Ghermita al cuore - Sardegna Cultura
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– È quel b<strong>al</strong>lo da cani, sa!<br />
I due giovani giunsero in silenzio <strong>al</strong>la stanza, dove egli<br />
s’abbandonò sulla panca, esausto. Ella attinse l’acqua d<strong>al</strong> tinello<br />
con l’attingitoio di sughero e glie la offerse in un bicchierone<br />
di crist<strong>al</strong>lo, con un sorriso muto, dopo averla aggraziata<br />
con uno schizzo di moscato. Ansava ancora e s’asciugava il sudore<br />
col fazzoletto bianco. Rossa e acc<strong>al</strong>data pareva ancora<br />
più bella.<br />
Silvio bevve senza guardarla, le rese il recipiente con un<br />
debole «grazie» e si disponeva a uscire.<br />
– Che cosa le ha fatto Jacheddhu Ruoni? – gli chiese ella<br />
timidamente: e gli parve che divenisse più rossa.<br />
Egli non s’aspettava la domanda e rimase confuso. Indi,<br />
come se si destasse, si scosse, s’infiammò in viso, lampeggiò<br />
negli occhi. – Non lo sai forse, che cosa mi ha fatto? – rispose<br />
rudemente.<br />
Ella sostenne lo sguardo senza scomporsi, pareva. Ma<br />
sùbito divenne grave, e con voce tremola, gli chiese: – Insomma:<br />
sembra che abbia voglia di dirmi qu<strong>al</strong>che cosa…<br />
Se ha da farmi qu<strong>al</strong>che rimprovero, me lo faccia adesso: che<br />
forse dopo non ci sarà più tempo. Si ricordi che tra poco se<br />
ne deve andare e mi dispiacerebbe…<br />
Purtroppo lo ricordava che doveva andarsene: pur troppo<br />
lo sapeva che non ci sarebbe tempo! Un ass<strong>al</strong>to improvviso<br />
di rabbia lo rese quasi brutto: – Meno m<strong>al</strong>e – ringhiò<br />
interrompendola – che aggiungi anche le beffe!<br />
La ragazza ebbe paura e tras<strong>al</strong>ì. – Signor Silvio! – mormorò.<br />
– Per carità! Non l’avevo mai visto così… così…<br />
Che cosa le hanno detto perché possa torturarmi a questo<br />
modo?<br />
– Non ho avuto bisogno che <strong>al</strong>tri me lo dicesse. Ho visto<br />
io stesso con questi miei occhi!<br />
– E che ha visto, dica?<br />
Egli taceva, mordendosi il labbro, sfuggendo lo sguardo<br />
di lei, martoriandosi nell’intimo.<br />
– Che ha visto dunque? Jacheddhu Ruoni…?<br />
Silvio fece una smorfia di sprezzo, come un fanciullo viziato,<br />
e suggellò le labbra. Pareva ostinato nel silenzio. Ma<br />
poi, indottovi d<strong>al</strong>la fat<strong>al</strong>e brevità del tempo, le disse, sempre<br />
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senza guardarla: – Me lo potevi dire d<strong>al</strong> principio. S’io l’avessi<br />
saputo, non avrei… non mi sarei… Basta: dovevi esser più<br />
franca. Ora ciò mi fa m<strong>al</strong>e. Me ne vado avvelenato.<br />
Anch’ella accorciò per necessità il lungo discorso che<br />
avrebbe voluto fargli: ché da fuori venivan le note festose<br />
dell’<strong>al</strong>tro b<strong>al</strong>lo, e cominciavan gli inviti. Gli si accostò guardinga<br />
e gli disse a voce bassa ma ferma: – Sposar quello lì?<br />
Neanche se mi trafiggessero tutta di pugn<strong>al</strong>ate. Prima mi<br />
butterei d<strong>al</strong>la roccia più <strong>al</strong>ta!<br />
– Ma dunque perché?… – chiedeva egli come se fosse<br />
sulle braci.<br />
– Dunque… perché è uno stolto! Che cosa gli vuol fare?<br />
Le giuro che mai…<br />
Un romor di passi che si udì nel piccolo andito troncò<br />
a mezzo il giuramento atteso, e sulla porta comparve il faccione<br />
arrossato di Jacheddhu Ruoni. – Spirà! qui dunque ti<br />
sei nascosta? Lo b<strong>al</strong>li con me il w<strong>al</strong>zer? Andiamo!<br />
– Ora, ora vengo! – gridò la giovane, già ricomposta. –<br />
Viene anche lei a vedere? –. E senza aspettar la risposta, in<br />
due s<strong>al</strong>ti fu fuori.<br />
Il giovane, rimasto solo, si sentì bruciare: le fiamme gli<br />
accesero le guance e un fluido infocato gli scorse per le vene.<br />
– M<strong>al</strong>edizione! – ruggì in cor suo. – Chi può crederle?<br />
È il diavolo in persona! Donna!<br />
E i suoi dubbi e sospetti s’ingigantirono ancora, lo straziarono<br />
vie più, quando, cacciato fuori da punte di stile, vide<br />
Spiranza aggirarsi vertiginosamente abbracciata <strong>al</strong> gigante, leggera<br />
come un capriolo, col volto luminoso, con gli occhioni<br />
sfolgoranti, con le labbra sorridenti. «Demonia!» strideva entro<br />
di sé. «Impasto di finzioni! Impostora!».<br />
S’<strong>al</strong>lontanò pochi passi d<strong>al</strong>lo spianato, dandosi l’aria di<br />
persona distratta e senza volerlo udì i commenti d’un crocchio<br />
di pastori.<br />
– Credi a me: il matrimonio è concluso.<br />
– Non credo niente. Potrà essere nell’intenzione dei grandi.<br />
Ma essa non lo può vedere.<br />
– Dillo ai cani! Se non lo potesse vedere, non se lo lascerebbe<br />
scodinzolare intorno come un cagnolino, non gli parlerebbe<br />
così, non b<strong>al</strong>lerebbe neanche con lui.<br />
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