la grammatica - Homolaicus
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Raccontare vuol dire memorizzare il mondo e allontanarlo dal<strong>la</strong><br />
brutalità insensata del<strong>la</strong> realtà per dargli una forma comprensibile.<br />
La scrittura, è vero, perde sempre quando si confronta con <strong>la</strong> vita,<br />
ma contemp<strong>la</strong> uno sforzo di messa in gioco oneroso e sincero… (Avvenimenti,<br />
28 mag 97)<br />
Aldo Busi<br />
Mi alzo alle quattro di mattina e mi chiudo nel mio studio e <strong>la</strong>voro<br />
anche per quindici ore al giorno, per mesi e mesi. Mi sento una specie di<br />
p<strong>la</strong>sma indifferenziato che vaga per <strong>la</strong> casa. La felicità più grande è sentire<br />
questo corpo al servizio di un progetto…<br />
Una trama vale l'altra. La cosa più importante è il punto di vista,<br />
cioè Chi racconta Cosa, e quindi in quale modo.<br />
Io ho bisogno di molte stesure; <strong>la</strong> mia scrittura richiede una pazienza<br />
infinita, da certosino. Mi sono sempre rifiutato di avere uno stile, ma<br />
tutti i miei libri ne hanno uno, perché i punti di vista sono stati ogni volta<br />
diversi. (Avvenimenti, 12 lug 95)<br />
Rossana Campo<br />
Nonostante non mi piacesse studiare, avevo passione per <strong>la</strong> lettura.<br />
Da sempre. Prime impressioni infantili: Piccole donne. Parteggiavo per<br />
Meg, <strong>la</strong> parte inesplorata, un po' malinconica, romantica.<br />
Avevo letto Gita al faro a quattordici anni, ma non ci avevo capito<br />
niente. Lo riprendo due anni dopo, durante un viaggio Savona-Napoli: ero<br />
decisa a capirci qualcosa. Esco dal treno completamente sbal<strong>la</strong>ta: <strong>la</strong> lettura<br />
era stata un trip.<br />
E poi, letture bulimiche: Dostojevskij, Cechov, Tolstoj,<br />
Mansfield… E insomma mi era venuta voglia di provare.<br />
Avevo inventato cinque storie, ognuna con un nome femminile.<br />
Storie tragiche: un'insegnante di <strong>la</strong>tino finiva paralizzata, un'altra si sposava,<br />
aveva dei figli, ma si metteva a bere e finiva alcolizzata, un'altra ancora,<br />
che faceva <strong>la</strong> veterinaria, si schiantava contro un albero.<br />
Li ho battuti a macchina con una certa libidine, li ho rilegati; ho<br />
messo su una bel<strong>la</strong> fascetta, Anna Pao<strong>la</strong> e le altre, e li ho fatti leggere al<strong>la</strong><br />
mia amica Ornel<strong>la</strong>. Pensavo che si mettesse a piangere, invece schiantava<br />
dalle risate.<br />
Ho così capito che mi piaceva molto di più far ridere anziché far<br />
piangere. Insomma, avevo stabilito il nucleo delle mie storie future: partire<br />
da una storia anche tragica, e poi comunque aggiungere vitalità, allegria.<br />
Il <strong>la</strong>voro che cerco di fare è mettere <strong>la</strong> vibrazione del par<strong>la</strong>to nel<strong>la</strong><br />
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