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89<br />

questioni di metodo<br />

scrizione: Bergim(o) / M(arcus) Nonius / M(arci) f(ilius) Fab(ia) / Senecianus / v(otum)<br />

s(olvit) 454 . Un quarto documento epigrafico è stato rinvenuto ad Arco di Trento, nel<br />

territorio dei Benacenses, ager adtributus di Brescia 455 . L’epigrafe è stata, dai più, così letta:<br />

Sex(tus) Nigidius / Fab(ia) primus ae/dil(is) Brix(iae) decur(io) / honore grat(us) d(onum)<br />

d(edit) / ex postulation(e) pleb(is) / aram Bergimo restit(uit) 456 . Un’ultima fonte ricorda il<br />

dio. Si tratta di una coppa vitrea, trovata nella zona occidentale del Capitolium di Brescia<br />

e datata tra la fine del II e gli inizi III secolo d.C., recante una figura maschile, con collana<br />

a ciondoli, falce lunare (o corna) e frecce, accompagnata dal teonimo Bergim[us] 457 .<br />

Concordemente ritenuto un antico dio epicorico, Bergimus è stato alternativamente<br />

indicato, nella storia degli studi, come di origine retica, celtica, cenomane, orobica 458 ,<br />

genericamente legato «all’esperienza religiosa protostorica“ 459 o «assimilazione gallica»<br />

di un preesistente culto «retico o pararetico» 460 . Se ancora si nutrono dubbi sulla natura<br />

di Bergimus, sulle sue caratteristiche e sulle sue funzioni 461 e se ancora troppo sfumate<br />

454 L’epigrafe fu rinvenuta nel giardino del conte Secchi presso la Carità nel 1541 ed è ora conservata<br />

nei magazzini del Museo di Santa Giulia (n. inv. MR 2616). CIL V, 4200, InscrIt X, 5, 6, Gregori 1990,<br />

p. 131, A 190, 015, Garzetti 1991, p. 162, Vavassori 2008, pp. 369-371.<br />

455 Nel recinto della torre del castello o, secondo un’altra versione, tra i detriti alluvionali del torrente<br />

Varrone, Vavassori 2008, p. 367.<br />

456 Conservata al Museo Maffeiano di Verona, n. inv. 28344. CIL V, 4981; ILS 4908, Chisté 1971, p.<br />

129; Buonopane 1985, pp. 152-153; Gregori 1990, p. 287, A 189, 003, 1051; Garzetti 1991, p. 181,<br />

n. 1051; Buonopane 1997, p. 31, Gregori 2000, p. 146 (I secolo d.C.), Paci 2000, p. 463, Buonopane<br />

2001, p. 213, Bassi 2003a, p. 8, Mosca 2003, p. 37. Per Modonesi 1995, pp. 54-55, n. 53; Vavassori<br />

2008, pp. 367-369, l. 4: honore grat(uito) d(ecreto) d(ecurionum). In una lettera scritta a Lodovico Antonio<br />

Muratori, Girolamo Tartarotti avanzava l’ipotesi che la lastra, per l’ottimo stato di conservazione e per la<br />

buona esecuzione del testo epigrafico, fosse copia di un originale andato disperso. Questa congettura è stata<br />

accolta sia da Alfredo Buonopane, sia da Denise Modonesi. I dubbi in merito all’autenticità dell’iscrizione<br />

sono stati risolti, cfr. Paci 1993b, pp. 133-145, Paci 2000, pp. 463, 472, nt. 88. Marina Vavassori ha inoltre<br />

notato come la presenza di linee guida e di apici siano elementi sufficienti a favore dell’autenticità.<br />

457 Roffia 2002, pp. 414-420, Valvo 2010, pp. 234-235, n. 44.<br />

458 Il termine deriva da Oromobii, ovvero gli abitanti di Bergamo, Como e zone limitrofe (Plin. nat. 3,<br />

124-125). Secondo Marina Vavassori il culto di Bergimus sarebbe da estendere anche a quest’area: a Como<br />

e a Lugano furono, infatti, rinvenuti due reperti con onomastica individuale riconducibile a Perkimos/<br />

Perkomos, traducibile in Bergimus/Bergomus; lo stesso nome Bergomum, che pur non deriva dal teonimo Bergimus,<br />

ne condividerebbe l’area semantica. Cfr. Vavassori 2008, pp. 359-360 con bibliografia precedente,<br />

Ardovino 2003, pp. 67-82, Ardovino 2007, pp. 3-13.<br />

459 L’espressione è di Bassi 2003a, p. 8. Cfr., inoltre, Ciurletti 1986, p. 399; Modonesi 1995, p. 55;<br />

Mosca 2003, p. 37, che ritiene molto popolare il culto in considerazione del fatto che l’iscrizione benacense<br />

fu voluta ex postulation(e) pleb(is). Concorda con l’ipotesi di un culto di ampia diffusione anche Elisabetta<br />

Roffia, la quale nota come fra i dedicanti compaiano sia personaggi di condizione libertina, sia di condizione<br />

sociale più elevata, Roffia 2002, p. 415, nt. 14.<br />

460 Modonesi 1995, p. 55.<br />

461 Le ipotesi circa le funzioni e le caratteristiche di Bergimus sono molte. Modonesi 1995, p. 55,<br />

considera Bergimus protettore del colle (berg) e funzionale alla celebrazione dell’agibilità dei valichi alpini,

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