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la grammatica - Homolaicus

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I geni dell'umanità avevano padronanza assoluta del<strong>la</strong> lingua: è<br />

forse questo il motivo per cui Marx è sempre stato apprezzato più dell'amico<br />

Engels, il quale però per molti versi gli era superiore.<br />

Spesso per poter comprendere adeguatamente questi geni ci vuole<br />

non meno padronanza linguistica. Ecco perché forse è preferibile limitarsi a<br />

scrivere cose semplici e <strong>grammatica</strong>lmente corrette, piuttosto che avventurarsi<br />

in imprese al di sopra delle proprie forze.<br />

La passione per <strong>la</strong> lingua scritta può avvenire col tempo, ma non è<br />

detto che si sia sempre capaci di trovare una forma adeguata ai propri contenuti.<br />

Se i contenuti sono elevati ci vuole una forma corrispondente, e questo<br />

obiettivo è molto difficile da raggiungere.<br />

Se noi diciamo che nell'arte <strong>la</strong> forma è sostanza, perché questo non<br />

dovrebbe valere anche nel<strong>la</strong> lingua? Il De vulgari eloquio lo dice chiaramente:<br />

per trattare «materie eccellenti» occorre «ingegno e sapienza».<br />

Però Dante era un aristocratico delle lettere. Se prendiamo ad es. i<br />

Vangeli noteremo una realtà del tutto opposta, e cioè il fatto che si possono<br />

scrivere cose molto profonde usando un linguaggio quasi elementare. Di<br />

fronte a un'esperienza letteraria del genere ci si può chiedere se davvero sia<br />

stato possibile realizzar<strong>la</strong> in tutta semplicità.<br />

Forse il segreto del successo di un testo scritto sta proprio in questo:<br />

avere una grande esperienza da raccontare senza rischiare di banalizzar<strong>la</strong><br />

usando un linguaggio al<strong>la</strong> portata di tutti. Solo i grandi scrittori sanno<br />

quanto sia difficile essere semplici e avvincenti.<br />

Anche il non senso ha senso<br />

Siamo immersi nel<strong>la</strong> semantica dal<strong>la</strong> mattina al<strong>la</strong> sera, proprio perché<br />

«in principio era il logos»... Non si può quindi guardare con sufficienza<br />

ciò che non rientra nei canoni prestabiliti, ciò che va oltre le regole o il consueto.<br />

Il non-senso può essere un messaggio criptico, cifrato, come i pizzini<br />

di Provenzano o i rebus di Moro prigioniero delle B.R. Può essere un<br />

messaggio indiretto, allusivo, a mo' di parabole, soggetto a censure (le veline)<br />

o autocensure (i troppi scrupoli di coscienza), oppure può semplicemente<br />

denotare un disagio, il malessere di chi non si sa esprimere con sufficiente<br />

chiarezza, o perché ha pochi strumenti comunicativi, o perché, al contrario,<br />

ne ha troppi e presume che gli altri ne abbiano come lui e lo capiscano<br />

al volo.<br />

Lo stesso linguaggio del<strong>la</strong> politica, ove si dice tutto e il suo contrario,<br />

viene spesso considerato dal<strong>la</strong> stragrande maggioranza dei cittadini<br />

come un incredibile non senso. Ma questo vale anche per tutti i linguaggi<br />

specialistici, settoriali, il primo dei quali è quello giuridico, che pare fatto<br />

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