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Recto<br />
Carissimo,<br />
LIII.<br />
140<br />
[3 giugno 1948] (t.p.)<br />
quanto Ç che non ci scriviamo. Ho aspettato anche per vedere come si mettevano<br />
le cose alle “Grazie” 318 ma, data l’infatuazione guidacciana 319 dei miei colleghi,<br />
non hai potuto ottenere piÖ <strong>di</strong> un’ampia e pubblica testimonianza <strong>di</strong> stima. (Ormai<br />
avrai veduto la relazione.) 320 Per noi le cose non vanno dunque mai bene. E io che<br />
avevo giÉ deciso <strong>di</strong> non concorrere mai piÖ a un premio, prenderÑ anche la<br />
decisione <strong>di</strong> astenermi da giurie ecc.<br />
M’Ç <strong>di</strong>spiaciuto anche per Bellintani 321 che Ç un giovane, mi sembra, da<br />
incoraggiare e da assistere.<br />
318<br />
Il Premio letterario “Le Grazie” fu istituito a Firenze nell’ambiente delle Giubbe Rosse, nel<br />
1948. Notizie a tale proposito si ricavano anche da una lettera (n. 93) <strong>di</strong> Parronchi a Pratolini,<br />
datata 1 maggio 1948: ça Firenze, […], hanno istituito un premiuccio <strong>di</strong> poesia (per 5 poesie) <strong>di</strong><br />
10.000 alle “Giubbe Rosse” giu<strong>di</strong>ci: Bigongiari, Santi, Luzi, Montale, Gadda, premio “delle<br />
Grazie” chiamato, o se vuoi, “delle 5 Grazie”é (cfr. Lettere a Vasco, cit., p. 124).<br />
319<br />
A proposito dell’esito del Premio “Le Grazie” sempre Parronchi, nella lettera (n. 101) datata 23<br />
maggio 1948, scriveva a Pratolini: ÉIl Premio delle Grazie l’hanno <strong>di</strong>viso fra la Guidacci e Penna.<br />
Bellintani povero in canna e poeta maschio Ö rimasto senza nulla. Pensa che Gadda e la Bigoncia<br />
si sono battuti a spada tratta fino all’ultimo per la Guidacci e Montale ha scritto da Milano <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>viderlo fra Spagnoletti e Arcangeli e se mai preferire la GuidacciÑ (cfr. Lettere a Vasco, cit., p.<br />
135).<br />
Margherita Guidacci (Firenze, 1921 – <strong>Roma</strong>, 1992) stu<strong>di</strong>Ñ presso la FacoltÉ <strong>di</strong> Lettere <strong>di</strong> Firenze,<br />
dove nel 1943 si laureÑ con Giuseppe De Robertis <strong>di</strong>scutendo una tesi su Giuseppe Ungaretti. I<br />
suoi interessi si rivolsero principalmente alla letteratura inglese e anglo-americana, soprattutto a<br />
Emily Dickinson e Thomas S. Eliot. <strong>Stu<strong>di</strong></strong>Ñ al British Institute <strong>di</strong> Firenze e cominciÑ a collaborare<br />
con <strong>di</strong>verse riviste letterarie. Nel 1946 pubblicÑ la prima raccolta <strong>di</strong> poesie La sabbia e l’angelo.<br />
Fu insegnante <strong>di</strong> latino e greco e, dal 1950, <strong>di</strong> Letteratura inglese nei licei scientifici e in <strong>di</strong>versi<br />
istituti tecnici. Dal 1952 iniziÑ la sua attivitÉ <strong>di</strong> pubblicista sulla terza pagina de “Il Mattino<br />
dell’Italia Centrale”. Nel 1949 si sposÑ con Luca Pinna. Nel 1958 andÑ a vivere a <strong>Roma</strong>, dove<br />
iniziÑ a collaborare con “Il Popolo”. Fino al 1972 insegnÑ al Liceo scientifico “Cavour” <strong>di</strong> <strong>Roma</strong>.<br />
Ottenne, infine, la cattedra <strong>di</strong> Letteratura anglo-americana presso l’UniversitÉ <strong>di</strong> Macerata.<br />
320<br />
Il premio “Le Grazie”, nel 1948, fu vinto da Margherita Guidacci che presentÜ al concorso<br />
cinque poesie ine<strong>di</strong>te.<br />
321<br />
Umberto Bellintani (Mantova, 1914 – 1998) stu<strong>di</strong>Ñ presso la scuola d’arte <strong>di</strong> Monza per<br />
<strong>di</strong>ventare scultore, ma richiamato alle armi nel 1940 venne fatto prigioniero in Germania dal ’43<br />
al ’45. Rientrato in Italia, abbandonata l’arte, trovÑ lavoro come segretario in una scuola e si<br />
de<strong>di</strong>cÑ alla poesia. PubblicÑ la prima plaquette, Forse un viso tra mille nel 1953, seguita da Paria<br />
due anni dopo; nel 1963 apparve la sua raccolta riassuntiva E tu che m’ascolti. Nonostante gli<br />
autorevoli consensi (tra gli altri <strong>di</strong> Parronchi, Montale, Chiara, Luzi, Fortini, BÉrberi Squarotti,<br />
Caproni), decise <strong>di</strong> non pubblicare piÖ, tenendo fede all’impegno preso con se stesso fino agli<br />
ultimi anni della sua vita. Nel 1998 uscÄ Nella grande pianura, la sua opera piÖ importante che<br />
comprende la raccolta del 1963 e un’ampia scelta <strong>di</strong> ine<strong>di</strong>ti dei trentacinque anni successivi. La<br />
poesia <strong>di</strong> Bellintani Ç una poesia sui generis, non collocabile in linee <strong>di</strong> tendenza o scuole del