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nell’atteggiamento da adottare nei confronti della crescente ingerenza romana 953 . L’avvenimento<br />

fu di importanza non secondaria, tanto che, secondo una parte della critica,<br />

esso diede origine ad un conteggio degli anni secondo un’èra cittadina 954 . Non solo. La<br />

risoluzione del conflitto è stata riconosciuta da alcuni studiosi come occasione ideale per<br />

l’introduzione a Patavium del culto alla dea Concordia e del sacerdozio dei Concordiales.<br />

A prescindere dalle conseguenze dell’intervento di Lepidus, anche per quanto concerne<br />

la sfera del sacro, è evidente che il ricorso all’autorità di Roma per la risoluzione<br />

di contese locali e la forza dimostrata dal magistrato 955 non lasciano dubbi sulla volontà<br />

del governo romano di stabilire, intorno al II secolo a.C., un controllo permanente nel<br />

Venetorum angulus 956 .<br />

riduzione della Cisalpina a territorio provinciale, status che avrebbe fatto rientrare di diritto tra i compiti<br />

istituzionali di un proconsole l’intervento del 174 a.C. di M. Amilius Lepidus; la notizia liviana sarebbe<br />

indicativa di «una già instaurata sovranità o, più probabilmente, di un più rigido protettorato romano». Per<br />

Buchi 2002a, p. 76, si tratterebbe di «una preminenza effettiva, anche se forse non ancora formalizzata, di<br />

Roma sul popolo veneto». Secondo Gabba 1983, p. 43, invece, l’intervento di Roma sarebbe legittimo, in<br />

quanto «certamente previsto nel foedus fra Roma e Patavium». Ad un intervento previsto dalle clausole di<br />

un foedus pensa anche Calderazzo 1998, pp. 37-41. Capozza 1987, pp. 19-20, inoltre, avanza l’ipotesi di<br />

un rapporto di amicitia tra le due comunità, che avrebbe determinato un intervento militare di Patavium<br />

solo in casi eccezionali e avrebbe previsto la possibilità di un ricorso a Roma per contese interne ed esterne.<br />

Sull’episodio si vedano, inoltre, Cracco Ruggini 1987, p. 211, Buchi 1989, p. 196, Galsterer 1991, p.<br />

178, Bandelli 1992, p. 32, Buchi 1993, pp. 20-21, Buchi 2000, pp. 49-50, Sartori 1994, p. 13.<br />

953 Sartori 1981, p. 108, Capozza 1987, pp. 17-19, Bandelli 1992, p. 32, Buchi 1993, p. 20, Calderazzo<br />

1998, pp. 30, 41, Braccesi, Coppola 2002, p. 20, Buchi 2002a, pp. 74-75.<br />

954 Harris 1977, pp. 283-293, Sartori 1981, p. 109, Linderski 1983, pp. 227-232, Capozza 1987,<br />

p. 18, Linderski 1992, pp. 55-76, Coppola 2000, pp. 15-16, Braccesi, Coppola 2002, p. 22, zaghetto<br />

2005, p. 100, nt. 135. Contra Cracco Ruggini 1987, p. 211, Buchi 1993, pp. 20-21, Buchi 2000, p.<br />

50, ritengono che l’episodio abbia segnato una svolta politica di grande rilevanza ma non tale da introdurre<br />

una nuova èra. Dello stesso parere anche Silvio Panciera che ritiene l’episodio poco consono alla nascita di<br />

un conteggio annuale locale e considera possibile l’avvio di tale prassi solo in seguito ad un mutamento istituzionale<br />

importante. Lo studioso, attraverso una verifica di dati epigrafici, archeologici, storico-antiquari,<br />

propone come momento possibile per l’adozione dell’èra locale l’89 a.C., cfr. Panciera 2003b, pp. 190-<br />

197, Panciera 2006, pp. 951-963. Concordano con questa proposta, Bandelli 2007a, p. 22, Cresci<br />

Marrone 2009a, p. 131.<br />

955 Eloquente in questo senso il termine comprimeret adottato da Livio e presente anche in altri passi,<br />

come, ad esempio, Liv. 2.3.23, Liv. 26.2.10 o Liv. 26.7.40.<br />

956 Di questa politica è un chiaro riflesso anche la costruzione di importanti direttrici stradali, il percorso<br />

di molte delle quali interessò anche Patavium. Molti dubbi sussistono sulla cosiddetta via Aemilia,<br />

attribuita a M. Aemilius Lepidus, che avrebbe congiunto Bononia con Aquileia. La via Annia, attribuibile<br />

a T. Annius Luscus, console del 153 a.C., piuttosto che a T. Annius Rufus, cos. del 131 a.C., giungeva a Patavium<br />

da sud, attraversava la città fiancheggiando il fiume, per poi dirigersi, superato il ponte ‘Altinate’,<br />

verso Altinum, Concordia e Aquileia. Presso l’attuale ponte Molino doveva uscire la strada di raccordo con la<br />

Postumia, diretta a Vicetia. A nord dell’abitato si diramavano tre strade, una verso l’Altopiano di Asiago, una<br />

verso la Valsugana e, infine, la via Aurelia, tracciata intorno al 74 a.C., da C. Aurelius Cotta, in direzione di<br />

Acelum. La bibliografia sul tema è vasta, cfr., a titolo esemplificativo, Bosio 1981c, pp. 231-234, 239-243,<br />

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