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cole sculture a soggetto sacro erano poste nei giardini, nelle nicchie dei muri, utilizzate<br />

come ermette sulle balaustre o come sostegni per i tavoli.<br />

Analoghe considerazioni si possono avanzare per sculture di grandi dimensioni 301 ,<br />

come il gruppo fittile, raffigurante Ercole e Polifemo, dal ninfeo della villa tardo-repubblicana<br />

di Tortoreto; esso è stato considerato appartenente al frontone di una cappella, per<br />

una sorta di associazione spontanea con gli edifici sacri, in realtà tutta da dimostrare 302 .<br />

Particolare attenzione è da porre nell’analisi interpretativa della plastica fittile, architettonica<br />

e votiva, considerata uno degli indicatori più validi della presenza di un luogo<br />

di culto. Questi materiali, però, sarebbero stati impiegati anche in altri contesti, come<br />

è stato efficacemente dimostrato da Olivier de Cazanove almeno per la Regio III augustea<br />

303 . Se in area medio-italica la decorazione architettonica fittile, prerogativa templare<br />

tra IV e I secolo a.C., appare anche in edifici pubblici e in residenze private solo in età<br />

sillana 304 , in Lucania la documentazione archeologica mostrerebbe, invece, una precoce<br />

diffusione della plastica fittile architettonica, ispirata a modelli ‘del sacro’, in luoghi ‘non<br />

sacri’. A Serra del Vaglio alcune dimore, costruite tra VI e V secolo a.C., appaiono dotate<br />

di una ricca decorazione coroplastica policroma: «simas à feuilles doriques (Blattstabsima),<br />

simas ajourées, ‘simas-chéneaux’, antéfixes à têtes féminines ou à têtes de Gorgones,<br />

ces dernières représentées par une douzaine de types différents» 305 . Nel IV secolo<br />

a.C. il sistema decorativo diviene più semplice: le antefisse semi-circolari sono decorate<br />

da una semplice palmetta. I confronti tipologici della plastica architettonica di Serra del<br />

Vaglio sono stati ricercati nelle ‘Blattstabsima’ del tempio arcaico di Siris-Heracleia, nelle<br />

‘simas ajourées’ e nelle antefisse con gorgoneion del tempio E e di quello D di Metaponto.<br />

L’adozione di tali modelli è stata definita una «citation hors-contexte du décor sacré<br />

grec» 306 . Un caso ancor più emblematico è quello della villa rustica di Moltone di Tolve,<br />

sviluppatasi tra il IV e il II secolo a.C. Il contesto ha restituito parte della decorazione<br />

fittile del settore residenziale dell’edificio, databile intorno al III secolo a.C.: le antefisse<br />

conformate a testa di Pan, di Menade, acroteri raffiguranti ovini e bovini, etc. rimandano,<br />

anche in questo caso, a tipi diffusi nella decorazione fittile templare. Nell’area a<br />

nord dell’edificio fu, inoltre, recuperato un piccolo gruppo di statuette in terracotta,<br />

tipologicamente affini ad esemplari provenienti da contesti sacri, come il santuario di<br />

Mefitis a Rossano di Vaglio. Le fonti documentarie del sito sono, dunque, talmente am-<br />

301 Sulla statuaria nelle ville di età imperiale cfr., fra gli altri, Brusini 2006, pp. 309-321, con bibliografia.<br />

302 Ulisse 1996, pp. 201-219, p. 210, n. 2. de Cazanove 1997, p. 165, nt. 51.<br />

303 de Cazanove 1997, pp. 160-169, de Cazanove 2000b, p. 32.<br />

304 Strazzulla 1981, pp. 187-201, Cfr., però, Coarelli 1994, pp. 93-108 a proposito di due fregi<br />

da Fregellae.<br />

305 de Cazanove 1997, p. 161.<br />

306 de Cazanove 1997, p. 162.<br />

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