la grammatica - Homolaicus
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non tenga conto di questa rego<strong>la</strong> fondamentale, non ha senso.<br />
Un predicato verbale, che può essere esplicito o implicito, può<br />
dunque essere sufficientemente chiaro, ma anche molto oscuro, ecc. Detto<br />
questo, che si <strong>la</strong>sci pure <strong>la</strong> comprensione del suo senso al «consenso» di altre<br />
parti del discorso, precedenti o susseguenti.<br />
Quindi, per concludere, il predicato nominale, come pretesa di indicare<br />
qualcosa di interiore o qualcosa che vada al di là dell'azione, è una<br />
pura illusione. Se io dico che «il profitto è il movente dello sfruttamento»,<br />
sarebbe bastato precisare che «il movente dello sfruttamento» è un attributo<br />
del soggetto, oppure, ancora più semplicemente, che è un complemento<br />
oggetto, in quanto risponde al<strong>la</strong> domanda «che cosa»<br />
Se io dico «libertà è lottare contro le ingiustizie», «è» non dovrebbe<br />
essere considerato una copu<strong>la</strong> e «lottare» un predicato nominale, ma<br />
semplicemente un attributo del soggetto o un complemento oggetto, cioè in<br />
sostanza un contenuto che dà senso a un soggetto che altrimenti rischierebbe<br />
di rimanere astratto.<br />
Se si preferisce <strong>la</strong> formu<strong>la</strong> «contenuto predicativo del soggetto» va<br />
bene lo stesso, a condizione però che si elimini <strong>la</strong> differenza tra predicato<br />
verbale e nominale. Sicché se io dico: «È stato eletto delegato sindacale<br />
del<strong>la</strong> sua scuo<strong>la</strong>», l'espressione «è stato eletto delegato sindacale» non è che<br />
un complemento predicativo di un soggetto sottinteso, in cui elementi come<br />
«delegato sindacale» ed «eletto» sono attributi del soggetto, anche se in<br />
questo caso l'espressione «è stato eletto» è il trapassato prossimo del verbo<br />
«eleggere».<br />
Siccome è più importante individuare un attributo del soggetto, un<br />
complemento che ne qualifichi l'importanza, l'identità, il ruolo, <strong>la</strong> funzione<br />
ecc., posso soprassedere tranquil<strong>la</strong>mente al fatto che le parole «è stato eletto»<br />
sono in realtà un trapassato prossimo.<br />
Il <strong>la</strong>to paradossale di tutta <strong>la</strong> spiegazione re<strong>la</strong>tiva al<strong>la</strong> differenza tra<br />
le varie tipologie di predicati è che, ai fini del<strong>la</strong> costruzione sintattica del<strong>la</strong><br />
frase, se si dicesse che tutti i predicati sono verbali non cambierebbe assolutamente<br />
nul<strong>la</strong>. Il fatto cioè che in astratto si voglia porre una questione di<br />
principio, non determina sul piano concreto alcuna conseguenza logica.<br />
Se io dico: «Un suo difetto è l'astruseria», è del tutto inutile che io<br />
stia a dire che «è» è copu<strong>la</strong> di un predicato nominale («un suo difetto»). Sarebbe<br />
meglio dire che il verbo essere è un predicato verbale e il resto è un<br />
complemento.<br />
Per quale ragione dobbiamo complicarci <strong>la</strong> vita col verbo essere<br />
quando poi il risultato finale non cambia, che è quello in sostanza di capire<br />
che «l'astruseria» in questo caso è soggetto.<br />
Abbiamo voluto costruire complicati predicati nominali, intorno ad<br />
una serie di verbi, quando ciò che più conta è capire chi fa l'azione (o chi <strong>la</strong><br />
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