enzo di natali il dopo concilio ad agrigento ei ... - Medianetlab.com
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marxista, equivaleva a <strong>com</strong>mettere un peccato contro lo Spirito 198. Per<br />
Sferrazza l’analisi marxista, elevata a norma morale, doveva controllare<br />
e verificare la vali<strong>di</strong>tà del modo <strong>di</strong> vivere delle <strong>com</strong>unità <strong>di</strong> base<br />
secondo un progetto storico <strong>di</strong> umanità 199. Ovviamente l’istanza<br />
espressa da don Luigi Sferrazza non poteva trovare accoglienza nel Magistero<br />
della Chiesa, perché rompeva proprio con la fonte biblica, la<br />
Tra<strong>di</strong>zione e <strong>il</strong> Magistero, infatti egli in questo modo aveva sostituito<br />
la teologia con l’analisi marxista, riconoscendo alla medesima analisi<br />
marxista la fonte <strong>di</strong> moralità.<br />
In questo modo recepiva pienamente le in<strong>di</strong>cazioni del convegno<br />
<strong>di</strong> Napoli del 1974, che aveva fatte sue le posizioni <strong>di</strong> don Giulio Girar<strong>di</strong>,<br />
<strong>di</strong>verse da quelle <strong>di</strong> Raniero La Valle. Giulio Girar<strong>di</strong> sosteneva<br />
che la verità religiosa doveva essere giu<strong>di</strong>cata alla luce della verità<br />
umana e proponeva un metodo materialistico per la <strong>com</strong>prensione della<br />
Sacra scrittura:<br />
«La lettura biblica, proprio perché avviene da una precisa collocazione<br />
politica, non potrà situarsi al <strong>di</strong> fuori dell’analisi materialistica,<br />
che, <strong>com</strong>e m<strong>il</strong>itanti, applichiamo a tutta la verità» 200.<br />
La fonte morale per valutare ogni <strong>com</strong>portamento umano, sia in<strong>di</strong>viduale<br />
sia sociale, ogni scelta in qualsiasi ambito, soprattutto politico,<br />
non era più <strong>il</strong> vangelo ma l’analisi marxista, elevata a valutare le<br />
198) Cfr., L. SFERR,AZZA, Magistero, articolo cit.<br />
199) Cfr. L.c.<br />
200) L.c. I teologi della teologia della liberazione, Gutierrez, Scannone e Boff, pur avendo<br />
riconosciuto <strong>il</strong> valore dell’analisi marxista, per la <strong>com</strong>prensione d<strong>ei</strong> meccanismi sociali che generavano<br />
miseria e ricchezza, non mi sembra che siano pervenuti alle stesse conclusioni <strong>di</strong> Giulio Girar<strong>di</strong>.<br />
Negli anni 60 e nella prima metà degli anni ‘70, in alcuni settori <strong>di</strong> teologi ed esegeti collegati con la<br />
f<strong>il</strong>osofia ed <strong>il</strong> pensiero marxista si sv<strong>il</strong>uppa <strong>il</strong> tentativo <strong>di</strong> una lettura materialistica della Bibbia e<br />
dell’ecclesiologia. Si trattava <strong>di</strong> tentativi <strong>di</strong> ricerca con approcci e strumenti esegetici e <strong>di</strong> pensiero<br />
<strong>com</strong>pletamente nuovi rispetto all’esegesi tra<strong>di</strong>zionale: <strong>il</strong> tentativo era <strong>di</strong> operare una svolta nell’approccio<br />
alla riflessione teologica, così <strong>com</strong>e nel Me<strong>di</strong>oevo lo era stato con l’assunzione dell’aristotelismo:<br />
si trattava <strong>di</strong> non guardare più <strong>il</strong> marxismo da fuori, cercando <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare opposizioni ed<br />
analogie ma <strong>di</strong> sceglierlo, per motivi più o meno oggettivi (analisi scientifica, con<strong>di</strong>zioni materiali,<br />
aspirazioni alla giustizia), <strong>com</strong>e visione del mondo, della società, della storia.<br />
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