21.06.2013 Views

cover-Murgia_ 2013.pdf - OpenstarTs

cover-Murgia_ 2013.pdf - OpenstarTs

cover-Murgia_ 2013.pdf - OpenstarTs

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

significativamente in un passo di Livio che ricorda come M. Aemilius Lepidus e L. Aemilius<br />

Paulus, nel 193 a.C., ex ea pecunia multaticia clupea inaurata in fastigio Iovis<br />

aedis posuerunt 1751 .<br />

Belenus, quindi, pur essendo divinità di origine non romana, appare in età cesariana<br />

come figura del tutto romanizzata, almeno nel vicus di Iulium Carnicum.<br />

È, inoltre, significativo il fatto che coloro che intrapresero, de sua pecunia, l’opera di<br />

restauro e abbellimento dell’aedes Belini, fossero membri di un collegium simile a quello<br />

che intervenne sull’aedes Herculis. Come precisato da Mainardis, la sfera di protezione<br />

di Belenus e di Hercules doveva riguardare in modo specifico i mercanti, esponenti di<br />

una delle categorie sociali più rilevanti di Iulium Carnicum, nato proprio come centro<br />

emporiale 1752 . La stessa portata finanziaria dell’intervento evergetico era consistente: i<br />

magistri, dunque, disponevano di risorse economiche cospicue, tali da poter garantire<br />

non solamente un rifacimento strutturale, ma anche la donazione di clipei dorati e di<br />

due statue. Pare probabile che a questa qualità di offerta corrispondesse una destinazione<br />

di massima importanza per la comunità carnica.<br />

Se così fosse non dovrebbe stupire la presenza del tempio nell’area che sarà poi occupata<br />

dal foro di età augustea ovvero nel cuore dell’insediamento previcanico e vicanico;<br />

l’obiezione di Fulvia Mainardis secondo la quale sarebbe inopportuna la presenza nel<br />

cuore dell’abitato di un culto a Belenus, espressione di «una religiosità epicoria» 1753 , perde<br />

consistenza se si pensa che questa divinità ricevette da uno dei collegia con maggiore disponibilità<br />

finanziaria presenti nel centro carnico dei doni dorati, difficilmente destinati<br />

a culti di secondo piano.<br />

Qualche nuova proposta può essere formulata sulla base di un’analisi più approfondita<br />

delle fonti.<br />

Per quanto concerne la cronologia, il dato più rilevante è che il tempio citato nell’iscrizione<br />

risulta, tra il 50 a.C. e il 25 a.C., oggetto di una renovatio. Ciò significa, evidentemente,<br />

che esso deve essere stato costruito in precedenza, o in concomitanza con<br />

la creazione del vicus, in età cesariana 1754 , nel caso in cui l’iscrizione si collochi negli<br />

anni più recenti del range cronologico proposto, o nel periodo previcanico, ante 59 a.C.<br />

Qualunque sia la data di costruzione del tempio, ciò che il dato epigrafico dimostra è<br />

che il culto a Belenus, sia che fosse attivo in epoca previcanica, sia che corrisponda ad una<br />

sistemazione del pantheon corrispondente alla formazione del vicus, testimonia come<br />

1751 Per la ricorrenza dell’espressione clupea inaurata in fastigio nelle fonti epigrafiche e letterarie, Mainardis<br />

2008, p. 86. Si veda, inoltre, Liv. 35.10.12, Liv. 35.41.10, Liv. 39.35.4-5.<br />

1752 Mainardis 2008, pp. 56-57. Sul rapporto fra le competenze delle due divinità ad Aquileia, cfr.<br />

Fontana 1997a, p. 114.<br />

1753 Mainardis 2008, p. 56.<br />

1754 Per questa possibilità Todisco 2011, p. 199.<br />

308

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!