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Per quanto di sicuro interesse, questi dati non consentono di trarre conclusioni né<br />

sull’effettiva esistenza di un luogo di culto né di conseguenza sulla sua natura.<br />

Oltre a ciò, suscita qualche perplessità che si possa dedurre da una bonifica a pali verticali<br />

e travi orizzontali, disposti secondo un orientamento ortogonale, l’indizio di una<br />

«evidente pianificazione del villaggio», simile a quella riscontrata in area veneta 1417 . Un<br />

esempio per tutti: ad Oderzo sono state individuate una strada larga almeno otto metri,<br />

che percorreva l’abitato in senso nord-ovest/sud-est, databile già dall’VIII secolo a.C., e<br />

un’altra ad essa perpendicolare, dello stesso periodo 1418 . Così pure la ridotta superficie<br />

d’abitato messa in luce (20 mq), non è in alcun modo sufficiente per proporre credibili<br />

confronti con la ben più ampia estensione degli abitati veneti 1419 : Este, più di cento ettari,<br />

Oderzo almeno cinquanta, l’abitato protostorico di Concordia quaranta, Montereale<br />

Valcellina, identificabile con la Caelina plininiana, venti ettari 1420 .<br />

Tanto meno, quindi, si può proporre sulla base di un numero limitato di bronzetti,<br />

per i quali peraltro non è certa la funzione votiva, l’esistenza di luoghi di culto a vocazione<br />

emporica del tipo altinate 1421 .<br />

Vale la pena ricordare quanto specificato dagli stessi editori del contesto dell’ex Essicatoio:<br />

«le modalità con le quali il nuovo centro si sovrappose al preesistente villaggio<br />

indigeno, per il quale la continuità di vita fino alla fondazione del 181 a.C., per quanto<br />

assai probabile, dev’essere ancora accertata in maniera inoppugnabile» 1422 .<br />

Anche se non esistono testimonianze sufficienti per presupporre l’esistenza di un<br />

abitato preromano paragonabile ai centri protostorici ricordati, è, tuttavia, indubbio che<br />

l’area fu oggetto di frequentazione di influenza venetica 1423 . Al sostrato etnico veneto<br />

si sarebbero in parte sovrapposti, tra il IV e il III secolo a.C., secondo modalità non<br />

1417 Cfr., tra gli altri, Tiussi 2002-2003, pp. 18-19, Maselli Scotti 2004, p. 34, Maselli Scotti<br />

2009, p. 5.<br />

1418 Si veda Balista, Ruta Serafini 1996, p. 104.<br />

1419 Tiussi 2002-2003, p. 18.<br />

1420 Bandelli 1999, pp. 286-287. Si veda, inoltre, Càssola Guida 1996, p. 317: «Nessun insediamento,<br />

per quanto fiorente ed ampio (come Udine, Montereale e Palse) raggiunse uno stadio di sviluppo<br />

confrontabile con le ‘protocittà’ del Veneto».<br />

1421 Tiussi 2002-2003, pp. 23-24.<br />

1422 Maselli Scotti, Mandruzzato, Tiussi 2009, p. 277. Si vedano, in proposito, anche le osservazioni<br />

di Bandelli 2009a, pp. 104-105, pur accettando «l’esistenza di un insediamento protostorico nell’area<br />

della futura colonia», osserva che i dati «non consentono, peraltro, di stabilire con esattezza quali fossero,<br />

tra la fine del III secolo a.C. e l’inizio del II, la fisionomia etno-culturale di questa comunità di frontiera tra<br />

Veneti, Carni e Istri e la consistenza quantitativa dei suoi commerci».<br />

1423 Lo stesso toponimo Aquileia sarebbe di origine venetica, Prosdocimi 1986, p. 19, Prosdocimi<br />

1988, pp. 314-316, 403-404, Marinetti 1999b, p. 394. Documenti epigrafici in lingua e alfabeto venetici<br />

sono stati rinvenuti a Montereale Valcellina, Palse di Porcia, Pozzuolo, Sevegliano, Torviscosa, Marano Lagunare,<br />

Ovaro, San Pietro in Osoppo, Verzegnis, zuglio, Marinetti 1999b, nn. 48-56.<br />

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