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291<br />

aquileia e il suo territorio<br />

È solo l’analisi del contesto, infatti, che permette di circoscrivere, tra le numerose competenze<br />

attribuite a Minerva, quella specificamente attestata ad Aquileia 1649 . In questa<br />

direzione si è mossa Federica Fontana che ha fornito una convincente lettura del culto<br />

praticato nel sacello di Minerva sull’altopiano carsico 1650 .<br />

L’area in cui si trovava il tempietto era, con molta probabilità, destinata a pascua<br />

publica per le greggi transumanti e, con molta probabilità, per le operazioni di prima<br />

lavatura della lana 1651 . È possibile che presso queste stationes di raccolta, fossero ospitati<br />

portitores (come il dedicante Agatho servus 1652 ) e servi di societates publicanorum, preposti<br />

al controllo dell’ager scriptuarius. Benché la scriptura non fosse legata alla transumanza<br />

degli armenti, è certo che il pagamento della stessa era controllato, per ragioni di praticità,<br />

proprio in zone di passaggio 1653 . Non è remota l’ipotesi che artigiani e servi impiegati<br />

sull’altopiano carsico venerassero una divinità legata anche alle attività silvo-pastorali e<br />

alle procedure di transazione. La Minerva aquileiese, dunque, non sembrerebbe legata a<br />

fenomeni di interpretatio bensì a forme di culto tipiche dell’area centro-italica.<br />

A dirimere qualsiasi dubbio circa la natura del culto di Minerva ad Aquileia, sarebbero<br />

anche alcune dediche di età imperiale, in cui la divinità è perlopiù definita<br />

Augusta e, in un caso, Victrix. Ma a contribuire alla definizione della natura del culto<br />

tributato a Minerva ad Aquileia in età imperiale, si pone una interessante iscrizione 1654 ,<br />

1649 Cfr. Scheid 2010, p. 17: «il suo ruolo si divide tra le tecniche della memoria (da cui sembra venire<br />

il suo nome) e quelle dell’artigianato, dalla tessitura all’arte della medicina passando per tutti i mestieri, ma<br />

a fianco di Giove e Giunone essa appartiene anche alle divinità sovrane del popolo romano». E soprattutto:<br />

«noi possediamo poche fonti puntuali per conoscere il modo di agire proprio della Minerva italica e si può<br />

discutere senza fine su queste suggestioni che ci privano dell’essenziale: un contesto preciso. Tanto più che<br />

non c’è mai stata una Minerva ‘italica’, né una religione italica universale. Ci sono state, certamente, secondo<br />

le varie regioni, culture religiose comuni, ma i pantheon e le figure divine erano legati ai differenti popoli<br />

e città. È su questo punto che lo studio archeologico preciso di un luogo di culto alla dea offre informazioni<br />

inestimabili, che le fonti letterarie e soprattutto la speculazione fenomenologica moderna non possono<br />

fornire. Poiché la ricerca archeologica cerca i dati là dove essi si trovano, in una città, nella storia di questa<br />

città e in un punto preciso del territorio di questa città, e non li deforma».<br />

1650 Fontana 1997a, pp. 121-124, 278.<br />

1651 Lo si desume dalle caratteristiche paesaggistiche e da un passo di Mart. 8.28.7-8.<br />

1652 Si veda Fontana 1997a, p. 119. Tra le varie proposte di integrazione del nomen la studiosa propone<br />

Decius L. l. Agatho, in considerazione del fatto che presso il santuario di Minerva a Breno esiste una dedica a<br />

Minerva da parte di un individuo della gens Decia, considerato di origine aquileiese, su cui Gregori 2010b,<br />

p. 188, n. 1.<br />

1653 Fontana 1997a, pp. 122-123.<br />

1654 CIL V, 8251, InscrAq 569, Pais 117, AE 1995, 573, CIL V, 8289, Pais 122, InscrAq 672: L(ucio)<br />

Domitio Epaphrod[ito] / et M(arco) Livio Terti[o] / dec(urionibus) in colleg(io) fab[r(um)] / [co]lleg(ium)<br />

incrementoru[m] / [c]ultorum Minerva[e] / ex aere conlato meren[t(ibus)] / l(ocus) d(atus) d(ecreto) d(ecurionum)<br />

// L(ucius) Domitius Epaphroditus decurio in col[leg(io) fabr(um)] / is anno primo magisteri sui imaginem<br />

ar[genteam] / cum base et hasta pro parte dimidia coll(egio) fa[br(um) dedit] / isdem pridie Nonas Iulias ad mare<br />

euntibus p[an(em) et vin(um) et?] / pernas IX et cibaris aeris octonos d[edit].

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