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Ghermita al cuore - Sardegna Cultura

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un giovane come quello non era fatto per entrare sposo in<br />

casa di Pasc<strong>al</strong>i Luna! –. Eh eh eh! andasse adagio, lasciasse un<br />

po’ la superbia… Chi poteva assicurarle poi che Silvio avesse<br />

quell’<strong>al</strong>to concetto della sua famiglia, e di lei? Si potrebbe egli<br />

scordare ch’ella, si rigirasse come voleva, era sempre figlia di<br />

pastori? E perciò a Tempio, ove frequentava tante case di signori,<br />

si curerebbe egli di lei, povera montanara?…».<br />

E si vedeva trascurata, posposta, offesa, oltre che nell’amore,<br />

anche nella vanità: che era un affanno non lieve; giacché<br />

anch’ella era donna!<br />

Così quella via lunga che si snodava tortuosamente nella<br />

solitudine tra le boscaglie, le frasche e i precipizi, fu in<br />

gran parte ingannata da questo vario fantasticare.<br />

Solamente dopo che giunsero <strong>al</strong>lo stradone i cav<strong>al</strong>catori<br />

cominciarono a imbattersi di quando in quando in <strong>al</strong>tre coppie<br />

o gruppi di pastori o di paesani vestiti a festa (gli uomini<br />

con l’immancabile fucile; le donne col ventaglio e con la candela<br />

di cera custodita entro una canna): i qu<strong>al</strong>i accompagnavano<br />

anch’essi <strong>al</strong>la città bambini o bambine da cresimare.<br />

I piccoli si s<strong>al</strong>utavano con un sorriso, dopo essersi scambievolmente<br />

esaminati con gli sguardi d<strong>al</strong>la testa ai piedi per<br />

osservare i vestiti: i grandi con c<strong>al</strong>orose strette di mano, con<br />

esclamazioni affettuose e lieti clamori.<br />

Allora anche per lei il viaggio cominciò a essere più divagato<br />

e quasi dilettevole.<br />

Per via, tutti si è amici in G<strong>al</strong>lura: anche ci si veda per la<br />

prima volta. Perciò i gruppetti formarono <strong>al</strong>la fine una bella<br />

compagnia, che sembrava una cav<strong>al</strong>cata: e tutti chiacchieravano,<br />

chiamando, rispondendo, ridendo. I cav<strong>al</strong>li erano stimolati<br />

d<strong>al</strong> lieto vocìo, d<strong>al</strong> trepestìo dei propri passi, d<strong>al</strong> tintinnio<br />

dei bubboli e dei finimenti, e gareggiavano sbuffando,<br />

<strong>al</strong>lungando ad ora ad ora il collo per annusarsi. Sulla via dai<br />

cigli erbosi, sulle campagne rigogliose di vegetazione selvaggia,<br />

era una gloria di luce.<br />

Spiranza non aveva potuto neppur essa resistere a quell’incanto,<br />

e s’era anch’essa lasciata trascinar d<strong>al</strong>la gioia comune.<br />

Chiedeva e dava notizie, riceveva e ricambiava confidenze,<br />

s<strong>al</strong>uti, strette di mano: faceva buon viso a tutti. La<br />

sua famiglia era largamente conosciuta in tutta la contrada,<br />

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ed essa era fatta segno a riguardi speci<strong>al</strong>i che la facevano invanire.<br />

Quando però si fu arrivati a pochi passi d<strong>al</strong>la città, e si<br />

vedevan già le prime case e le prime persone, il <strong>cuore</strong> le riprese<br />

a martellare. «Poteva darsi che egli la stesse ad attendere<br />

là <strong>al</strong>l’entrata, avvisato, chi sapeva? d<strong>al</strong> presentimento;<br />

o quanto meno ch’egli si trovasse a passare per caso in una<br />

di quelle vie, e la vedesse, così, in mezzo a tutta quella gente<br />

<strong>al</strong>l’improvviso. Nostra Signora bella! che combinazione<br />

fortunata sarebbe! Oppure ch’egli sapesse sùbito della sua<br />

venuta e corresse tosto a vederla, a parlarle, a…».<br />

Entrò nell’abitato, passò per le strade animate da un<br />

movimento insolito, guardò di qua e di là con la vista un<br />

po’ velata d<strong>al</strong>l’ansia; ma per fortuna (anche questa era una<br />

fortuna!) né per le vie né sulla piazza né <strong>al</strong>la trattoria egli si<br />

trovava a s<strong>al</strong>utarla. In principio ne fu contenta: ma a poco<br />

a poco incominciò una lieve punta di tristezza a penetrarle<br />

nel seno: s’era quasi messo in testa che egli non poteva, non<br />

doveva ignorare la sua venuta, e poteva, quindi doveva trovarsi<br />

presente <strong>al</strong> suo arrivo; non s’era trovato: voleva dire<br />

che… voleva dire… E chi sa qu<strong>al</strong>i conseguenze traeva il<br />

suo spirito conturbato da questa assenza incolpabile!<br />

Si recò tosto in chiesa con la futura figlioccia (gli uomini<br />

s’aggiustarono per conto loro) e la trovò già ben affollata<br />

di gente, che cominciava già a tumultuare, nella confusione<br />

immancabile che molti facevan nascere per far trovar posto,<br />

sui banchi messi a ferro di cav<strong>al</strong>lo, ai cresimandi che accompagnavano.<br />

Quel rombo che risonava nel chiuso come ronzio<br />

d’<strong>al</strong>veari sciamanti, le penetrò cupamente nell’anima e le<br />

produsse un’impressione sgradevole. Non di meno lottò con<br />

le braccia per aprire un po’ di via <strong>al</strong>la sua piccina, la qu<strong>al</strong>e<br />

s’avanzava molto faticosamente piagnucolando e tenendo<br />

<strong>al</strong>ta la candela; e dopo qu<strong>al</strong>che tempo fin<strong>al</strong>mente poté trovarle<br />

un piccolo vuoto tra quella siepe fiorita di minuscole<br />

donnine vestite a festa, impazienti come cing<strong>al</strong>legre. Le si<br />

mise dietro e attese.<br />

Di fronte, nella fila destra dei banchi, eran disposti i<br />

bimbi, vispetti anch’essi e irrequieti; e <strong>al</strong>le loro sp<strong>al</strong>le stavano<br />

i padrini.<br />

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