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Ghermita al cuore - Sardegna Cultura

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– Tu la sai giusta, m<strong>al</strong>a pasqua! Non ci mancherebbe <strong>al</strong>tro<br />

che rifiutarlo a b<strong>al</strong>lare, in una festa come questa! Non<br />

sai che siamo in G<strong>al</strong>lura? e il rifiuto nel b<strong>al</strong>lo è un insulto<br />

che si può pagare col sangue?<br />

– Lasciamo andare! Io ho udito che Girominu e M<strong>al</strong>cu<br />

sono intestati assolutamente nella loro idea: e minacciano<br />

di morte la sorella se non acconsente a maritarsi con Jacheddhu.<br />

Anche ziu Pasc<strong>al</strong>i e zia Francisca, son cotti di Jacheddhu,<br />

che è ricco e sano, e…<br />

– Ma essa ha detto che se tutto il mondo fosse a una<br />

parte ed ella <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra, vincerebbe sempre lei. Ha giurato che<br />

Jacheddhu Ruoni non lo sposerà mai.<br />

– Guardate che ostinazione! Eppure si diceva che prima…<br />

– Prima sì: pareva che ne avesse mezza opinione; ma<br />

poi, di punto in bianco, non si sa perché, ha cambiato vento<br />

e non ne vuol più sapere; ed è ferma come una roccia!<br />

– Qu<strong>al</strong>cuno sospetta…<br />

Silvio non poté intendere il resto del discorso che finì in<br />

un mormorio sommesso. S’accorse però che qu<strong>al</strong>cuno del<br />

crocchio aveva accennato lui e tutti si erano voltati a guardarlo.<br />

S’<strong>al</strong>lontanò fischiando, con la maschera della finzione<br />

sul viso, ma con l’incendio torturante nell’animo. Invano si<br />

distendeva dinanzi <strong>al</strong> suo sguardo un’ammirabile sconfinata<br />

varietà di prospetti, di campi mareggianti di biade, di rivi<br />

luccicanti <strong>al</strong> sole, di selve cupe, di colli, di nodi; invano per<br />

l’aria immacolata s’accordava l’armonia selvaggia delle pendici<br />

soleggiate, delle v<strong>al</strong>li solitarie, dei piani solcati di vie.<br />

L’anima sua era assente.<br />

Egli dunque se n’andrebbe dopo aver sognato un brutto<br />

sognaccio e si ridesterebbe là, per il mondo, con una piaga nel<br />

fianco. Ancora una piaga… Forse per lui non avrebbe più fascino<br />

il volo: forse non vedrebbe più due occhi femminili degni<br />

d’esser guardati. Era strano. Egli che aveva girato tanto, in<br />

mezzo a tante seduzioni, in mezzo a tante sirene, e aveva goduto<br />

e s’era divertito, sempre vittorioso, doveva proprio soccombere<br />

tra quelle mandre, e soffocare ogni sublime aspirazione<br />

della sua anima sognatrice tra le frasconaie e le rocce,<br />

intento a distinguere i mugghi e i belati, i nitriti e i grugniti.<br />

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Egli, così fiero, come le <strong>al</strong>tezze che aveva solcato con le sue <strong>al</strong>i<br />

frementi, doveva riuscir zimbello di un essere capriccioso e incomprensibile,<br />

gioco di gente cieca. Era strano!<br />

Si passò la mano sulla fronte come per scuotere i pensieri<br />

tenebrosi, e p<strong>al</strong>pando la cicatrice ancora ruvida, gli parve<br />

di risentire <strong>al</strong>l’improvviso tutti i dolori sofferti. Non comprese<br />

come mai avesse potuto pregare il dottore d’architettare<br />

la commedia ridicola della caduta casu<strong>al</strong>e e abbassarsi a<br />

perdonare l’omicida, a vivere a lungo sotto il suo tetto e a<br />

mangiare il suo pane. Si vide piccolo e vile, infrollito tra i<br />

fusi e le spole. Arrossì.<br />

Allora propositi neri gli offuscarono la mente: si volle in<strong>al</strong>zare<br />

davanti a se stesso con disegni di vendetta. In quell’istante<br />

non aveva più memoria delle amorose cure dei pastori attorno<br />

<strong>al</strong> suo letto di pena, delle veglie, dei sacrifizi. Ricordava solo<br />

il sangue perduto, il sorriso menzognero di quella civetta,<br />

lo sguardo melenso del gigante stolto. Tutti i suoi truci diavoli<br />

gli trionfavano nell’animo. Era quella la sua ora fosca.<br />

All’improvviso udì <strong>al</strong>le sp<strong>al</strong>le un leggero sfrascare, che gli<br />

interruppe il sogno. Si volse vivamente e vide a pochi passi<br />

Spiranza, che s’avvicinava sorridendo, e un po’ lontane da lei<br />

tre o quattro ragazze che si tappavano la bocca coi grembi<strong>al</strong>i<br />

e fecero appena in tempo ad appiattarsi entro una macchia<br />

di lentischio.<br />

– Che c’è? – diss’egli un po’ bruscamente, non ancora<br />

del tutto rimesso.<br />

– Ecco: – cominciò la giovane, appena trattenendo il<br />

riso – si vuole b<strong>al</strong>lar la scena, e ci manca un b<strong>al</strong>lerino. Siamo<br />

venute in ambasceria per pregarla…<br />

Quel fare gaio lo stizzì vie più e non poté contenersi. –<br />

Andate! – disse con ruvidezza. – Che volete che io sappia<br />

delle vostre scene? Che so di b<strong>al</strong>li sardi, io?<br />

– Non è un b<strong>al</strong>lo sardo: lo comandano in francese, anzi!<br />

– disse la giovane a voce <strong>al</strong>ta. Poi si accostò ancora e con volto<br />

compunto, a voce sommessa gli mormorò: – Ma che ha dunque<br />

oggi? Perché se n’è fuggito? Perché non viene a b<strong>al</strong>lare?<br />

– Mi diverto abbastanza qua! – diss’egli sordamente e<br />

ironicamente – a guardar le capre, e quegli <strong>al</strong>beri secchi e<br />

quelle rocce nude… Son luoghi deliziosi, più belli delle<br />

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