe<br />
imitato Spiranza, se non l’avessero contentata, conservava sempre<br />
un po’ d’astio e di rancore); un po’ per smania di grandeggiare<br />
e di distinguersi; un po’ anche per un’invidiuzza di quella<br />
laurea dottor<strong>al</strong>e, a cui non potevano nulla contrapporre, cercarono<br />
d’incantar la contrada con le antiche parate g<strong>al</strong>luresi, con<br />
pranzi e festini e stordimenti tempestosi. E le feste durarono<br />
<strong>al</strong>cuni giorni, finché gli stazzi non furono stanchi.<br />
Cat<strong>al</strong>ina venne ad abitare presso il suocero, e fin dai<br />
primi giorni ella non poté nascondere la sua antipatia e il<br />
suo ribrezzo per Spiranza.<br />
Costei, quando venne la cognata, si trovò già abbattuta<br />
d<strong>al</strong>le continue profonde commozioni che aveva dovuto<br />
3. La sposa si portava via d<strong>al</strong>la casa paterna una conocchia ben infioccata.<br />
Durante il cammino da un paese <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tro o d<strong>al</strong>la campagna<br />
<strong>al</strong> villaggio, uno del partito della donna prendeva l’arnese d<strong>al</strong>le mani<br />
di lei, e con esso <strong>al</strong>zato in aria come una bandiera, spingeva il cav<strong>al</strong>lo<br />
a una corsa sfrenata. Uno del partito dello sposo lo inseguiva pur<br />
esso a cav<strong>al</strong>lo, e per vincerlo bastava toccasse un nastro della rocca.<br />
Se vinceva, egli stesso prendeva l’arnese e correva davanti. Un <strong>al</strong>tro<br />
del partito della sposa gli correva dietro. Così fino <strong>al</strong>l’entrata del<br />
paese, sempre <strong>al</strong>ternando le parti, tra suoni, canti e urlate.<br />
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