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la grammatica - Homolaicus

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contrario al proprio punto di vista ideologico o politico.<br />

È impossibile dire se sia più facile rieducare a un maggiore equilibrio<br />

e distacco, a una maggiore concretezza e obiettività il maniaco sessuale<br />

o il fanatico religioso o politico. Sicuramente è molto più facile recuperare<br />

al<strong>la</strong> normalità comunicativa quel mafioso che, prima di pentirsi, aveva dovuto<br />

usare per tutta <strong>la</strong> sua vita e soprattutto nei momenti cruciali dell'azione<br />

criminosa, un linguaggio figurato che gli permettesse di apparire come una<br />

persona normale.<br />

Oggi il linguaggio figurato, utilizzato di proposito in letteratura,<br />

appare come un antiquato orpello retorico, tipico dell'antichità c<strong>la</strong>ssica o<br />

controriformistica, allorquando si pensava che il valore artistico di un'espressione<br />

letteraria dipendesse anzitutto dall'eleganza formale con cui veniva<br />

formu<strong>la</strong>ta. Tuttavia alcune figure si usano ancora oggi, soprattutto nel<strong>la</strong><br />

poesia. E se ne incontrano ancora tante là dove si continua a par<strong>la</strong>re il<br />

dialetto e si usano i proverbi popo<strong>la</strong>ri, ma anche nel<strong>la</strong> pubblicità e in certe<br />

forme del linguaggio giornalistico.<br />

Orientativamente le figure retoriche possono essere suddivise in<br />

tre macro categorie: di contenuto (p. es. antitesi, ossimoro, prosopopea,<br />

ironia, perifrasi, eufemismo, litote, iperbole ecc.), di forma (p. es. apostrofe,<br />

epifonema, preterizione, reticenza, gradazione, chiasmo, iperbato, anafora,<br />

epistrofe ecc.) e <strong>grammatica</strong>li (p. es. prostesi, epentesi, metatesi, epitesi,<br />

asindeto, polisindeto, zeugma, ellissi, pleonasmo, enal<strong>la</strong>ge, ipal<strong>la</strong>ge, anacoluto,<br />

sillessi, prolessi ecc.). Quest'ultime sono partico<strong>la</strong>rmente artificiose,<br />

inventate dai poeti come mero abbellimento stilistico, al di là dell'autentico<br />

atto creativo, usate più che altro per necessità di rima o come licenza poetica.<br />

Altro tipo di suddivisione proposto dai grammatici è il seguente:<br />

figure linguistiche e figure stilistiche. Le prime riproducono un rapporto<br />

di somiglianza, frutto di una libera scelta espressiva (le due immagini sono<br />

esattamente sullo stesso piano logico, come nel caso p. es. del<strong>la</strong> metafora,<br />

dell'allegoria, del<strong>la</strong> similitudine ecc.). Le seconde invece, meno importanti,<br />

pongono un rapporto spontaneo di dipendenza tra le due immagini, dettato<br />

da esigenze di brevità (come nel caso del<strong>la</strong> metonimia, del<strong>la</strong> sineddoche,<br />

del<strong>la</strong> antonomasia, del<strong>la</strong> prosopopea ecc.).<br />

Quando poi <strong>la</strong> figura nasce dal<strong>la</strong> disposizione delle parole nel discorso,<br />

acquistando un aspetto che interessa il colorito del<strong>la</strong> frase, si par<strong>la</strong><br />

di figure di costrutto (vedi il raddoppiamento, l'anafora, il chiasmo, l'asindeto,<br />

il polisindeto ecc.).<br />

Per non apparire cattedratici, ci piace chiudere questa premessa<br />

con le riflessioni spiritose, variamente rimaneggiate qua e là, di G. Rajberti,<br />

il quale così scriveva:<br />

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