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Da ultimo, Matteo Cadario ha suggerito che il tipo statuario con mantello poggiato<br />

sulla spalla sia riferibile non solo ad Apollo ma anche a «Giove ‘giovane’, venerato in<br />

ambito latino e centro italico e spesso identificato con quel Veiove al cui aiuto L. Furius<br />

Purpurio attribuì nel 200 a.C. il suo successo cremonese contro i Galli Boi» 563 .<br />

È in effetti noto che, in occasione dell’imminente battaglia contro i Galli che avevano<br />

raso al suolo Piacenza e che minacciavano Cremona, il pretore L. Furius Purpurio votò a<br />

Veiove un tempio identificato, malgrado il racconto liviano sia piuttosto confuso 564 , con<br />

i resti individuati inter duos lucos tra l’Arx e il Capitolium 565 .<br />

L’ipotesi di Cadario presuppone, quindi, che L. Furius Purpurio fosse artefice di un<br />

doppio atto evergetico: la dedica di un tempio di Veiove a Roma e di uno a Cremona,<br />

similmente a M. Aemilius Lepidus, al quale sono legati il restauro del tempio di Apollo<br />

Medico, nel corso della censura del 179 a.C., e la costruzione del tempio di Apollo e<br />

Luna a Luni, di cui fu uno dei triumviri fondatori.<br />

Uno sdoppiamento di luoghi sacri è stato proposto, in area nord-adriatica, anche<br />

per Aquileia, con il tempio di Monastero, dedicato ad Apollo e Borea da C. Claudius<br />

Pulcher 566 .<br />

Il fenomeno, dunque, è troppo limitato per trarne considerazioni generali.<br />

Nelle due colonie, inoltre, le divinità ‘ufficiali’ Apollo, Artemis e Dioniso sembrerebbero<br />

associate o, in alcuni casi, assimilate alle divinità epicoriche, quali Borea e Timavus<br />

ad Aquileia e Luna/Artemis a Luna 567 : un processo simile potrebbe aver riguardato, per<br />

analogia, anche i culti di Cremona. Di questo, però, non si ha alcuna testimonianza.<br />

Anche osservazioni iconografiche invitano ad una maggiore cautela. In occasione<br />

degli scavi condotti da Antonio Maria Colini nell’area del tempio di Veiove, fu rinvenuta<br />

una statua colossale in marmo, giudicata opera di età tardo-repubblicana o flavia, che<br />

doveva essere verosimilmente la statua di culto collocata sul podio della cella del tempio<br />

568 . Malgrado questo fortunatissimo rinvenimento, ancora incerta è l’iconografia di<br />

563 Cadario 2008, p. 170.<br />

564 Liv. 31.21.12: Id ubi vidit praetor, ut et ipse dilataret aciem, duas legiones ex subsidiis dextra laevaque<br />

alae quae in prima acie pugnabat circumdat aedemque Diiovi vovit, si eo die hostes fudisset; Liv. 34.53.7: Et in<br />

insula Iovis aedem C. Servilius duumvir dedicavit: vota erat sex annis ante Gallico bello ab L. Furio Purpurione<br />

praetore, ab eodem postea consule locata; Liv. 35.41.8: Aedes duae Iovis eo anno in Capitolio dedicatae sunt;<br />

voverat L. Furius Purpurio praetor Gallico bello unam, alteram consul; dedicavit Q. Marcius Ralla duumvir.<br />

565 Il tempio di Veiove si trovava nell’insenatura tra l’Arce e il Campidoglio, tra il Tabularium e l’Asylum;<br />

votato da L. Furius Purpurio, dedicato da Q. Marcius Ralla, fu ricostruito contemporaneamente al Tabularium.<br />

Domiziano provvide, in seguito, a restaurare il tempio probabilmente danneggiato dagli eventi del 65<br />

d.C., cfr. Vitr. 4.8.4, Colini 1942, pp. 5-55.<br />

566 2 CIL I , 2503, Fontana 1997a, pp. 200-201, con bibliografia precedente.<br />

567 Cfr. Fontana 1997a, p. 280.<br />

568 Colini 1942, pp. 14-18, fig. 15, tav. D; La Rocca 1995, p. 24, figg. 7-12. Per una datazione all’età<br />

antonina su modello ellenistico, cfr. Cocchi Ercolani 1968, p. 119, nt. 23. Plinio il Vecchio attesta che<br />

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