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Ghermita al cuore - Sardegna Cultura

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Ma la gioia è breve anche nel sogno! e a fianco di quelle figure<br />

amabili ed amate, eran sorti non sapeva come, vari <strong>al</strong>tri<br />

fantasmi corrucciati, che avevan preso varie sembianze, aspetti<br />

incostanti e indeterminati: Jacheddhu Ruoni, Giromìnu, M<strong>al</strong>cu,<br />

Mena, il dottore, i due vecchi del b<strong>al</strong>lo. L’avevano schernita<br />

e minacciata, intorbidandole ogni <strong>al</strong>legrezza, ripiombandola<br />

nel suo tormento. Così aveva gridato nel pianto, e il grido le<br />

aveva rotto il sonno.<br />

La luce del giorno si diffuse lentamente sul selvaggio <strong>al</strong>tipiano<br />

su cui guardava la finestra, e a poco a poco emersero<br />

d<strong>al</strong>la confusione uniforme i nodi, le conv<strong>al</strong>li, le foreste, e si<br />

destarono timidamente nel silenzio i piccoli rumori del primo<br />

risveglio. La vita trionfò lentamente su quel solenne sopore di<br />

morte; divenne tosto gioconda di splendori e di canti.<br />

Ma Spiranza non vedeva inverdire e screziarsi le capitagne<br />

dell’orto, tremare i rosai nel giardino, frullare tra le<br />

piante le prime passere: non udiva le lievi ondulazioni dei<br />

tintinni, le carezze melodiose dei primi belati. Intenta nella<br />

lettura di quelle pagine che le assorbivano l’anima, sembrava<br />

deliziarsi <strong>al</strong>la vista d’un mondo lontano. Solo di quando<br />

in quando le passavano sul viso riflessi di luce e veli d’ombre,<br />

sorrisi e pianti, e il petto le ansava, e tutta la persona le<br />

abbrividiva; di quando in quando le sue labbra si posavano<br />

sui fogli, e il <strong>cuore</strong> se li attirava.<br />

La mamma sconosciuta e già tanto amata, scriveva:<br />

«Mio adorato Silvio,<br />

due settimane son passate d<strong>al</strong>la tua partenza, e noi ancora<br />

piangiamo. Già; fu così breve la tua permanenza tra noi,<br />

che ci sembrò un sogno: un sogno cominciato nel giubilo,<br />

finito nello sconforto.<br />

Pensa poi se non abbiamo mille ragioni di piangere! Tu<br />

sei lontano, e noi siamo sole: io e la tua dolce sorella; e la<br />

casa per noi è troppo vasta. Sei lontano di là dai monti, di<br />

là d<strong>al</strong> mare: in <strong>Sardegna</strong>! Oh Dio! quando ci penso mi pare<br />

d’impazzire. Nelle ore di cordoglio, quando la mente mi si<br />

oscura, mi chiedo perché mai t’ho partorito con tanto dolore<br />

e <strong>al</strong>levato con tanto affetto, se poi ti dovevo offrire <strong>al</strong><br />

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mondo e mandare in sacrifizio a una terra m<strong>al</strong>edetta. E se<br />

nel passato, quando tu mi mancavi, il <strong>cuore</strong> dolorava solo<br />

per la lontananza, ora è trafitto d<strong>al</strong> presentimento, freme<br />

per la paura. Oh quante volte, o mio unico, quando tutto<br />

tace, e le ombre velan tutto di misteri e di pericoli, l’anima<br />

mia sogna non so qu<strong>al</strong>i sanguinose visioni, non so qu<strong>al</strong>i<br />

sciagure! quante volte, a ogni picchio, tutto mi trema dentro,<br />

perché mi par di attendere da un’ora <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra la notizia<br />

fat<strong>al</strong>e! I banditi, mio figlio benamato, i briganti, gli assassini<br />

arruffano i miei sogni la notte e popolano le mie stanze<br />

di giorno. Mi par di vederli a tutte l’ore aggirarsi tra un<br />

mobile e l’<strong>al</strong>tro, ghignarmi sulla faccia, abbagliarmi col luccichio<br />

di quei loro fucili lunghi, di quei loro coltellacci insanguinati,<br />

per farmi morir di terrore. E ogni rumore per<br />

via è per me un rombo di schioppettata, e ogni grido è un<br />

urlo di moribondo, e ogni tumulto un besti<strong>al</strong>e ass<strong>al</strong>to. Figlio<br />

mio, mi dirai che sono amm<strong>al</strong>ata; e lo concedo: sono<br />

amm<strong>al</strong>ata del grande amore che ti porto. E finché tu starai<br />

in <strong>Sardegna</strong>, non potrà mai guarire il mio m<strong>al</strong>e!<br />

Perciò prego sempre il Signore che ti <strong>al</strong>lontani il più presto<br />

da codesta povera regione piena d’insidie e di pericoli, e ti<br />

rimeni in contrade da cristiani. A questo fine prega anche<br />

tua sorella, e la tua buona amica Silvania, che viene ogni<br />

giorno a casa per chieder tue notizie e si addolora tanto della<br />

tua sorte. Speriamo che le nostre preghiere vengano ascoltate<br />

e che tu sia s<strong>al</strong>vo da ogni sciagura. Ma tu non fidarti, figlio<br />

del mio <strong>cuore</strong>, non avventurarti mai solo per luoghi selvaggi<br />

che non conosci: frena gli impulsi della tua giovinezza coraggiosa,<br />

e conservati sano per tua madre che ti idolatra e morrebbe<br />

disperata, se… Oh Dio! <strong>al</strong>lontanatemi d<strong>al</strong> pensiero la<br />

fosca visione che mi persèguita: e tu, Silvio mio, perdona.<br />

Ti supplico di scriverci il più spesso che puoi, per toglier<br />

qu<strong>al</strong>che punta <strong>al</strong> nostro affanno, e di scrivere qu<strong>al</strong>che<br />

volta anche a Silvania, giacché glie l’hai promesso solennemente.<br />

Tu sai qu<strong>al</strong>e sarebbe il mio sogno, figlio mio. Silvania<br />

è bella, ricca, istruita, e ben educata: non le manca nulla<br />

per poter essere una buona compagna… Tu la conosci<br />

fin d<strong>al</strong>l’infanzia: ella ti vuole un bene senza misura. Se vi<br />

uniste… Ma basta, di questo ti ho parlato tanto a voce:<br />

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