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Ghermita al cuore - Sardegna Cultura

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nascosta in un canto. Il vecchio guardò intorno con l’occhio<br />

sano stillante di lacrime, e parve c<strong>al</strong>marsi.<br />

Nel silenzio grave della stanza <strong>al</strong>lora s’udì la roca voce<br />

della morente, che parve quella d’una rediviva: – Babbo…<br />

Ziu Pasc<strong>al</strong>i tremò nelle membra vive vedendo quelle labbra<br />

moversi, e affissò l’unico occhio spaventato su quel viso<br />

di cera. Pareva un bimbo spaurito davanti a un fantasma.<br />

– Babbo! – riprese il soffio lamentoso, un po’ più forte.<br />

– Grazie perché siete venuto!…<br />

Aspettava qu<strong>al</strong>che parola d<strong>al</strong>la bocca paterna; ma quella<br />

parola non venne.<br />

– Babbo! – ricominciò ancora, angelicamente paziente e<br />

confidente. – Iddio m’ha perdonato…, spero, per mezzo del<br />

sacerdote… Ora mi bisogna solo… che voi mi perdoniate…<br />

Il vecchio taceva sempre, raccogliendo col labbro inferiore<br />

convulso ancora un’<strong>al</strong>tra lacrima. Anche gli <strong>al</strong>tri astanti<br />

tacevano: e nella stanza sacra non s’udiva più che il singulto<br />

sommesso di Mena.<br />

– Babbo, perché non mi perdonate? – supplicò ancora<br />

la reietta col suo ultimo dolore nella voce, e facendo uno<br />

sforzo per levarsi a sedere. Ma ricadde tosto.<br />

Giromìnu toccò un’<strong>al</strong>tra volta la sp<strong>al</strong>la del padre, parlandogli<br />

a voce <strong>al</strong>ta vicino <strong>al</strong>l’orecchio: – Sentite! Perché<br />

non le rispondete?<br />

– Ahn? – chiese il vecchio. – Che cosa vuole? Son sordo!<br />

lo sai!<br />

– Vi prega di perdonarla! – gli fu gridato quasi in coro<br />

d<strong>al</strong> figlio, d<strong>al</strong> dottore e d<strong>al</strong> prete.<br />

– Ah! – b<strong>al</strong>bettò il disgraziato, come se rinvenisse da un<br />

sogno. E sbatté ancora in aria quel suo braccio pesante come<br />

se volesse aggiustarsi sul capo il berretto cadutogli a<br />

sghembo o ricacciarsi nel cervello qu<strong>al</strong>cosa che ne fosse<br />

fuggita.<br />

Spiranza attendeva anfanando, sollevando col povero<br />

petto sfiorito le coperte, brancicando con le mani ischeletrite<br />

le lenzuola.<br />

Pareva che anche il tempo fosse immobile, e solo quell’anima<br />

partisse.<br />

– Che dite, ziu Pascà? – richiese il sacerdote.<br />

256<br />

La mano del vecchio s’<strong>al</strong>lungò in <strong>al</strong>to, piano piano, tremolando,<br />

e andò a cadere fin<strong>al</strong>mente sopra la testa della figlia,<br />

come se volesse rinnovarle la carezza dell’infanzia, e anche<br />

l’occhio senza sguardo era una fonte aperta di pianto.<br />

– Figlia mia! – urlarono quelle labbra suggellate, ritrovando<br />

il dolce nome che non più per lei avevano ripetuto.<br />

E tutta la persona vecchia e incadaverita si riversò di sfascio<br />

sul corpo esile della moribonda. – Figlia mia! Figlia mia! –<br />

era il ruggito dell’amore represso per così lungo tempo, ma<br />

mai spento nel vecchio <strong>cuore</strong> fulminato.<br />

Tutti intorno piangevano; anche Giromìnu.<br />

Il vecchio, dopo <strong>al</strong>cuni istanti fu fatto risedere sul suo seggiolone,<br />

per tema che non soffocasse l’amm<strong>al</strong>ata che gli aveva<br />

avvinghiato il collo col braccio; ed egli si lamentò di quella<br />

crudeltà inghiottendo sempre le sue gocce c<strong>al</strong>de e s<strong>al</strong>se.<br />

Il viso della moribonda raggiava d’una contentezza celesti<strong>al</strong>e,<br />

e la sua mano volle ancora tenere la mano che l’aveva<br />

benedetta; poi fece cenno a Giromìnu che le passasse <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tro<br />

lato, di là, tra il letto e il muro, e anche a lui prese la mano<br />

con l’<strong>al</strong>tra mano. Indi cercò Mena con lo sguardo, e la vide<br />

vicina a pochi passi, ritta e piangente; e vide anche gli <strong>al</strong>tri,<br />

M<strong>al</strong>cu, Andrea e Cat<strong>al</strong>ina e i nipoti, dai visi mesti e d<strong>al</strong>le occhiate<br />

amorose.<br />

– Oh Dio! come sono contenta! – mormorò con la flebile<br />

sua voce. – Mena pensaci tu per me… fa recitare la<br />

messa tu… per l’anima di Diadoru… ch’era figlio anche a<br />

te…, e prega anche… per l’anima di… di quel poveretto!…<br />

E voi tutti perdonatemi… se sono stata la sventura di<br />

tutti… e pregate per me…<br />

Tutti continuavano a piangere, qu<strong>al</strong>cuno anche a scroscio;<br />

ma la serenità del suo viso non si turbò più.<br />

Il sacerdote recitava le preci estreme con viva commozione,<br />

e di tratto in tratto assolveva la morente benedicendola<br />

con mano tremante. – Mi raccomandi a Dio! – ripeteva<br />

ella di tanto in tanto.<br />

Fin<strong>al</strong>mente la morte venne, senza farla più soffrire e le<br />

suggellò la bocca col suo gelido bacio.<br />

Mena le chiuse gli occhi e si mise a capo del letto, a<br />

pregare non per la morta, ma la morta stessa, come se invocasse<br />

una santa.<br />

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