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iferirsi all’ultima e<strong>di</strong>zione che credo sia uscita nel ’42: 63 Ç una scusa che<br />
corrisponde al motivo. Guarda dunque.<br />
Intanto ricordami a Myrtia 64 per cui ho concepito una simpatia, una<br />
simpatia umana e vera. Se mi manderai il suo in<strong>di</strong>rizzo le scriverÑ un biglietto. E<br />
salutami anche Caproni, 65 Bigiaretti, 66 la Danzi, il Proia, il Primerano. 67 Sai che la<br />
Manzini 68 sia incazzata con me? Non mi ha scritto neppure una riga.<br />
Evidentemente…<br />
Un abbraccio, buon lavoro<br />
il tuo<br />
62<br />
Mario<br />
e<strong>di</strong>toriale presso la Bompiani. A partire dal 1951, senza mai trascurare la sua attivitÉ <strong>di</strong> scrittore,<br />
Vittorini <strong>di</strong>resse per Einau<strong>di</strong> la collana çI Gettonié facendo precise scelte e<strong>di</strong>toriali e accogliendo<br />
le opere <strong>di</strong> giovani scrittori, tra i quali Italo Calvino. A partire dal 1960 <strong>di</strong>resse anche la collana<br />
çLa Medusaé per Mondadori.<br />
62<br />
Mario Luzi si riferisce al romanzo <strong>di</strong> Vittorini Conversazione in Sicilia, e<strong>di</strong>to dapprima in<br />
cinque puntate sulla rivista “Letteratura” (dal n. 6 dell’aprile 1938 al n. 10 dell’aprile 1939), poi,<br />
nel 1941, in un unico volume con il titolo Nome e lagrime (Firenze, Parenti, 1941).<br />
63<br />
Ne “Il Libro Italiano” (VII, 1, gennaio 1943, pp. 45-47) si trova in effetti una recensione, nella<br />
rubrica ÉLetture italianeÑ, alla seconda e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Conversazione in Sicilia (Milano, Bompiani,<br />
1942), dal titolo Modo <strong>di</strong> Vittorini, ma Ç a firma <strong>di</strong> Manlio Dazzi e non <strong>di</strong> Giacinto Spagnoletti.<br />
64<br />
Myrthia Ciarlantini figlia del giornalista Franco Ciarlantini, ricordata da Luzi anche in una<br />
lettera a Caproni datata 24.4.[1942] in MARIO LUZI - GIORGIO CAPRONI, Carissimo Giorgio,<br />
Carissimo Mario. Lettere 1942-1989, a cura <strong>di</strong> Stefano Ver<strong>di</strong>no e con uno scritto <strong>di</strong> Mario Luzi,<br />
Milano, Scheiwiller, 2004 (çPlayOné), p. 26, nota 3.<br />
65<br />
Giorgio Caproni (Livorno, 1912 – <strong>Roma</strong>, 1990) “ventitreenne”, come ricordato da Stefano<br />
Ver<strong>di</strong>no, çfu il primo plaudente recensore dell’esor<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Mario Luzi, con La barcaá (MARIO LUZI<br />
- GIORGIO CAPRONI, Carissimo Giorgio, Carissimo Mario. Lettere 1942-1989, cit., p. 9). La<br />
recensione <strong>di</strong> Caproni fu pubblicata il 29 novembre 1935 su “Il popolo <strong>di</strong> Sicilia”. I due in<br />
precedenza non si conoscevano, ma da quel momento nacque tra loro un’amicizia durata sino alla<br />
morte <strong>di</strong> Caproni.<br />
66<br />
Libero Bigiaretti (Macerata, 1905 – <strong>Roma</strong>, 1993) si trasferÄ a <strong>Roma</strong> sin da giovanissimo ed<br />
esordÄ come poeta con le raccolte Ore e stagioni (1936) e Care ombre (1940). PassÑ poi alla<br />
narrativa scrivendo racconti e romanzi. Nel 1942 pubblicÑ la sua prima prova narrativa: Esterina.<br />
Un’amicizia <strong>di</strong>fficile, recensita da Spagnoletti ne “Il Libro Italiano”, VI, 9, settembre 1942 (cfr. Ivi,<br />
la lettera XII, nota 86). Interlocutore pre<strong>di</strong>letto tra il 1932 e il 1990 <strong>di</strong> tanti esponenti della cultura<br />
novecentesca – da Giorgio Caproni a Mario Luzi – Bigiaretti ha raccolto in un unico carteggio<br />
oltre settecento lettere che ha donato allo scrittore Alfredo Luzi nel 1986.<br />
67<br />
Non Ç stato possibile identificare e, <strong>di</strong> conseguenza, reperire notizie bio-bibliografiche inerenti<br />
queste persone.<br />
68<br />
Gianna Manzini poteva essere arrabbiata con Mario Luzi per la recensione a firma <strong>di</strong><br />
quest’ultimo: Venti racconti <strong>di</strong> Gianna Manzini, pubblicata su “Letteratura”, VI, 1, gennaio-marzo<br />
1942, pp. 83-84. La recensione era stata già annunciata da Luzi a Spagnoletti in una precedente<br />
missiva (cfr. Ivi, la lettera V). In effetti in questa recensione Luzi esprime dei giu<strong>di</strong>zi a volte un<br />
po’ troppo forti sulla Manzini fino a concludere: ÉMa nella Manzini anche la coscienza Ö una<br />
qualità umana sfinita e decaduta; veramente il suo mondo Ö piç triste della <strong>di</strong>sperazione, Ö<br />
squallidoÑ (Idem, p. 84).