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la grammatica - Homolaicus

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GIO-DIZIO<br />

Dizionario del gergo giovanile<br />

ANNI SCOLASTICI: 1996-97-98<br />

DELL'ITC «R. SERRA» DELLA CITTÀ DI CESENA<br />

M: Solo maschile; F: Solo femminile; D: Declinabile; I: Indeclinabile<br />

Premessa<br />

La storia di una lingua è anche storia dei gerghi che, adoperati nel<strong>la</strong><br />

quotidianità, possono passare nel<strong>la</strong> scrittura fino a entrare in certi generi<br />

letterari (vedi p.es. le parole prese dal gergo giovanile: lecchino, tosto, imbranato,<br />

sputtanare, sfiga, arrapare, pompato, gufare, ciospo...).<br />

La paro<strong>la</strong> «gergo» viene dall'antico italiano «gergone» (poi detta<br />

anche baccaglio, amaro, giammuffa). In francese si dice jargon, ma anche<br />

argot; in inglese è molto usata <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> s<strong>la</strong>ng, ma nei dizionari si trova anche<br />

<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> jargon (cant è il gergo del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>vita); in spagnolo si dice jerga<br />

(jerigonza, nel '700) e in portoghese girigonza.<br />

I gerghi, di cui l'italiano è ricco quanto lo spagnolo e il francese,<br />

sono linguaggi fortemente espressivi, fatti per comunicare oralmente. Essi<br />

si e<strong>la</strong>borano nel<strong>la</strong> precaria «arte dell'arrangiarsi», al pari dei proverbi popo<strong>la</strong>ri<br />

e delle formule argute che produce <strong>la</strong> vita dei ceti marginali.<br />

Generalmente i gerghi servono all'arricchimento dell'immagine fonica<br />

che <strong>la</strong> lingua di cultura non sempre può soddisfare, ed anche per esprimere,<br />

in un codice a volte effimero, le trasformazioni e le contaminazioni<br />

che <strong>la</strong> lingua predominante subisce nel tempo.<br />

I gerghi sono sempre linguaggi speciali partico<strong>la</strong>rmente marcati,<br />

che hanno due principali ragioni d'esistere:<br />

- dare un segnale del<strong>la</strong> propria appartenenza solidale a un gruppo,<br />

- non farsi capire facilmente da chi è estraneo al gruppo.<br />

I gerghi più noti sono quello dei giovani, dei politici, dei militari e<br />

soprattutto quello del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>vita, che nasce appunto col preciso scopo di<br />

garantire <strong>la</strong> segretezza delle comunicazioni (di qui il forte impiego delle<br />

espressioni metaforiche: p.es. palo per «complice», cantare per «confessare»,<br />

dritta per «informazione giusta»…).<br />

Il gergo ma<strong>la</strong>vitoso delle cosche mafiose, avendo come scopo<br />

esclusivo quello del<strong>la</strong> segretezza, è il più ermetico, compatto e stabile. In<br />

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