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Ghermita al cuore - Sardegna Cultura

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– Di notte, di giorno, desto, addormentato, per terra, in<br />

aria, il mio pensiero era con… con… te! –. Si curvava con<br />

la scusa di carezzar la bambina, ed abbassava la voce. – Con<br />

te, Speranza. Tu lo sai. I nostri destini sono ormai inseparabili.<br />

Noi dobbiamo vivere uniti. Io non ho mai pensato a<br />

nessuno come penso a te. Neanche a mia sorella, neanche<br />

<strong>al</strong>la mamma, neanche…<br />

Un fiotto di sangue s<strong>al</strong>ì <strong>al</strong> capo di Spiranza, ed ella trab<strong>al</strong>lò<br />

come se il terreno le mancasse. In un attimo la forza<br />

diabolica insperatamente le venne. Diventando quasi brutta,<br />

completò la frase: – …neanche a Silvania, neanche ad Adriana,<br />

a… a… – e aggiunse con rotolio di parole una lunga filza<br />

di nomi. E con occhi ben aperti, osservò e attese.<br />

Silvio restò par<strong>al</strong>izzato. Il viso gli si stravolse, imp<strong>al</strong>lidì<br />

come quello di un cadavere: gli occhi si sbarrarono, sulle<br />

labbra ogni soffio si spense. Parve di pietra.<br />

La giovane assaporò per un attimo tutta la barbara gioia<br />

della vittoria; ma tosto si accorse che la folgore non l’aveva risparmiata:<br />

sentì che qu<strong>al</strong>che cosa le si era scissa violentemente<br />

e le viscere le sanguinavano. Sulla faccia aveva dipinto lo<br />

strazio.<br />

La bimba stupita guardava ora l’uno ora l’<strong>al</strong>tra, intontita.<br />

Egli ebbe un soffio di vita per il primo, e con voce di<br />

tomba chiese: – E tu puoi credere…? –. Gli occhi infossati<br />

e le guance incavate davan a quel volto sì bello il solco della<br />

vecchiezza. Pareva un redivivo.<br />

Spiranza fece un cenno d’affermazione col capo, e con<br />

un <strong>al</strong>ito quasi impercettibile confermò: – Ci credo!<br />

Il sergente abbassò la testa e curvò la schiena come se<br />

un cumulo di rovine gli fosse piombato sopra.<br />

Sulle labbra convulse lottò la parola: ma un gorgòglio<br />

informe gli uscì d<strong>al</strong>la strozza. Le lacrime gli si affacciarono<br />

agli occhi febbricitanti.<br />

Ella vide spuntare d<strong>al</strong>la via di fronte il compare e il fratello,<br />

che s’avvicinavano frettolosi senza vederli. Come morsicata<br />

d<strong>al</strong>la vipera fece un b<strong>al</strong>zo in avanti, trascinò seco Violanteddha,<br />

e lo lasciò lì sulla piazza a bruciare nel rogo.<br />

132<br />

Come fu triste il ritorno da quella festa!<br />

Spiranza non seppe mai dire come avesse passato il resto<br />

della giornata. Ricordava soltanto come un p<strong>al</strong>lido sogno<br />

d’aver vagato inconsciamente di via in via per la città<br />

tutta viva, di casa in casa per rendere la doverosa visita <strong>al</strong>le<br />

amiche e ai conoscenti; ricordava anche che molti le avevan<br />

chiesto se fosse amm<strong>al</strong>ata.<br />

Una scena le era rimasta ben impressa nella mente, perché<br />

le aveva restituito parte della sua forza rabbiosa.<br />

Le due cav<strong>al</strong>cature, la sua e quella del compare, uscivano<br />

d<strong>al</strong>l’abitato e s’incamminavano a passo lento per lo stradone,<br />

tra le ombre rade dei castagni. M<strong>al</strong>cu, che forse aveva<br />

bevuto qu<strong>al</strong>che bicchiere più del bisogno, parlava a voce <strong>al</strong>ta,<br />

e dava spesso delle stratte <strong>al</strong>la briglia per far imbizzarrire<br />

il cav<strong>al</strong>lo: «che diamine! pare si torni da un funer<strong>al</strong>e! Brio,<br />

mio baio!». B<strong>al</strong>tòlu Muscia l’ascoltava con aria melensa,<br />

aprendo le labbra ad un sorriso sci<strong>al</strong>bo. A un tratto il fratello<br />

si era messo a gridare: – Ehi, soldato! Fa il piacere di lasciar<br />

la strada libera! Le bestie si spaventano.<br />

La giovane aveva sentito un tuffo nel <strong>cuore</strong>, e s’era sporta<br />

per guardare in avanti. Aveva scorto Silvio, piantato in<br />

mezzo <strong>al</strong>la via, sotto il sole cocente, come un accattone che<br />

apposti, solo con la sua pena, la generosità dei passanti. –<br />

Taci! – aveva mormorato <strong>al</strong> fratello. – Non vedi? È il nostro<br />

amico!<br />

– Oh! – aveva esclamato M<strong>al</strong>cu, spronando l’anim<strong>al</strong>e.<br />

– M’ammazzino se l’avevo conosciuto. Signor Silvio, signor<br />

Silvio, mi deve perdonare… Ma come va che non<br />

l’abbiamo visto per nulla in tutto il giorno? E sì che Tempio<br />

l’abbiamo attraversato bene per lungo e per largo!<br />

Mentre il fratello sproloquiava, ella s’era chiesta: «Che<br />

cosa è venuto a fare qui, ora? Ha dato forse appuntamento a<br />

qu<strong>al</strong>cuna delle sue…? Possibile ch’egli venga a s<strong>al</strong>utar noi <strong>al</strong>tri?».<br />

E appena aveva udito la risposta ch’egli aveva dato: –<br />

Mi trovavo molto sofferente, caro Marco, e dopo mezzogiorno<br />

non sono più uscito. State tutti bene? E lei, signorina?<br />

Dopo aver stretto la mano <strong>al</strong> fratello, si era avvicinato<br />

per stringerla anche a lei, ed ella l’aveva guardato in faccia<br />

<strong>al</strong>la sfuggita, gli aveva porto freddamente la mano sinistra.<br />

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