la grammatica - Homolaicus
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Nel processo del<strong>la</strong> comunicazione umana non c'è nul<strong>la</strong> che assicuri<br />
una totale univocità del significato di un messaggio. Tutto, com'è giusto che<br />
sia, può essere soggetto a fraintendimento, persino gli oggetti fisici del<strong>la</strong><br />
comunicazione. Questo per dire che <strong>la</strong> comunicazione si basa su una buona<br />
dose di incertezza o, se vogliamo, di reciproca fiducia tra emittente e ricevente.<br />
Nel senso che il più delle volte <strong>la</strong> comprensione o l'accettazione dei<br />
termini di un messaggio dipende non tanto dal<strong>la</strong> loro «chiarezza» teorica o<br />
espositiva, quanto dal rapporto pre-linguistico o meta-linguistico tra i soggetti<br />
interagenti.<br />
È proprio in virtù di questo rapporto che ci si può comprendere anche<br />
quando non è possibile una vera comprensione sul<strong>la</strong> base del messaggio<br />
in sé. È pura illusione pensare che sia possibile una comunicazione<br />
«chiara e distinta» in modo astratto, a prescindere dai soggetti in causa, da<br />
un loro rapporto sociale.<br />
Se col linguaggio si pretende di comunicare un messaggio inequivoco,<br />
il contenuto di tale messaggio sarà necessariamente molto povero o,<br />
anche se complesso (come p. es. nel<strong>la</strong> matematica), re<strong>la</strong>tivamente ininfluente<br />
ai fini del<strong>la</strong> trasformazione del<strong>la</strong> coscienza umana, che deve misurarsi<br />
in un processo decisionale attivo.<br />
Bisognerebbe quindi reimpostare completamente <strong>la</strong> struttura del<strong>la</strong><br />
<strong>grammatica</strong> italiana, focalizzando l'attenzione su quegli esempi che meglio<br />
caratterizzano <strong>la</strong> specificità del linguaggio umano. La <strong>grammatica</strong> non può<br />
essere paragonata al<strong>la</strong> matematica o al<strong>la</strong> logica, proprio perché <strong>la</strong> logica<br />
vera del<strong>la</strong> <strong>grammatica</strong> sta nell'ambiguità delle espressioni linguistiche<br />
umane, ambiguità che è intrinseca al<strong>la</strong> loro formu<strong>la</strong>zione e che è tanto maggiore<br />
quanto più sono in gioco elementi che riguardano <strong>la</strong> libertà di coscienza.<br />
Non ci si può sottrarre all'ambiguità: chi pretende di farlo impoverisce<br />
il linguaggio e indirettamente mina le basi del<strong>la</strong> democrazia.<br />
Di rego<strong>la</strong> <strong>la</strong> <strong>grammatica</strong> sostiene che è il contesto a<br />
«condizionare» <strong>la</strong> comunicazione, in quanto certe proposizioni assumono<br />
significati diversi a seconda del luogo (e del momento) in cui vengono formu<strong>la</strong>te.<br />
In realtà è sbagliato sostenere che si tratti di un «condizionamento».<br />
Il contesto anzi, determinando <strong>la</strong> storicizzazione di un'espressione linguistica,<br />
permette a quest'ultima di dare un senso al<strong>la</strong> propria ambiguità, che altrimenti<br />
risulterebbe del tutto indeterminata e quindi assolutamente incomprensibile<br />
(l'ambiguità infatti non è mai assoluta, ma re<strong>la</strong>tiva all'interpretazione<br />
che se ne può dare, ed è fuor di dubbio che esistono interpretazioni<br />
più adeguate di altre).<br />
Il linguaggio umano non vuole porsi in maniera ambigua per partito<br />
preso, anche perché gli umani, in definitiva, devono potersi comprendere:<br />
di qui peraltro <strong>la</strong> necessità di capire i termini in cui un determinato linguaggio<br />
può esprimersi ambiguamente. Sono infatti questi termini (i confini<br />
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