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Foglio 1 recto<br />
Carissimo,<br />
XLVIII.<br />
131<br />
[Settembre 1947] (d.d.)<br />
alla vigilia della partenza, mi ricordo che ti devo almeno un saluto. Credo tu sia<br />
ancora a Mozzano 294 a scrivere, a far rimettere in sesto la Piera. 295 Ma avrei<br />
piacere <strong>di</strong> conoscere le tue decisioni per il prossimo anno e le prospettive che ti si<br />
aprono <strong>di</strong>nanzi. Tra poco io tornerÑ agli esami e alla scuola e credo tu intenda<br />
tutta l’amarezza che io sono ancora in grado <strong>di</strong> provare <strong>di</strong> fronte a questo genere<br />
<strong>di</strong> imposizioni da parte della realtÉ (ma che profanazione usare in questo caso una<br />
cosÄ solenne parola), <strong>di</strong>ciamo delle cose frammentarie e pure cosÄ rigidamente<br />
organate che io non posso determinare, per quanto energica sia la mia scelta e la<br />
mia facoltÉ <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinzione, neppure un poco.<br />
D’altra parte tutto ciÑ da cui l’istinto mi aveva per ora <strong>di</strong>feso ora la ragione mi<br />
suggerisce nettamente <strong>di</strong> rifiutarlo. Ed Ç curioso accorgersi ad un certo punto con<br />
definitiva chiarezza che la sorte <strong>di</strong> uno scrittore Ç piuttosto quella <strong>di</strong> respingere<br />
che <strong>di</strong> accogliere o <strong>di</strong> favorire gli inviti o le sollecitazioni <strong>di</strong> una societÉ<br />
pre<strong>di</strong>sposta a servirsi <strong>di</strong> lui, magari per puro decoro o vanagloria. Quante ostinate<br />
e in fin dei conti abili rinunzie occorrono per preservare la propria qualitÉ e<br />
lasciare aperta la porta ai soccorsi del cielo che tuttavia esigono come premessa e<br />
con<strong>di</strong>zione il raccoglimento e, <strong>di</strong>ciamo finalmente con la dovuta franchezza e<br />
sfacciataggine, la solitu<strong>di</strong>ne. Ora tu capirai che lo sforzo maggiore a cui il nostro<br />
temperamento e la nostra energia psichica sono sottoposti Ç quello <strong>di</strong> conquistarsi<br />
e mantenersi la solitu<strong>di</strong>ne, una solitu<strong>di</strong>ne che in un mondo come questo possa<br />
essere ancora utile.<br />
Non so perchä il <strong>di</strong>scorso mi abbia portato fin qua; era il destino <strong>di</strong> questa lettera<br />
che voleva soprattutto ricordarmi a te e alla Piera. Elena vi ringrazia <strong>degli</strong> auguri e<br />
si ripromette (veramente da tanti giorni) <strong>di</strong> scrivervi: un abbraccio<br />
294 Provincia <strong>di</strong> Parma.<br />
295 Cfr. Ivi, la lettera XLVI.<br />
Mario