Ghermita al cuore - Sardegna Cultura
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NOTA INTRODUTTIVA<br />
Il canonico Pietro Casu (Berchidda 1878-1954) ebbe<br />
larga fama in <strong>Sardegna</strong> come predicatore e poeta in limba,<br />
come traduttore in logudorese della Divina Commedia di<br />
Dante e come autore di un poderoso vocabolario sardo logudorese-it<strong>al</strong>iano,<br />
il cui manoscritto è stato recentemente edito.<br />
Egli ci ha lasciato, però, anche una ricca produzione in lingua<br />
it<strong>al</strong>iana, costituita da dieci romanzi e cinque raccolte<br />
di novelle. Le gerarchie ecclesiastiche non incoraggiarono<br />
questo suo impegno letterario e, in particolare, a <strong>Ghermita</strong><br />
<strong>al</strong> core, pur preferito ai romanzi della Deledda, criticati<br />
per il loro “freddo natur<strong>al</strong>ismo”, fu rimproverato soprattutto<br />
l’indugio nelle descrizioni del sentimento amoroso.<br />
Inizi<strong>al</strong>mente pensato come novella e poi divenuto romanzo,<br />
<strong>Ghermita</strong> <strong>al</strong> core fu scritto in soli quarantacinque<br />
giorni. Il primo conflitto mondi<strong>al</strong>e ne impedì la pubblicazione<br />
sollecita. Uscito nel 1920 per i tipi della Buffetti (con<br />
differenze minime l’opera fu riproposta nel 1926 d<strong>al</strong>l’Amatrix<br />
di Milano), il romanzo recava sul frontespizio una frase<br />
di Tolstoi, tratta da Anna Karenina: «… è questo lo scopo<br />
della civiltà: fare di tutto un godimento. / – Ebbene, se t<strong>al</strong>e è<br />
lo scopo della civiltà, vorrei essere un selvaggio». A ben vedere,<br />
questa citazione – come osservò in un suo scritto lo stesso<br />
Casu – riassume la tesi fondante dell’intera narrazione.<br />
Ambientata in G<strong>al</strong>lura, la vicenda descritta abbraccia,<br />
a partire dagli inizi del Novecento, l’arco tempor<strong>al</strong>e di un<br />
ventennio e si apre con l’immagine di Giromìnu, figlio del<br />
pastore Pasc<strong>al</strong>i Luna, che spara contro un aeroplano che sorvolava<br />
a bassa quota il suo stazzo. Ignorando infatti che cosa<br />
fosse un aereo, la famiglia Luna e i pastori che lo videro<br />
comparire sull’<strong>al</strong>topiano si sentirono minacciati, credendo si<br />
trattasse di un’aquila, o, peggio, di un mostro <strong>al</strong>ato.<br />
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