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Quanto all’antologia, 25 ho capito l’antifona malapartiana 26 e naturalmente non Ç<br />
neppure il caso <strong>di</strong> parlare del mio libretto. 27 Se vuoi che ne parli a Vallecchi, 28 lo<br />
farÑ volentieri; a Guanda 29 non credo sia il caso <strong>di</strong> rivolgersi, perchä Bertolucci 30<br />
credo abbia giÉ i suoi piani in proposito.<br />
Ti ha comunicato la mia cartolina, l’Ulivi? Fai il possibile per accontentarmi. 31<br />
Intanto l’articolo sulla Manzini 32 va molto bene e, anzi, cercherÑ <strong>di</strong> servirmene<br />
per una recensione che anche io, non so come, farÑ per Bonsanti, 33 eo exigente.<br />
25 Probabilmente Giacinto Spagnoletti cercava un e<strong>di</strong>tore per la sua Antologia della poesia italiana<br />
contemporanea (2 voll.), stampata poi presso l’e<strong>di</strong>tore Vallecchi nel 1946, al quale, nella presente<br />
lettera, Mario Luzi <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> poter rivolgersi “volentieri”.<br />
26 Il riferimento Ç a Curzio Malaparte (pseudonimo <strong>di</strong> Kurt Erich von Suckert, Prato, 1898 –<br />
<strong>Roma</strong>, 1957) che al tempo era il <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> “Prospettive” (1937-1943), rivista con la quale Luzi<br />
iniziÑ a collaborare dal 1940 in modo assiduo fino al 1943 (cfr. Ivi, la lettera VII, nota 45).<br />
27 La ristampa de La barca (1 a ed.: Modena, Guanda, 1935), pubblicata poi presso l’e<strong>di</strong>tore Parenti<br />
<strong>di</strong> Firenze, nella collana <strong>di</strong> ç”Letteratura” / Poesiaé (finita <strong>di</strong> stampare il 15 settembre 1942).<br />
28 La casa e<strong>di</strong>trice Vallecchi fu fondata nel 1913 da Attilio Vallecchi (1880-1946) che la <strong>di</strong>resse,<br />
dando spazio soprattutto ai giovani autori e alle riviste d’avanguar<strong>di</strong>a, fino al secondo dopoguerra.<br />
La <strong>di</strong>rezione fu in seguito assunta dal figlio Enrico (1902-1990). Venduta nel 1962, la casa<br />
e<strong>di</strong>trice fu infine riacquistata dalla famiglia Vallecchi nel 1983.<br />
29 Ugo Guandalini (Modena, 1905 – 1971), detto Guanda, fece conoscere agli italiani i gran<strong>di</strong><br />
poeti stranieri come Eliot, Pound, Neruda, Prävert e Lorca, ma rivelÑ al grande pubblico anche gli<br />
italiani Mario Luzi, Alfonso Gatto, Alessandro Parronchi e Gaetano Arcangeli. Fu intellettuale<br />
‘scomodo’ e scrittore, professore universitario ed e<strong>di</strong>tore, amico del poeta Attilio Bertolucci, ma<br />
anche <strong>di</strong> Carlo Bo, Pier Paolo Pasolini, Giuseppe Ungaretti, Oreste MacrÄ, Salvatore Quasimodo e<br />
Antonio Delfini. Con quest’ultimo a 22 anni fondÑ la rivista “L’Ariete”, il cui primo numero porta<br />
la data del 24 maggio 1927, e nel 1928, sempre con Delfini, “Lo spettatore italiano”, due<br />
pubblicazioni che incontrarono l’ostilitÉ del regime fascista. Nel 1932 fondÑ la casa e<strong>di</strong>trice<br />
Guanda con sede a Parma. Mario Luzi conobbe l’e<strong>di</strong>tore Guanda nel 1934 a Modena, ove si era<br />
recato per proporgli le proprie poesie (La barca, cit.). CosÄ si espresse Luzi in un’intervista del<br />
marzo 2005 parlando dell’incontro: çMi fermai a Modena e andai a cercare Guanda nel suo ufficio.<br />
Mi <strong>di</strong>ssero che non c’era e <strong>di</strong> ripassare dopo. Allora passeggiai per Modena e a un certo punto ci si<br />
incontra, e in un certo modo, pur non conoscendoci, ci si riconosce (gli avevo scritto che sarei<br />
andato a Modena). Erano insieme, Delfini e Guandaé. Durante gli anni trascorsi a Parma anche<br />
Spagnoletti collaborÑ con Guanda. Il critico ha lasciato un ritratto dell’e<strong>di</strong>tore nel saggio dal titolo<br />
Un grande e<strong>di</strong>tore antifascista: Ugo Guanda, nel volume I nostri contemporanei. Ricor<strong>di</strong> e<br />
incontri, cit., pp. 92-97.<br />
30 Attilio Bertolucci (Parma, 1911 – <strong>Roma</strong>, 2000) nel 1939 inaugurÑ con Ugo Guanda çLa<br />
Feniceé, la prima collana <strong>di</strong> poesia straniera in Italia. La <strong>di</strong>rezione della collana fu<br />
successivamente affidata a Giacinto Spagnoletti.<br />
31 Cfr. Ivi, le lettere III, nota 13, e IV, nota 16.<br />
32 La recensione <strong>di</strong> Giacinto Spagnoletti a Venti racconti <strong>di</strong> Gianna Manzini fu pubblicata nella<br />
rubrica çLetture italianeé, “Il Libro Italiano”, VI, 1, gennaio 1942, pp. 56-58.<br />
Gianna Manzini (Pistoia, 1896 – <strong>Roma</strong>, 1974) laureatasi a Firenze, cominciÑ giovanissima a<br />
collaborare a “Solaria” e “Letteratura”. EsordÄ nel 1928 con Tempo innamorato, cui hanno fatto<br />
seguito numerose altre opere <strong>di</strong> narrativa: Boscovivo (1932); Lettera all’e<strong>di</strong>tore (1945); Il walzer<br />
del <strong>di</strong>avolo (1947); La sparviera (1956, Premio Viareggio); Allegro con <strong>di</strong>sperazione (1965);<br />
Ritratto in pie<strong>di</strong> (1971, Premio Campiello). Fu scrittrice <strong>di</strong> moda anche con lo pseudonimo <strong>di</strong><br />
Vanessa.<br />
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