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Recto<br />

Caro Giacinto,<br />

LXXXV.<br />

187<br />

[Inizio ottobre 1952] (d.d.)<br />

volentieri, volentieri sarei venuto a <strong>di</strong>vertirmi un po’ con te a Milano; ma<br />

purtroppo il tuo miserevole amico Ç pieno <strong>di</strong> guai fino ai capelli e non puÑ<br />

<strong>di</strong>stogliere neppure una lira dal bussolotto delle necessitÉ familiari. Ho <strong>di</strong>versi<br />

chio<strong>di</strong>, piuttosto massicci, da tirar fuori a causa <strong>di</strong> necessitÉ e infortuni imprevisti.<br />

Dovresti per favore domandare a Schwarz se quei clichäs che mi ha restituito devo<br />

pagarli io: forse sarÉ senz’altro cosÄ dal momento che non li ha potuti<br />

utilizzare? 492 Sappiate intanto che Rosai 493 Ç rimasto contento del modo come il<br />

suo <strong>di</strong>segno Ç stato riprodotto e, in generale, la stampa e la composizione del libro<br />

mi pare che piacciano. 494<br />

Quanto a ciÑ che mi <strong>di</strong>cevi <strong>di</strong> S. 495 nell’ultima lettera, c’Ö forse qualcosa <strong>di</strong> vero.<br />

Ma non bisogna drammatizzare.<br />

Verso<br />

Sia quel che deve essere, e basta.<br />

Sei stato molto buono con me, vecchissimo mio; e sarebbe stato bello<br />

potere spassarsela insieme per un paio <strong>di</strong> giorni, sia pure a Milano. Riman<strong>di</strong>amo<br />

<strong>di</strong> qualche tempo, dunque.<br />

â passato ieri il Carlino.<br />

492 Per la raccolta Primizie del deserto, cit.<br />

493 Ottone Rosai (Firenze, 1985 – Ivrea, 1957), grande pittore ed incisore, nel 1939 fu nominato<br />

Professore <strong>di</strong> figura <strong>di</strong>segnata presso il Liceo Artistico <strong>di</strong> Firenze e nel 1942 gli venne assegnata la<br />

cattedra <strong>di</strong> pittura all’Accademia <strong>di</strong> Firenze. Nel 1956, all’interno della Biennale <strong>di</strong> Venezia, fu<br />

allestita una grande retrospettiva dell’opera <strong>di</strong> Ottone Rosai, che continuÑ ad esporre a Bologna e a<br />

Trieste, fino al 13 maggio del 1957 giorno della sua morte. Mario Luzi conobbe Rosai a Firenze<br />

nel 1937; in quello stesso anno Luzi scrisse per lui il suo primo contributo <strong>di</strong> critica d’arte apparso<br />

ne “Il Bargello” (Su Rosai, luglio 1937).<br />

494 Il riferimento Ç sempre alla raccolta poetica Primizie del deserto del 1952; a p. 2 si trova il<br />

ritratto <strong>di</strong> Luzi a matita eseguito, nel 1941, da Ottone Rosai.<br />

495 Potrebbe trattarsi <strong>di</strong> Sandro Parronchi con il quale Spagnoletti era all’epoca in stretto contatto<br />

per la pubblicazione, presso Schwarz, della raccolta poetica L’incertezza amorosa. Mario Luzi,<br />

come aveva scritto a Spagnoletti, era fermamente contrario al fatto che la plaquette dell’amico<br />

uscisse contemporaneamente alla propria (cfr. Ivi, la lettera LXXXIV).

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