la grammatica - Homolaicus
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«mamma»).<br />
Anche quando non scrive di poesia Dante non può fare a meno di<br />
fantasticare. Naturalmente egli si sente in obbligo di precisare che Dio non<br />
può aver par<strong>la</strong>to all'uomo così come l'uomo gli ha risposto, proprio perché<br />
se l'uomo avesse potuto ascoltarlo nel<strong>la</strong> stessa maniera degli angeli, Dio<br />
non avrebbe neppure avuto bisogno di par<strong>la</strong>rgli.<br />
Ecco a quali assurdità si può andare incontro interpretando al<strong>la</strong> lettera<br />
un racconto come quello del Genesi. Cosa che d'altra parte ancora oggi<br />
viene fatta da molti clericali, ivi inclusi quelli che cercano «disperate concordanze»<br />
con le scoperte scientifiche più recenti.<br />
D'altra parte nel<strong>la</strong> ricostruzione del<strong>la</strong> storia dell’umanità da Adamo<br />
al<strong>la</strong> confusione babelica, Dante rie<strong>la</strong>bora argomentazioni che rinviano<br />
ai c<strong>la</strong>ssici commenti al<strong>la</strong> Genesi diffusi nel Medioevo, dai testi di Sant’Agostino<br />
alle glosse di Rabano Mauro e Pietro Comestore. In tutti questi autori<br />
era ormai consuetudine impostare <strong>la</strong> ricerca sulle origini del linguaggio<br />
e sul<strong>la</strong> storia degli idiomi assumendo l’autorità del<strong>la</strong> Genesi come punto di<br />
riferimento.<br />
V) È <strong>la</strong> religione a qualificare l'essere umano, precisa Dante: gli<br />
animali, non essendo a immagine divina, non hanno religione. Sicché per<br />
l'uomo è più importante «essere sentito» che «sentire», cioè percepirsi diverso<br />
dall'animale, sentirsi in corre<strong>la</strong>zione con qualcuno, che non avere<br />
semplicemente l'udito per ascoltare i suoni.<br />
Il dono più importante che Dio fece all'uomo, nel giardino dell'Eden,<br />
fu proprio il linguaggio, perché è proprio l'uso di questo che implica<br />
una prossimità col creatore.<br />
VI) Ma quale fu il primo linguaggio usato dall'uomo? Non certo<br />
quello che uno apprende nel luogo natìo, e neppure una di quelle lingue che<br />
si formò dopo l'esperienza del<strong>la</strong> torre babelica. Dunque <strong>la</strong> prima lingua usata<br />
fu quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> Bibbia, e cioè l'ebraico.<br />
VII) Prima del<strong>la</strong> torre di Babele non esisteva <strong>la</strong> molteplicità delle<br />
lingue. Fu con <strong>la</strong> costruzione collettiva del<strong>la</strong> torre, in cui prevaleva <strong>la</strong> specializzazione<br />
dei mestieri e quindi <strong>la</strong> diversa provenienza geografica dei<br />
materiali da <strong>la</strong>voro e degli stessi <strong>la</strong>voratori, che si formò <strong>la</strong> confusione delle<br />
lingue.<br />
Chi invece non <strong>la</strong>vorò a quel<strong>la</strong> costruzione, conservò intatto il proprio<br />
linguaggio. Dante in sostanza vuol dire che <strong>la</strong> nascita del<strong>la</strong> civiltà commerciale,<br />
che comportò <strong>la</strong> specializzazione delle arti, determinò <strong>la</strong> fine dell'unità<br />
linguistica, e quanto più le arti erano specializzate tanto più barbaro<br />
era il linguaggio degli uomini.<br />
Sotto questo aspetto in Dante emerge un aspetto innovativo rispetto<br />
agli intellettuali del suo tempo, e cioè l'idea ch'esista una naturale instabilità<br />
delle lingue nello spazio e nel tempo, a causa dal<strong>la</strong> mutabilità delle con-<br />
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