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Foglio 1 recto<br />

Carissimo,<br />

1950<br />

LXIV.<br />

158<br />

12 maggio [1950] (d.i)<br />

12 maggio<br />

quanto silenzio, che lunghe pause intercorse tra una parola e l’altra del nostro<br />

accorato colloquio. â la prima volta che riprendo la penna in mano dopo mesi e<br />

mesi <strong>di</strong> silenzio con tutti. Non so piÖ niente <strong>di</strong> nessuno: vedo qualche volta a<br />

Firenze Sandro, piÖ raramente Piero. E <strong>Roma</strong>nÑ. 391 Ma c’Ö qualcosa che non va<br />

piç in me; molti appetiti sembrano estinti, il significato della vita risponde quasi<br />

sempre solamente nella coscienza, nel puntiglio morale. Come hanno svergognato<br />

l’uomo, come gli fanno mostrare le corde. Trovo dappertutto una puanteur, 392 un<br />

ribrezzo che poi certi elementi toccanti <strong>di</strong> compassione riescono soltanto ad<br />

affievolire. Ed ho nonostante tutto una grande e semplice fiducia, quella fiducia<br />

biblica dei patriarchi e dei re; ma l’affabilitÉ, il gesto <strong>di</strong> essere vivi e<br />

leggiadramente fatui in mezzo al cerchio <strong>di</strong> vanitÉ dove se ne sono andati? Ad<strong>di</strong>o,<br />

ma non voglio turbare il tuo momento propizio (vigila, tientelo caro). Avrei<br />

soltanto voglia <strong>di</strong> vedere ciÑ che sei riuscito a produrre. Era molto bello e giusto,<br />

stranamente giusto, ciÑ che mi <strong>di</strong>cevi <strong>di</strong> te e in<strong>di</strong>rettamente <strong>di</strong> me e <strong>di</strong> tutti noi<br />

nell’ultima lettera.<br />

E Oreste? Spero non abbia avuto a soffrire nessun guaio a Parma. 393<br />

391 Angelo <strong>Roma</strong>nÉ (Como, 1920 – <strong>Roma</strong>, 1989) ha collaborato a <strong>di</strong>verse riviste, tra cui “La Fiera<br />

Letteraria” e “Humanitas”, ed Ç stato tra i primi piÖ importanti redattori <strong>di</strong> “Officina”. Ha curato,<br />

oltre alla riproduzione de Il Co<strong>di</strong>ce <strong>degli</strong> Abbozzi (Vat. Lat. 3196) <strong>di</strong> Francesco Petrarca (1955),<br />

un’Antologia della “Voce” (1908-1914) nel 1960, ed ha pubblicato <strong>di</strong>versi volumi <strong>di</strong> saggi:<br />

Discorso sugli anni Cinquanta (1965); Il secondo romanticismo lombardo ed altri saggi<br />

sull’Ottocento italiano (1958). Ha raccolto tutte le sue poesie in La cittÄ e altre poesie (1958).<br />

Insieme a Spagnoletti fu consulente presso la casa e<strong>di</strong>trice Garzanti.<br />

392 Puanteur [fr. puzza, odorino (ironico)].<br />

393 Oreste MacrÄ lascerÉ definitivamente Parma per trasferirsi a Firenze nel 1952 (cfr. Ivi, la lettera<br />

L, nota 305).

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