la grammatica - Homolaicus
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Carlo Levi: «Un uccello si leva improvviso da terra frul<strong>la</strong>ndo e scompare».<br />
La <strong>grammatica</strong> strutturale lo considera significativo pur nel<strong>la</strong> sua<br />
mancanza assoluta di riferimenti spazio-temporali. Concediamolo. Detta<br />
<strong>grammatica</strong>, tuttavia, ha <strong>la</strong> pretesa di poter individuare un sintagma autonomo,<br />
entro quell'enunciato, in grado di esprimere un senso completo indipendentemente<br />
dal contesto del<strong>la</strong> frase. E tale sintagma minimo sarebbe il<br />
seguente: «un uccello improvviso da terra».<br />
Ora, come si può ben notare, in questa combinazione di monemi<br />
non esiste predicato ma solo soggetto, <strong>la</strong> cui azione è implicita nel movimento<br />
espresso dai monemi «improvviso» e «terra». Anzi, poiché il monema<br />
«terra» da solo potrebbe anche voler dire che l'uccello d'improvviso<br />
«cadde» sul suolo (magari perché colpito da un cacciatore), il vero senso di<br />
tutto il sintagma autonomo è indicato da una semplice preposizione di luogo:<br />
«da».<br />
Senza questo monema funzionale noi non riusciremmo a capire se<br />
l'uccello è stato appena abbattuto o se si è levato dal suolo perché spaventato<br />
da uno sparo, impaurito da qualcosa o attirato da qualcos'altro (che può<br />
aver visto in aria o altrove). Questo ragionamento, in sostanza, è pura follia<br />
e il pretendere di saper distinguere i sintagmi autonomi da quelli predicativi<br />
e altre oziosità del genere è solo una perdita di tempo.<br />
*<br />
La <strong>grammatica</strong> dice che chi invia un messaggio è definito «emittente»,<br />
chi invece lo riceve è il «ricevente». Tuttavia, nel<strong>la</strong> comunicazione<br />
il linguaggio è sempre circo<strong>la</strong>re, altrimenti non c'è comunicazione, cioè<br />
«mettere insieme», ma solo «monologo».<br />
Nel<strong>la</strong> comunicazione umana emittente e ricevente si confondono<br />
di continuo, cioè si scambiano i ruoli senza neppure accorgersene. L'emittente<br />
può esistere solo nel momento in cui si inizia un discorso, ma subito<br />
dopo, se esiste interazione, esso è già ricevente; anzi, anche nel momento<br />
dell'inizio, è sempre difficile dire da dove provenga <strong>la</strong> motivazione che ha<br />
fatto nascere un discorso: uno può essere emittente senza sapere che inconsciamente<br />
è già stato ricevente. Cioè uno può iniziare a dire qualcosa perché<br />
qualcun altro, prima di lui, prima di quel momento, in circostanze anche<br />
remote o fortuite, può in qualche modo avercelo indotto.<br />
In una società basata sul<strong>la</strong> comunicazione una persona è emittente<br />
solo perché un'altra persona lo è stata prima di lei. E non c'è destinatario<br />
che, a sua volta, non si trasformi subito in emittente.<br />
Ecco perché <strong>la</strong> <strong>grammatica</strong> è una pura formalità. Il fatto stesso di<br />
sostenere che <strong>la</strong> comunicazione avviene correttamente solo se emittente e<br />
ricevente utilizzano lo stesso codice interpretativo, è sintomatico del<strong>la</strong> grande<br />
povertà di questa disciplina.<br />
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