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<strong>di</strong>ce? Non vorrei aver l’aria <strong>di</strong> scavalcarlo. PerciÑ ti prego d’informarlo e <strong>di</strong><br />

sentire la sua opinione. 356<br />

E la Merina Alda? 357 Misterioso tipo, quello… Non saprei per ora <strong>di</strong>re <strong>di</strong> piç. La<br />

sua forza sta lâ, mi pare… e soprattutto questo mi assillerebbe. Salutala. VedrÜ poi<br />

<strong>di</strong> mandarle un libro che, certo, non le piacerà.<br />

Immagino ora il tuo sgombero 358 e la tua famigliola: assistiti dal cielo e dalla<br />

primavera. Bacia il tuo Gianni [sic] e abbraccia la Piera.<br />

Annotazioni<br />

Tuo<br />

150<br />

Mario<br />

Lettera autografa, 1 foglio recto e verso, s. d. e s. i. Datazione desumibile dai<br />

seguenti contenuti testuali: Luzi rassicura Spagnoletti che si recherÉ al Gabinetto<br />

Viesseux da Bonsanti, come preannunciato anche nella lettera LVIII; Vittorio<br />

Sereni Ç consulente presso la casa e<strong>di</strong>trice Mondadori; Giacinto Spagnoletti ha<br />

appena cambiato casa a Milano ed ha giÉ conosciuto Alda Merini.<br />

ciÑ <strong>di</strong>penderebbe la seccatura <strong>di</strong> Mario Luzi nel dover presentare <strong>di</strong> nuovo una proposta ufficiale<br />

(forse la medesima) a Mondadori (cfr. Ivi, la lettera LXI).<br />

356 Vittorio Sereni iniziÑ a collaborare come consulente presso la casa e<strong>di</strong>trice Mondadori verso la<br />

fine <strong>degli</strong> anni Quaranta. Nel 1958 venne nominato <strong>di</strong>rettore e<strong>di</strong>toriale, lavoro che lo impegnÑ fino<br />

alla morte avvenuta nel 1983.<br />

357 Alda Merini (Milano, 1931) fu ‘scoperta’ da Giacinto Spagnoletti e subito inclusa con alcune<br />

liriche (La presenza <strong>di</strong> Orfeo; Il gobbo; La cittÄ nuova e Lettere, Luce) nella sua Antologia della<br />

poesia italiana (1909-1949), e<strong>di</strong>ta presso Guanda, nel 1950. Conosciuta da Giacinto Spagnoletti a<br />

Milano presso la sede del settimanale “Democrazia”, insieme ad Angelo <strong>Roma</strong>nÑ, la Merini nel<br />

1947 iniziÑ a frequentare con assiduitÉ la casa <strong>di</strong> Spagnoletti, dove conobbe, fra gli altri, Giorgio<br />

Manganelli — che fu un vero maestro <strong>di</strong> stile per lei, oltre che il suo primo grande amore —<br />

Davide Turoldo, Maria Corti e Luciano Erba. Ma il 1947 fu, perÑ, anche l’anno in cui si<br />

manifestarono i primi sintomi <strong>di</strong> quella che sarÉ una lunga malattia: la giovane poetessa venne,<br />

infatti, internata per un mese nella clinica Villa Turro e, una volta <strong>di</strong>messa, ricette l’aiuto <strong>degli</strong><br />

amici piÖ cari. Spagnoletti propose <strong>di</strong> pubblicare una raccolta poetica della Merini, La presenza <strong>di</strong><br />

Orfeo, all’e<strong>di</strong>tore Schwarz, nella collana ÉCampionarioÑ inaugurata nel 1952. Successivamente,<br />

sempre presso il medesimo e<strong>di</strong>tore, della poetessa uscirono le raccolte: Paura <strong>di</strong> Dio (1955); Nozze<br />

romane (1955) e Tu sei Pietro (1961). Del suo primo incontro con la poetessa milanese,<br />

Spagnoletti ha lasciato un dettagliato resoconto nello scritto: Alda Merini, vagabonda e mezzasanta,<br />

in I nostri contemporanei. Ricor<strong>di</strong> e incontri, cit., pp. 133-140.<br />

358 Cfr. Ivi, la lettera LVII, nota 344.

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