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ecuperati alcuni reperti a carattere votivo, databili tra il VII e il VI secolo a.C., tipologicamente<br />

avvicinabili a quelli del deposito di San Pietro Montagnon. In località Feriole<br />

presso Abano Terme, si mise in luce un gruppo di oggetti, databili tra il V e il III secolo<br />

a.C.; la presenza di un bronzetto raffigurante una figura femminile con infante ha indotto<br />

a prospettare un carattere votivo per il deposito 1322 . In occasione di lavori edilizi per<br />

la costruzione del ‘Kursaal’, presso Abano Terme, furono recuperati diversi frammenti<br />

ceramici pertinenti a forme analoghe a quelle individuate presso il santuario di San Pietro<br />

Montagnon. Diversamente da queste, quelle di Abano Terme si caratterizzavano per<br />

una sorta di ‘gigantismo’ che le rendeva inadatte ad un uso domestico. Ciò ha indotto<br />

ad attribuire un valore cultuale al complesso 1323 .<br />

Le fonti relative ai luoghi di culto in area euganea in età protostorica sono, quindi,<br />

molte, ma ben più numerose ne sono le letture interpretative. Altrettanto si può dire<br />

per le testimonianze archeologiche ed epigrafiche di età romana relative alla presenza,<br />

presso le aquae calidae Patavinorum, di un variegato pantheon, all’interno del quale un<br />

posto senza dubbio preminente sarebbe stato occupato dalla divinità locale Aponus 1324 .<br />

Tosi 1987, pp. 180-181.<br />

1322 Bronzi antichi 2000, p. 134, n. 222 (R. Gregnanin).<br />

1323 CaV 1992, p. 72, Maioli 1978, pp. 79-86, Tosi 1987, p. 180, Pascucci 1990, p. 239.<br />

1324 Presso il colle Montirone fu individuato un deposito di centinaia di forme in ceramica, a impasto<br />

grigio o arancio, a pareti sottili, e dodici rytha invetriati, databili tra la seconda metà del I secolo a.C. e il I<br />

secolo d.C. È oggi opinione condivisa che si tratti di una sorta di magazzino di un emporium, connesso ad<br />

un luogo di culto. Dalla stessa zona proviene un bronzetto raffigurante Mercurio, Lavizzari Pedrazzini<br />

1995, pp. 109-166, Bronzi antichi 2000, pp. 73-74, n. 78 (M. T. Lachin). La presenza di resti architettonici<br />

presso il colle Monteorton fu segnalata, già nel 1862, da Andrea Gloria e confermata, tra il 1996 e il 1998,<br />

in occasione di scavi legati ad attività edilizie, e, più di recente, da alcune indagini condotte con il georadar.<br />

Il complesso edilizio si estendeva per circa 820 mq nella sola parte indagata; a est era delimitato da un portico<br />

a pilastri, all’interno del quale si trovavano tre vasche identiche (di circa 2 x 2 m) con fondo in blocchi<br />

di trachite e laterizi legati con malta e bordi in laterizi. A poca distanza dal complesso, verso est, si rinvenne<br />

la sepoltura di un neonato, mentre più a sud emerse un pozzetto quadrangolare con terra di rogo. Si ritiene<br />

che tali resti siano pertinenti ad un santuario, attivo tra la seconda metà del I secolo a.C. e il I secolo d.C.,<br />

legato alle acque termali; la sepoltura e il pozzetto sono stati interpretati come testimonianze di atti rituali<br />

connessi alla fondazione del luogo sacro. Fra il 1826 e il 1827, in località ‘La Cazetta’, fu scavato un grande<br />

edificio, non più visibile, interpretato come tempio. L’architrave, costituito da quattro frammenti in trachite<br />

euganea, recava un’iscrizione ricondotta ad un membro della famiglia imperiale giulio-claudia, CIL V, 2811,<br />

Lazzaro 1981, pp. 171-173, n. 1. Al sito è riconducibile anche un’iscrizione forse pertinente ad un augure<br />

o ad un augustale o, ancora, ad un imperatore, CIL V, 2922. A Montegrotto, presso la chiesa parrocchiale<br />

dei Santi Pietro ed Eliseo, sono stati recuperati alcuni oggetti di tipo cultuale, fra cui una paletta rituale,<br />

l’iscrizione CIL V, 2792 e un bronzetto raffigurante Venere. Per Lazzaro 1979, pp. 134-136, quest’area<br />

fu probabilmente sede del tempio di Gerione. Nelle vicinanze dell’Hotel Vulcania, si rinvenne una lamina<br />

in bronzo con dedica a Vulcano; a sud dell’odierna Piazza Roma, furono messi in luce un grande capitello<br />

corinzio ed un altare modanato con testo iscritto, non più leggibile. Dalle pendici sud-occidentali del colle<br />

Montagnon proviene un arto superiore bronzeo, interpretato come votivo. Votivi anatomici sono stati, inoltre,<br />

raccolti occasionalmente nelle campagne tra Abano Terme e Montegrotto; tra questi si annoverano dei<br />

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