la grammatica - Homolaicus
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LE FUNZIONI DEL VERBO<br />
Quali funzioni ha un verbo nel<strong>la</strong> lingua italiana? Le più pleonastiche<br />
da un punto di vista filosofico. Generalmente infatti sono cinque, ma si potrebbero<br />
ridurre a una, massimo due.<br />
Facciamo alcuni esempi. «Il docente spiega» indica un'azione, ma se<br />
vogliamo è anche un modo di essere del<strong>la</strong> sua professione. Invece, secondo <strong>la</strong><br />
<strong>grammatica</strong>, per specificare un suo modo di essere, si dovrebbe p. es. dire che<br />
«il docente è noioso».<br />
Ma se noi diciamo: «Il docente spiega noiosamente», torniamo di nuovo<br />
a indicare un'azione, poiché, siccome dopo il verbo abbiamo messo un avverbio,<br />
il gioco in <strong>grammatica</strong> non vale più. Ecco quindi un chiaro esempio di<br />
cosa voglia dire far prevalere <strong>la</strong> sintassi sul<strong>la</strong> semantica.<br />
Qual è dunque <strong>la</strong> differenza semantica tra «azione» e «modo di essere»?<br />
Semplicemente non c'è e non si capisce perché debba esistere in <strong>grammatica</strong>.<br />
Se io non faccio nul<strong>la</strong>, il fatto stesso di «non fare» è non solo un modo di<br />
essere, ma anche una precisa azione: <strong>la</strong> legge considera <strong>la</strong> «non azione», in<br />
caso di bisogno, una colpa di omissione. I docenti sanno anche bene cosa significa<br />
«culpa in vigi<strong>la</strong>ndo»: per questo tendono a rifiutare i viaggi di istruzione.<br />
Noi non vogliamo essere come quei farisei che di fronte al bisogno dicevano<br />
che di sabato il «fare religioso» era «non fare nul<strong>la</strong>». E non siamo neppure<br />
come quei cristiani che, pur criticando i farisei, dicevano: «Quanto vi dicono,<br />
fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e<br />
non fanno» (Mt 23,3). Queste forme di alienazione almeno <strong>la</strong> <strong>grammatica</strong> potrebbe<br />
risparmiarcele.<br />
Un'azione o un modo di essere sono sempre re<strong>la</strong>tivi a qualcos'altro.<br />
Paradossalmente potremmo dire che se invece di «spiegare», il docente leggesse<br />
il giornale in c<strong>la</strong>sse per conto suo, <strong>la</strong>sciando che i ragazzi facciano i loro comodi,<br />
lui certamente «farebbe qualcosa», ma al di fuori del suo «modo di essere»,<br />
deontologicamente par<strong>la</strong>ndo.<br />
Per essere giustificata, un'azione dovrebbe quanto meno essere messa<br />
in rapporto a un certo modo di essere, stabilito almeno in maniera indicativa (i<br />
docenti sono adulti, non bambini). Prima si indica a qualcuno come comportarsi<br />
in via generale, poi gli si <strong>la</strong>scia facoltà di agire come meglio crede.<br />
Un verbo quindi dovrebbe sempre esprimere un modo di essere, all'interno<br />
del quale si può andare a specificare il tipo di azione. Così, se un docente<br />
spiega noiosamente, senza destare interesse da parte dei ragazzi, l'avverbio dice<br />
molto di più del verbo.<br />
Che poi i fatti dimostrino che da un certo modo di essere si possono<br />
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