la grammatica - Homolaicus
la grammatica - Homolaicus
la grammatica - Homolaicus
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Ma non è finita qui. Sono tante le domande da porsi. Per esempio<br />
esistono parole che possiamo definire «chiarissime»? Cioè esistono parole,<br />
frasi, espressioni linguistiche il cui significato s'imponga da sé, a prescindere<br />
dal<strong>la</strong> facoltà interpretativa di chi le ascolta o le legge? e quindi parole<br />
espressioni frasi <strong>la</strong> cui interpretazione non possa non essere che oggettiva<br />
univoca immodificabile?<br />
Si può pretendere che nell'applicare determinate parole frasi<br />
espressioni, lo si faccia «al<strong>la</strong> lettera», senza impegnarsi in un'interpretazione<br />
soggettiva? Quali sono le condizioni in cui un'interpretazione del genere<br />
può essere considerata «sbagliata»? Che cosa significa essere «ambasciatori»?<br />
saper riferire sempre e comunque «al<strong>la</strong> lettera»?<br />
Si può pretendere un'applicazione «al<strong>la</strong> lettera» delle proprie parole,<br />
quando è proprio lo scorrere del tempo, ovvero il mutare delle circostanze<br />
di luogo e di tempo, che le rende re<strong>la</strong>tive? L'oggettività delle parole non<br />
è forse tale solo quando le consideriamo «re<strong>la</strong>tive» a determinate circostanze<br />
di riferimento?<br />
E se col passare del tempo un'interpretazione soggettiva apparisse<br />
più vera di quel<strong>la</strong> oggettiva che si pretendeva al momento in cui quelle parole<br />
erano state dette? Cioè il fatto che determinate parole appaiano, nel<br />
momento in cui vengono formu<strong>la</strong>te, più oggettive di altre, è di per sé sufficiente<br />
a garantire <strong>la</strong> loro oggettività in assoluto?<br />
Qui si vuole dimostrare che non esistono parole oggettive che esu<strong>la</strong>no<br />
da una possibile interpretazione soggettiva. Questo tuttavia non vuol<br />
dire che ogni paro<strong>la</strong> non possa pretendere un'interpretazione oggettiva e<br />
quindi un'applicazione «al<strong>la</strong> lettera». Nessuno può pretendere che determinate<br />
parole vengano applicate al<strong>la</strong> lettera a prescindere dall'interpretazione<br />
che se ne può dare.<br />
Anche perché può capitare che l'interpretazione di chi ascolta o<br />
legge determinate parole, sia essa soggettiva o oggettiva, possa risultare più<br />
significativa di quel<strong>la</strong> che s'era data chi per primo le aveva pronunciate.<br />
- Non posso dirvi tutto perché non sareste in grado di reggerlo.<br />
- Sì però dacci <strong>la</strong> chiave con cui potremo farlo, altrimenti, per favore, evita<br />
questi atteggiamenti di superiorità.<br />
*<br />
In questa seconda edizione il testo è stato suddiviso in due parti: <strong>la</strong><br />
prima riproduce gli argomenti critici già trattati a proposito dei manuali di<br />
<strong>grammatica</strong> italiana (è stato tolto solo il Piccolo codice <strong>grammatica</strong>le e lessicale<br />
del sito quinterna.org per non superare le 300 pp.); <strong>la</strong> seconda parte<br />
invece, oltre a contenere due cose già presenti nel<strong>la</strong> prima edizione (Segni e<br />
comunicazione e Per una riforma del<strong>la</strong> didattica dell'italiano), è caratteriz-<br />
7