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Foglio 1 recto<br />
Carissimo,<br />
XXXVI.<br />
111<br />
[Fine agosto 1946] (d.d.)<br />
quei porci dei Vallecchi non mi hanno ancora mandato il tuo libro; 228 e questa Ç<br />
l’unica ragione per cui ho tardato a risponderti. Volevo parlarti del tuo lavoro<br />
dopo averlo riletto e dopo aver visto i mutamenti che vi hai apportato. Non mi<br />
resta che parlarti della tua lettera e della proposta che essa contiene e ringraziarti<br />
dei due bigliettoni che pure conteneva. Non sono contrario al foglio che inten<strong>di</strong><br />
fare: tuttavia devi pensare che a questo punto noi dobbiamo riservare il nostro<br />
sforzo per il momento piÖ propizio, per il momento, cioÇ, in cui nelle con<strong>di</strong>zioni<br />
piÖ favorevoli il nostro lavoro possa riuscire piÖ efficace e esercitare piÖ influenza.<br />
Sarebbe ri<strong>di</strong>colo che dovessimo <strong>di</strong>ventare <strong>degli</strong> specialisti <strong>di</strong> piccoli fogli <strong>di</strong><br />
provincia (pensa a tutte le nostre vecchie imprese <strong>di</strong> refouläs 229 ), dei maniaci<br />
accolti in un cantone pur <strong>di</strong> non perdere una battuta. Penso invece che il nostro<br />
foglio, se si dovrÉ fare, debba essere anche al centro della vita fisica nazionale, e<br />
debba essergli risparmiata qualunque nota <strong>di</strong> malinconia e <strong>di</strong> mortificazione,<br />
all’inizio almeno. Questo non vuol <strong>di</strong>re, caro Giacinto, che io non collaborerÑ al<br />
tuo giornale: tu sai che non mi riuscirebbe rifiutarti nulla. Ma vorrei che tu non vi<br />
riponessi troppa fiducia e non gli attribuissi troppa importanza. Riserva il meglio<br />
<strong>di</strong> te stesso a un’occasione piÖ nostra e piÖ fatale. Non interpretare male queste<br />
parole, ti prego.<br />
Non averti visto qui in queste vacanze Ç stata una delusione. Avrei allora potuto<br />
parlarti e leggerti qualcosa dell’Ode Multipla 230 <strong>di</strong> cui mi richie<strong>di</strong>. Non te la<br />
mando ancora, perchä non sono ancora certo <strong>di</strong> tutte le sue parti. 231<br />
228 Nel 1946 presso l’e<strong>di</strong>tore Vallecchi vengono pubblicate due opere <strong>di</strong> Giacinto Spagnoletti: il<br />
romanzo Tenerezza e l’Antologia della poesia italiana contemporanea in due volumi. Il<br />
riferimento Ç qui al romanzo relativamente al quale Mario Luzi aveva dato all’amico dei consigli<br />
(cfr. Ivi, la lettera XXVIII).<br />
229 Sostantivo derivato dal verbo refouler [fr. respingere, ricacciare, rimuovere].<br />
230 Ode multipla Ç articolata in una serie <strong>di</strong> liriche cui Mario Luzi lavorÑ negli anni dell’imme<strong>di</strong>ato<br />
dopoguerra. Non Ç mai apparsa nella sua integritÉ nä Ç mai stata recuperata. Nel 1946 egli ne dette<br />
due parziali anticipazioni: la prima con il titolo complessivo Da äOde multiplaá, “Società”, II, 6,<br />
aprile-giugno 1946, pp. 275-279, comprendente cinque liriche numerate come IV, V, VI, VII, IX;