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te impiegabili anche nei contesti funerari: numerose sono, infatti, quelle restituite dalle<br />

tombe di Lipari, ma anche a Taranto e in altri siti della Magna Grecia e della Sicilia 313 .<br />

Terrecotte figurate potevano trovarsi in dimore private, sia in connessione con larari,<br />

sia con mera funzione ornamentale 314 . Statuette fittili erano poi tradizionalmente regalate<br />

nel giorno dei Sigillaria come doni di buon augurio 315 .<br />

Si tratta, inoltre, di oggetti non solo polifunzionali ma anche polisemici: una testa,<br />

ad esempio, poteva alludere non solo ad un fenomeno di sanatio, ma anche rappresentare,<br />

per metonimia, l’offerente; il piede, il cammino compiuto per raggiungere il tempio,<br />

la mano, la preghiera rivolta al dio, l’animale, il sacrificio o la richiesta per propiziare le<br />

attività di caccia e di allevamento 316 .<br />

Similmente deve essere considerata la piccola bronzistica: insufficiente in molti casi<br />

l’analisi dei contesti, rischiosa lacuna qualora si tenda ad interpretare rinvenimenti sporadici<br />

come segnale di un vero e proprio luogo di culto strutturato 317 . I bronzetti, infatti,<br />

potevano far parte di larari domestici, non a caso sono spesso rinvenuti assieme vari<br />

tipi di icone divine, o costituire un oggetto perduto durante un viaggio, una sorta di<br />

talismano personale 318 , o rappresentare piccoli oggetti decorativi di ambienti privati:<br />

caso emblematico è quello della Villa dei Papiri a Ercolano dove, oltre al significato di<br />

‘oggetto d’arte’, alcune statuette assolvevano la funzione di indicare la collocazione dei<br />

volumi all’interno della biblioteca 319 .<br />

Un’altra particolare classe documentaria è rappresentata dalle gemme 320 . L’uso di donare<br />

alle divinità oggetti d’ornamento personale, in particolare cammei e intagli, spesso<br />

inseriti in anelli, più raramente sciolti 321 , è testimoniato dalle fonti letterarie, epigrafiche<br />

ed archeologiche 322 . Se numerosi sono poi i contesti santuariali o le stipi votive nei quali<br />

313 Terrecotte votive 1980, p. 227, de Cazanove 1997, p. 165, Rubinich 2006, pp. 226-227, con<br />

bibliografia.<br />

314 de Cazanove 1997, pp. 165-169.<br />

315 de Cazanove 1997, p. 166.<br />

316 Fontemaggi, Piolanti 2000, p. 27. Analoghi problemi interpretativi presentano gli ex voto anato-<br />

mici animali, su cui de Cazanove c.s.<br />

317 Cfr. per esempio, Bolla 1993, p. 68; Bolla 1999a, pp. 213-216.<br />

318 A questo proposito si può ricordare il caso emblematico delle divinità entro edicola o quello dei<br />

tempietti miniaturistici, veri e propri souvenirs, cfr. Bolla 2002, p. 95. Alcuni esempi in Immagini divine<br />

2007, p. 167, n. 9, p. 168, n. 10 (E. Filippini).<br />

319 Cfr. Wójcik 1986, pp. 157-170, 227-244; Scatozza Höricht 1989, pp. 132-133, nn. 177-184;<br />

Nemirowsky 1991, pp. 170-182. Si rivela utile, inoltre, per una discussione sulla funzione decorativa o<br />

cultuale dei bronzetti, nello specifico di quelli aventi per soggetto Ercole, Coralini 2001, pp. 36, 60.<br />

320 Cfr. Guiraud 1996, pp. 161-163.<br />

321 Le gemme potrebbero essersi staccate dai castoni, dopo la deposizione, per l’alterazione delle paste<br />

collanti, cfr. Guiraud 1995, pp. 359-406.<br />

322 Plin. nat. 37.11 racconta come Pompeo Magno, dopo aver portato in processione trionfale, come<br />

parte del bottino, la dattilioteca sottratta a Mitridate, la offrì sul Campidoglio; Cesare ne dedicò sei nel tem-<br />

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