enzo di natali il dopo concilio ad agrigento ei ... - Medianetlab.com
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La <strong>com</strong>unione ecclesiale<br />
messa alla prova<br />
Il vescovo Petralia era convinto che l’allontanamento <strong>di</strong> Di Giovanna<br />
dalla <strong>di</strong>rezione del settimanale <strong>di</strong>ocesano avrebbe finalmente chiuso <strong>il</strong> periodo<br />
del <strong>di</strong>ssenso nella <strong>di</strong>ocesi agrigentina, invece fu proprio quel licenziamento<br />
che rafforzò <strong>il</strong> gruppo redazionale e i cattolici <strong>di</strong> sinistra, per avviare<br />
la fase più tormentata della Chiesa agrigentina del ventesimo secolo,<br />
anche se durò appena tre anni. L’8 settembre 1974 fu pubblicato, senza<br />
autorizzazione del vescovo, L’Amico del Popolo con la firma del <strong>di</strong>rettore,<br />
se pur licenziato, Alfonso Di Giovanna, che nell’e<strong>di</strong>toriale È tramontato<br />
<strong>il</strong> giorno della speranza, oltre a <strong>com</strong>unicare la decisione <strong>di</strong> Petralia, spiegava<br />
ai lettori <strong>il</strong> motivo dell’avvenuto licenziamento, che era prevalentemente<br />
politico. Secondo tale articolo <strong>il</strong> settimanale, quantomeno a partire<br />
dalle elezioni politiche del 1972, aveva assunto un nuovo metodo per la<br />
valutazione degli avvenimenti ecclesiali e politici che corrispondeva <strong>ad</strong><br />
un modo nuovo <strong>di</strong> <strong>com</strong>prendere <strong>il</strong> rapporto Chiesa-mondo:<br />
«Al f<strong>il</strong>tro del giu<strong>di</strong>zio della Parola <strong>di</strong> Dio furono giu<strong>di</strong>cati avvenimenti,<br />
uomini e cose, episo<strong>di</strong> e situazioni, <strong>di</strong> Chiesa e non <strong>di</strong> Chiesa,<br />
superando i <strong>di</strong>scriminanti concetti provincia-<strong>di</strong>ocesi, Chiesa locale<strong>com</strong>unità<br />
civ<strong>il</strong>e, ateo-credente, buoni-cattivi, per parlare a tutti un<br />
unico linguaggio in nome <strong>di</strong> Dio e in <strong>di</strong>fesa dell’uomo» 178.<br />
178) E’ tramontato <strong>il</strong> giorno della speranza, in A.d.P, 8-9-1974,1. Questo modo <strong>di</strong> valutare gli<br />
avvenimenti si fece più intenso soprattutto <strong>dopo</strong> <strong>il</strong> Conc<strong>il</strong>io Vaticano II, dovuto anche al contributo teologico<br />
<strong>di</strong> JOHANN BAPTIST METZ, Sulla teologia del Mondo, Brescia, 1974,115, che parlava della riserva<br />
escatologica <strong>com</strong>e atteggiamento critico nella valutazione d<strong>ei</strong> fatti del presente: “ogni teologia escatologica<br />
deve <strong>di</strong>ventare perciò, in quanto teologia politica, una teologia critica della società”. Nell’orizzonte<br />
<strong>di</strong> questa teologia <strong>il</strong> mondo non veniva inteso <strong>com</strong>e cosmo, contrapposto alla persona e nemmeno <strong>com</strong>e<br />
realtà puramente esistenziale e personale, bensì <strong>com</strong>e realtà sociale in un processo storico. E la Chiesa<br />
non viveva accanto o al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> questa realtà, bensì in essa <strong>com</strong>e istituzione critica della società.<br />
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