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Ghermita al cuore - Sardegna Cultura

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precipitare in un abisso ben più spaventoso di quello dei corpi,<br />

e per sempre! Si era ribellata, inginocchiata là sull’<strong>al</strong>tura<br />

come vittima sopra un <strong>al</strong>tare; aveva abbracciato le gambe del<br />

babbo spasimosamente, dimentica del pericolo di piombare<br />

nel vuoto che l’attirava, sciogliendosi in pianto.<br />

Egli non parlava, ma continuava a singhiozzare, faceva<br />

di no con la testa, di no, di no; e il petto gli si sollevava, gli<br />

si schiantava come se dentro gli fosse scoppiato il <strong>cuore</strong>. –<br />

Figlia mia! – aveva ripetuto molte volte. – Dobbiamo morire!<br />

Morire dobbiamo… disponi l’anima tua <strong>al</strong>la morte!<br />

Ella s’era sentita tutta bruciare, diventata tutta un dolore<br />

d<strong>al</strong> capo <strong>al</strong>le piante; tutto le aveva girato intorno come<br />

in un turbine di vento: il bene e il m<strong>al</strong>e, la luce e le tenebre,<br />

il godimento e la tristezza… In quell’attimo supremo<br />

le si era presentato dinanzi agli occhi dello spirito tutto ciò<br />

che la vita ha di bello e di desiderabile, e aveva sentito una<br />

brama disperata di attaccarsi ancora <strong>al</strong>l’esistenza per quanto<br />

l’avvenire le si annunziasse oscuro e tribolato… Quanto<br />

aveva sofferto in quel punto! Ella credeva che sarebbe bastato<br />

quel momento solo per farle espiare qu<strong>al</strong>siasi peccato.<br />

Pure, credendo necessario il sacrifizio, s’era rizzata tremante<br />

dinanzi <strong>al</strong> vecchio che si ostinava a richiederlo, e con voce<br />

d’oltre tomba gli aveva detto: – Padre, se la morte è indispensabile,<br />

datemela: io la merito… Ma voi perché morire?<br />

Voi non avete peccato! Eccomi: spingetemi con la mano<br />

che m’ha spezzato tante volte il pane e mi ha carezzato il viso<br />

e la testa, quand’ero fanciulla innocente… piombatemi<br />

nel mio destino… Ma voi, no, non dovete morire!<br />

Il padre, intenerito, aveva gettato un urlo e scrosciato in<br />

più miserabile pianto; ma non aveva cessato di far di no col<br />

capo, inesorabilmente: – Tutti due dobbiamo morire, figlia<br />

mia! –. Indi s’era picchiato il petto, segnato con la croce varie<br />

volte: aveva chiesto a Dio perdono dei suoi peccati a voce<br />

<strong>al</strong>ta, che echeggiava a v<strong>al</strong>le come lamento di sepolto vivo,<br />

e tenendo le braccia avanti come per placare tutti gli esseri<br />

della foresta, che si levassero per accusarlo.<br />

Allora essa si era messa a gridare, afferrando istintivamente<br />

e tenacemente l’amato vecchio, per impedirgli a ogni<br />

costo l’esecuzione del mostruoso disegno; e le sue grida<br />

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rimbombavano nella cupezza del v<strong>al</strong>lone animando di paura<br />

tutta la solitudine. Ma egli si era dibattuto, aveva minacciato<br />

d’anticipar la caduta della massa umana con la sua<br />

violenza cieca. Ancor pochi istanti, ed ella si sarebbe sfracellata<br />

con lui, là, in quella bocca d’inferno… O Signore!<br />

Ella non sapeva più dire che cosa avesse provato in<br />

quell’attimo in cui la morte le era dinanzi spaventosa, atroce:<br />

quando se ne ricordava, i capelli le si rizzavano ancora<br />

in testa, e sudava freddo!<br />

Chi li aveva s<strong>al</strong>vati? Non sapeva dirlo. Ricordava solo che<br />

quando esso aveva creduto d’aver l’anima disposta a compiere<br />

il disperato passo e l’aveva già avvinghiata, lei, già morta prima<br />

di morire, per fare insieme il s<strong>al</strong>to nel precipizio; quando<br />

aveva già gridato rocamente <strong>al</strong> cielo: – Signore, misericordia! –;<br />

quando già…; <strong>al</strong>tre grida <strong>al</strong>tissime s’erano sentite per la foresta:<br />

grida d’un petto caro: – Pasc<strong>al</strong>i! o Pasc<strong>al</strong>i!…<br />

Il vecchio aveva <strong>al</strong>libito, come se gli fosse venuto un richiamo<br />

di là d<strong>al</strong> sepolcro, e aveva <strong>al</strong>lentato le braccia, lasciando<br />

libera la preda; e pochi momenti dopo, la madre<br />

s’era precipitata urlando e coi capelli scarmigliati sopra quello<br />

scoglio m<strong>al</strong>edetto, e li aveva strappati <strong>al</strong>la morte! A pochi<br />

passi seguiva Mena, piangente, con le vesti lacere dai bronchi<br />

e dai pruni. La vecchia li aveva tenuti stretti con vigoria<br />

esasperata, continuando il suo clamore scomposto, che gli<br />

echi ripetevano… Il babbo continuava a singultare e le <strong>al</strong>tre<br />

donne a piangere… Che ora di purgatorio! Non la voleva<br />

neppur ricordare…<br />

Così era stata s<strong>al</strong>vata da m<strong>al</strong>a morte: ma quei momenti<br />

di disperazione le avevano abbreviato la vita, le avevano imbiancato<br />

molti capelli, a vent’anni!<br />

La sventurata si passava la mano sulla fronte quasi per<br />

astergere il sudore agghiacciato che sentiva ancora scorrere<br />

come le era scorso nell’istante d’agonia; e <strong>al</strong>lora anche il<br />

piede che moveva la rustica culla s’arrestava, e l’oblio intenso<br />

l’avvolgeva. Poco dopo però, a un vagito della creatura,<br />

veniva scossa da un sussulto e ritornava in sé. S’era dimenticata<br />

del suo tesoro, povera sconsolata e sconvolta, per volare<br />

con la mente a quelle pene che sperava la purificassero,<br />

e quella vocina di lamento la richiamava <strong>al</strong>le brevi sue<br />

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