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In merito all’introduzione del culto di Concordia, i più ritengono che l’intervento<br />

di M. Aemilius Lepidus nel 175 a.C. (o 174 a.C.) costituì la circostanza favorevole per<br />

l’introduzione a Patavium del culto a Concordia simbolo della restaurata pace 1188 . Una<br />

situazione analoga si sarebbe verificata, secondo Lellia Cracco Ruggini, a Vicetia dove, in<br />

seguito alla controversia confinaria del 135 a.C. «seguendo l’esempio fornito anni prima<br />

dalla vicina e più importante comunità patavina, dopo l’intervento arbitrale del console<br />

Marco Emilio Lepido sollecitato a sanare grossi contrasti interni alla città – istituissero<br />

(sc. i Vicentini) come a Padova speciali sacerdoti addetti al culto ufficiale della Concordia<br />

cittadina» 1189 .<br />

Una seconda ipotesi si deve a Cesira Gasparotto. Un affidamento ai liberti del ‘sacerdozio’<br />

dei Concordiales sarebbe avvenuto intorno alla seconda metà del I secolo a.C.,<br />

cioè negli anni immediatamente successivi al duro intervento di Asinio Pollione a Patavium<br />

1190 . Macrobio ricorda, infatti, che i Patavini, per non obbedire all’imposizione di<br />

Pollione di consegnare armi e denaro, si sarebbero nascosti, tanto più che i loro schiavi<br />

erano stati sollecitati alla delazione in cambio di premi e libertà. Nessuno di loro, però,<br />

si sarebbe lasciato indurre al tradimento 1191 . Secondo Gasparotto, dunque, i servi fedeli<br />

avrebbero ottenuto in cambio del loro esemplare comportamento la manumissio e la<br />

dirigeva lungo il margine occidentale di Prato della Valle, Corso Vittorio Emanuele II, piazzale Santa Croce,<br />

fino alla Mandria. Sono note tombe anche in via Marin e in via Santa Maria in Vanzo, cfr. Bonetto 2009a,<br />

p. 149. A proposito dell’articolata situazione urbanistica del settore meridionale, Cesira Gasparotto aveva<br />

prospettato la presenza di due aree sepolcrali, l’una corrispondente al quartiere Vanzo, tra porta Saracinesca,<br />

il ponte delle Torricelle e Corso Vittorio Emanuele II, l’altra al complesso basilicale di Santa Giustina. I<br />

due settori erano separati da uno spazio libero da sepolture e connotato dalla presenza del teatro. Sulla base<br />

di questi elementi, la studiosa aveva prospettato l’esistenza di un luogo pubblico extrapomeriale, definito<br />

‘Campo Marzio’, dove le tombe potevano trovare posto solo previa autorizzazione del consiglio municipale.<br />

L’ipotesi avrebbe trovato conferma nella presenza di alcune iscrizioni funerarie di personaggi che avevano<br />

ricoperto alte magistrature, come il senatore M. Arruntius Aquila (CIL V, 2819) o il quattuorvir iure dicundo<br />

C. Asconius Sardus (CIL V, 2829), cfr. Gasparotto 1927, pp. 77-109. Tale proposta fu respinta da<br />

Giovanna Tosi, che suggeriva, in alternativa, la possibilità di una progressiva estensione urbana dal margine<br />

settentrionale a quello meridionale dell’area attualmente occupata da Prato della Valle, sulla base della dislocazione<br />

delle tombe. Tra la fine del I secolo a.C. e l’inizio del I secolo d.C. le tombe risultavano occupare<br />

la zona più a nord, mentre in seguito gravitavano tra la basilica di Santa Giustina, corso Vittorio Emanuele<br />

II, piazzale Santa Croce e la sponda destra del Meduacus. In tal modo libero spazio sarebbe stato garantito<br />

al teatro e al circo, Tosi 1987, pp. 160-161.<br />

1188 Cfr., per esempio, Ghislanzoni 1938, p. 47, Gasparotto 1951, p. 43, Mansuelli 1962, p. 246,<br />

Sartori 1981, p. 109, Bassignano 1981, p. 211, Bassignano 1987, p. 346, Bassignano 2001, p. 334, Tosi<br />

2002a, p. 87, Bassignano, Boscolo 2007, p. 391-392. Contra Buchi 1993, pp. 20-21.<br />

1189 Cracco Ruggini 1990, p. 3. Si veda, inoltre, Cracco Ruggini 1987, pp. 211-212, 242-244, 274.<br />

1190 Su Asinio Pollione e sulla sua presenza in Italia settentrionale, cfr. Vell. 2.76.2, Sartori 1981, pp.<br />

126-128, zecchini 1982, pp. 1265-1296, Capozza 1987, pp. 32-34, Buchi 1993, pp. 49-50, Cresci<br />

Marrone 2011c, pp. 119-120, Cresci Marrone 2012, pp. 241-252.<br />

1191 Macr. sat. 1.11.22.<br />

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