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la grammatica - Homolaicus

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dove «ragazza» è il primo termine e «stecco» il secondo, mentre <strong>la</strong> «magrezza»<br />

è il terreno comune). È <strong>la</strong> più importante delle figure retoriche negli scritti letterari,<br />

soprattutto poetici. Viene considerata all'origine del linguaggio stesso. Infatti<br />

le parole astratte si riferiscono a qualcosa di concreto cui un tempo furono<br />

associate. Storicamente all'abuso di questa figura s'è dato il nome di «seicentismo»,<br />

in riferimento all'età barocca, quando <strong>la</strong> ricercatezza forzosa delle immagini<br />

simboliche portava facilmente al<strong>la</strong> banalità.<br />

METONIMIA. Indica un personaggio, un oggetto o un fatto non direttamente,<br />

cioè con il suo proprio nome, ma mediante un’altra cosa che sia in un certo rapporto<br />

significativo (logico o di contiguità, non necessariamente di somiglianza)<br />

con quel personaggio, oggetto o fatto. Si può usare <strong>la</strong> materia per l’oggetto<br />

(«ferro» per «spada»); il contenente per un'azione («bere un bicchiere di vino»);<br />

<strong>la</strong> causa per l'effetto («il temporale m'ha al<strong>la</strong>gato <strong>la</strong> casa»); l'autore per <strong>la</strong> sua<br />

opera («ho letto il Leopardi»); <strong>la</strong> divinità per <strong>la</strong> sfera cui essa presiede («marte»<br />

per <strong>la</strong> «guerra»). La metonimia è stata una delle cause fondamentali del cambiamento<br />

di significato delle parole, dettato da esigenze di brevità più che da<br />

una libera scelta espressiva. Un caso partico<strong>la</strong>re di metonimia è <strong>la</strong> SINEDDO-<br />

CHE, con cui si nomina <strong>la</strong> parte per il tutto o il tutto per <strong>la</strong> parte. Es.: «Nel<br />

mare si cul<strong>la</strong>vano quattro vele» (vele = barche).<br />

ONOMATOPEA. È <strong>la</strong> riproduzione di suoni naturali attraverso <strong>la</strong> sonorità del<strong>la</strong><br />

lingua. Il Pascoli in questo fu maestro, ma anche il Futurismo. Es.:«… il tuono<br />

rimbombò di schianto: / rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo» (Pascoli, Tuono).<br />

OSSIMORO. È una forma di antitesi in cui l'accostamento di due situazioni<br />

psicologiche diverse viene fatto con parole che all'apparenza sono contrarie (es.<br />

«un silenzio eloquente»). Fu molto usata nel<strong>la</strong> letteratura c<strong>la</strong>ssica, ma anche in<br />

Metastasio.<br />

PARADOSSO. Affermazione di una realtà che sfida l’opinione comune. Es.:<br />

«Vergine madre, figlia del tuo figlio» (Dante, Paradiso).<br />

PARONOMASIA. Accostamento di parole molto somiglianti per forma e sonorità,<br />

ma diverse per significato. Può essere un invito a giocare con le parole<br />

ma l'abuso determina banalità. Es.: «Tu, p<strong>la</strong>cido e pallido ulivo, / non dare a noi<br />

nul<strong>la</strong>» (Pascoli, La canzone dell’ulivo).<br />

PERIFRASI. Detta anche circonlocuzione. Consiste nel collocare un giro di<br />

parole al posto di una precisa e secca annotazione. Si usa anche per evitare delle<br />

ripetizioni. Es.: «il bel paese là dove il sì sona» (Dante, Inferno).<br />

PERSONIFICAZIONE. Consiste nell'attribuire figure o atti umani a cose<br />

astratte o animate. Es. «fu baciato dal<strong>la</strong> vittoria».<br />

PRETERIZIONE. Si ha quando dopo aver dichiarato di non voler dire una<br />

cosa (specie un nuovo argomento polemico), <strong>la</strong> si esprime poi quasi di sorpresa.<br />

In sostanza si finge di voler tacere ciò che in realtà si dice. Quindi è un rafforzativo<br />

nell'apparente attenuazione. Es. «taccio il fatto ch'eri stato avvisato».<br />

PROSOPOPEA. Consiste nell'attribuire vita e aspetto umano a cose astratte o<br />

inanimate, ovvero presenta persone assenti o morte come presenti e vive. L'uso<br />

è evidente nelle espressioni di tipo religioso o mistico. È detta anche PERSO-<br />

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