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Foglio 1 recto<br />
Carissimo,<br />
XXXVII.<br />
113<br />
17 sett.[embre] 1946<br />
penserai come <strong>di</strong> me, dopo tutto questo silenzio. Intanto mi <strong>di</strong>cono che sei<br />
esasperato per le <strong>di</strong>savventure librarie 233 e per l’urgenza <strong>di</strong> sistemarti. é proprio<br />
per questo che ho tardato a scriverti: non avrei voluto venire a te a mani vuote.<br />
Purtroppo gli esami e una certa premura che ho dovuto mettere nel tentativo <strong>di</strong> far<br />
trasferire Elena a Firenze (tentativo, pare, fallito) non mi hanno consentito <strong>di</strong><br />
esaminare tutte le possibilità <strong>di</strong> ricerca sulla magra piazza fiorentina. CiÜ che mi<br />
proponevo e mi propongo si riassume, data la natura delle mie relazioni, in questi<br />
tre punti:<br />
1. Parlare con Gentile 234<br />
2. Parlare con Bracco 235 per il Nuovo Corriere 236<br />
3. Parlare con Bilenchi 237 per la Nazione 238<br />
233 Cfr. Ivi, la lettera XXIX.<br />
234 Federico Gentile (1904-1996), figlio <strong>di</strong> Giovanni, tornÑ alla <strong>di</strong>rezione della casa e<strong>di</strong>trice<br />
Sansoni, acquisita dal padre tra il 1935-37, nel 1945, allorquando il governo Parri revocÑ la<br />
gestione commissariale or<strong>di</strong>nata dal precedente governo Bonomi.<br />
235 Cfr. Ivi, la lettera XXXIV, nota 219.<br />
236 Il “Nuovo Corriere”, quoti<strong>di</strong>ano del Partito Comunista fiorentino, fu stampato a Firenze dal 20<br />
giugno 1945 al 7 agosto 1956. A partire dal 19 maggio 1948, e fino al 7 agosto 1956, fu <strong>di</strong>retto da<br />
<strong>Roma</strong>no Bilenchi. Mario Luzi inizia a collaborare con il “Nuovo Corriere” nel 1946, con la prosa<br />
Pensione padana (29 <strong>di</strong>cembre 1946) e vi continuÑ a pubblicare fino al 1949. Cfr. Ivi, la lettera<br />
XXXIV.<br />
237 <strong>Roma</strong>no Bilenchi (Colle Val d’Elsa, 1909 – Firenze, 1989) e Mario Luzi si conobbero nel 1934<br />
a Firenze, come ricordato dallo stesso Bilenchi: çQuando lo conobbi avevo 24 anni, e Mario 19;<br />
non ricordo chi ci presentÑ, ma non ho alcun dubbio che lo incontrai nei pressi <strong>di</strong> piazza San<br />
Marco. Leggevamo in quei giorni uno scrittore che ci Ç sempre stato caro, Franêois Mauriac. […]<br />
Anche Luzi stu<strong>di</strong>ava le opere <strong>di</strong> Mauriac perchä doveva scrivere una tesi <strong>di</strong> laurea su <strong>di</strong> luié<br />
(ROMANO BILENCHI, Insieme ieri leggendo Mauriac, “La Nazione”, 20 ottobre 1984, citato in<br />
MARIO LUZI, L’opera poetica, cit., p. LXVII).<br />
238 “La Nazione del Popolo” fu l’organo <strong>di</strong> stampa quoti<strong>di</strong>ana del Comitato Toscano <strong>di</strong> Liberazione<br />
Nazionale. Vide la luce l’11 agosto del 1944 quando nella parte nord <strong>di</strong> Firenze iniziÜ la battaglia<br />
per la liberazione della città. Tuttavia la gestazione dell’organo <strong>di</strong> stampa dei liberatori ebbe inizio<br />
prima, nei mesi <strong>di</strong> maggio, giugno e luglio, quando gli uomini che componevano la commissione<br />
<strong>di</strong>rettiva incaricata dal Ctln <strong>di</strong> organizzare il giornale si incontrarono in gran segreto presso la casa<br />
<strong>di</strong> Annamaria Ichino (un’iscritta al Partito d’Azione). Questi uomini erano Carlo Levi, Vittore<br />
Branca, Bruno Sanguinetti, Giacomo Devoto, Alberto Albertoni, Vittorio Santoli, Arturo Bruni e<br />
Ranuccio Bianchi Ban<strong>di</strong>nelli. Tra i giornalisti e i collaboratori piç noti che orbitarono intorno alla