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oggetto d’indagine subì a nord/ovest l’insediamento della tribù dei Cenomani nell’area<br />

compresa tra l’Adige o il Mincio e l’Oglio o l’Adda 22 , sia da nord/est, con l’affermazione,<br />

a danno dei Veneti, di tribù appartenenti alla grande famiglia dei Carni nella regione<br />

friulana 23 .<br />

In conclusione, quindi, all’avvento dei Romani, il quadro etnico 24 era costituito da<br />

Cenomani, tra Oglio e Mincio, Veneti, tra Mincio e Livenza (o Tagliamento) 25 , Carni<br />

nell’alto e medio Friuli (più oscura, dal punto di vista del popolamento, la situazione<br />

del basso Friuli), Istri, attestati nel Carso triestino e nella penisola istriana 26 , dal Timavo<br />

la rottura degli equilibri preesistenti del mondo italico. La crisi provocò, inevitabilmente, lo sfaldamento<br />

delle reti di scambio commerciale e l’arrivo di nuove popolazioni celtiche, portatrici della cosiddetta civiltà<br />

lateniana. Lungi dal ritenere che «un tranquillo Golasecca» sia potuto «soccombere ad un bellicoso La Tène»<br />

(Ardovino 1998, p. 40) è necessario considerare che gli abitanti della pianura erano già in parte Celti, come<br />

indicherebbero le fonti antiche e come confermerebbero le testimonianze archeologiche. La presenza di cultura<br />

celtica in quella di Golasecca è accertata in Lombardia, Grassi 1998, p. 84. Secondo Ardovino 1998,<br />

p. 41, non vi fu cesura linguistica e culturale tra i primi Celti insediati in area padana e quelli d’Oltralpe: la<br />

crisi del V secolo a.C. avrebbe portato, quindi, a rinsaldare tali legami. Sulla presenza celtica pre-lateniana<br />

in area veneta e friulana, cfr. Bandelli 2001, pp. 16-18. Sul passaggio dalla cultura di Golasecca a quella<br />

lateniana, De Marinis 2001, pp. 345-348. Non si trattò, inoltre, di una ‘invasione’ tout court, bensì di più<br />

ondate migratorie. Le nuove etnie insediatesi nella penisola italica sono elencante, anche se con prospettive<br />

diverse, da Polibio e da Livio: gli Insubri e i Cenomani a nord del Po, i Boi, i Lingoni e i Sénoni tra il Po e<br />

gli Appennini fino all’Adriatico, gli Anari/Anamari nell’Oltrepo Pavese e i Levi e i Marici nella Lomellina<br />

tra Ticino-Sesia e Po, ma considerati di etnia mista, celto-ligure. Secondo Daniele Vitali, la descrizione<br />

di queste etnie punta prevalentemente ai popoli leaders e non a quelli minori, clienti e tributari di questi.<br />

Una fonte importante sul tema sarebbe il Periplo dello Pseudo-Scilace, che elenca tutte le genti sotto il cui<br />

controllo ricadevano le coste dell’Adriatico, cfr. Vitali 2004, pp. 316-317. Sulla questione cronologica, cfr.<br />

Bandelli 1988b, pp. 509-510. Ardovino 1998, pp. 38, 41, considera problematicamente le dinamiche<br />

di insediamento dei Celti in Italia settentrionale come un quadro in divenire, ancora non del tutto chiaro.<br />

Analoghe considerazioni sono proposte da Vitali 2004, pp. 318-319.<br />

22 Valvo 1997a, pp. 3-14, Bonini 1998, pp. 91-96, Bonini 1999, pp. 71-87.<br />

23 Sui Celti in Friuli, cfr. per le fonti letterarie Càssola 1979, pp. 83-112 e, in generale, sull’argomento<br />

Bandelli 1985a, p. 9, con ricca bibliografia a nt. 9. Il tema è stato oggetto di un vivo interesse soprattutto<br />

negli ultimi anni, cfr. Celti in Carnia 2001, Echi della terra 2002, Echi della terra, Atti 2002, Celti in Friuli<br />

I 2001, cc. 369-480, Càssola 2001a, pp. 319-323, Buora 2001a, pp. 151-185, Mainardis 2001a, pp.<br />

55-69, Vitri 2001b, pp. 19-50, Righi 2001, pp. 141-149, Celti in Friuli II 2002, cc. 577-670, Celti in<br />

Friuli III 2003, cc. 661-744, Celti in Friuli IV 2004, cc. 553-582. Sui Carni Rossi 1992, pp. 161-166,<br />

Rossi 1996, pp. 268-278, Vedaldi Iasbez 1994, pp. 229-239, Bandelli 2001, pp. 22-23, Bandelli<br />

2004c, passim.<br />

24 Cfr. zaccaria 2009a, pp. 80-81, zaccaria 2009b, p. 74, fig. 1a.<br />

25 Il territorio è attribuito concordemente ai Veneti fino al corso del Tagliamento o anche fino alle foci<br />

del Timavo dove passava il confine con gli Istri, cfr. Malnati 1996, p. 3, Càssola Guida 1989a, p. 623.<br />

Secondo Capuis 1993, p. 19, un’area ambigua di popolamento tra Veneti e Carni era posta presso il Tagliamento.<br />

Sulla difficoltà di definire i confini tra Carni e Veneti cfr. anche Vitri 2001a, p. 43.<br />

26 Ancora problematica la pertinenza etnica degli Istri. Sull’intera questione, cfr. Bandelli 1985a, p. 8,<br />

con bibliografia a nt. 7. Cfr., inoltre, Crevatin 1991a, pp. 75-77, Crevatin 1991b, pp. 185-186, Crevatin<br />

2001, pp. 115-125.<br />

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