21.06.2013 Views

cover-Murgia_ 2013.pdf - OpenstarTs

cover-Murgia_ 2013.pdf - OpenstarTs

cover-Murgia_ 2013.pdf - OpenstarTs

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

‘romanizzazione’, come in modo provocatorio è stato osservato, è un fenomeno nei fatti<br />

impossibile 58 e tanto meno circoscrivibile cronologicamente.<br />

Queste osservazioni metodologiche si rivelano indispensabili tanto più se ci si chiede<br />

se la religio, fu ‘strumento’ 59 o espressione di una avvenuta ‘romanizzazione’ 60 .<br />

Cresci Marrone 1997, pp. 122-131. Anna Marinetti considera il periodo compreso tra il II e il I secolo<br />

a.C. come «interessato dalla transizione alla romanizzazione», Marinetti 1999a, p. 77.<br />

58 Galsterer 1991, p. 168; cfr. anche Giardina 1994, pp. 1-89, Giardina 1997. Non si vuole in<br />

questo modo negare la categoria di ‘romanizzazione’ ma esclusivamente porre l’accento sugli aspetti problematici<br />

legati al processo di acculturazione. Cfr., in proposito, la recente messa a punto sul tema, con particolare<br />

riferimento alle teorie revisioniste degli ultimi anni (Alcock 2001, p. 227, van Dommelen 2001, p.<br />

80, Merryweather, Prag 2002, pp. 8-10, Hingley 2005, p. 2, van Dommelen, Terrenato 2007, p. 8,<br />

nt. 2), proposta da Bandelli 2009b, pp. 29-49. Per un elenco di nuove espressioni in luogo di ‘romanizzazione’,<br />

Alföldy 2005, p. 26 e, in particolare, per la categoria di ‘métissage’, Le Roux 2006, pp. 159-166.<br />

59 È stato osservato che il conferimento della cittadinanza romana a tutti gli Italici e, in seguito, a tutti<br />

gli uomini liberi dell’Impero ebbe come diretta conseguenza l’affiancamento ai culti privati e locali della<br />

religio romana: ciò che appare significativo è che a essere imposta non fu una dottrina, «i Romani non praticavano<br />

alcuna forma di attività ‘missionaria’», bensì degli atti e dei rituali, Scheid 2008a, pp. 70, 72-73.<br />

È verosimile che, benché l’ ‘obbligo’ di adesione alla religione romana intervenisse solo con la concessione<br />

della civitas, le comunità latine della Transpadana mantenessero le proprie tradizioni cultuali anche prima<br />

dell’emanazione della Lex Iulia del 90 a.C. A proposito della «municipalizzazione dei culti d’Italia», Olivier<br />

de Cazanove pone, poi, particolare attenzione alla deditio che prevedeva che «tutte le cose divine e umane»,<br />

tra cui «acqua, cippi di confine, templi, beni mobili», fossero ceduti in piena proprietà al popolo romano, de<br />

Cazanove 1993, pp. 10-12. Cfr., inoltre, le osservazioni di Hartmut Galsterer secondo il quale: «sacrificare<br />

a Giove non faceva un uomo nuovo, un Romano», Galsterer 2009, p. 25.<br />

60 La stessa ambiguità caratterizza anche la dimensione ‘culturale’ entro la quale possono rientrare, per<br />

esempio, l’alfabetizzazione, la disponibilità al bilinguismo, l’assunzione del complesso modello onomastico<br />

romano, il cambiamento della ritualità funeraria, la diffusione di merci centro-italiche, l’adozione, ed eventuale<br />

rielaborazione, di modelli artistici mediati dall’urbe. Per Sena Chiesa 2000, p. 205, la romanizzazione può<br />

essere definita fenomeno culturale e commerciale, prima che politico e di effettiva dominazione del territorio.<br />

Sui problemi linguistici e onomastici, Alföldy 1966, pp. 37-57, zaccaria 1991a, pp. 189-200, Gregori<br />

1994, pp. 225-243, Marinetti 2008a, pp. 147-169, Bandelli 2009b, pp. 45-46. Sui linguaggi artistici di<br />

matrice ellenistica, cfr., a titolo esemplificativo, Cavalieri Manasse 1977, pp. 145-164, Cavalieri Manasse<br />

1978, Strazzulla 1987a, Strazzulla 1987b, pp. 151-164, Denti 1989, pp. 9-26, Verzár Bass 1990, pp.<br />

367-388, Denti 1991a, Denti 1991b, Cavalieri Manasse 2002, pp. 95-116, Coarelli 2003, pp. 55-62,<br />

Bandelli 2004d, pp. 82-83, Denti 2004, pp. 233-266, Verzár Bass 2005, pp. 35-69, Bandelli 2009b, pp.<br />

43-44. Sul rituale funerario e, in particolare, sul processo di integrazione tra Veneti, Celti e Romani avvertibile<br />

nella ritualità funeraria di Padova, Este ed Altino, cfr. Gambacurta 1999a, pp. 97-120, Capuis 2009, pp. 183-<br />

192, Gambacurta 2009, pp. 39-65. Sulla cultura materiale, cfr. Brecciaroli Taborelli 1988 che, attraverso<br />

lo studio della ceramica a vernice nera, ricostruisce percorsi e vie di romanizzazione nella Transpadana occidentale.<br />

Cfr. Buora 2009, p. 289 che considera «il corpus della vernice nera» come «uno dei primi indicatori,<br />

datanti, della romanizzazione». Lo studioso propone, poi, il caso delle coppe in ceramica grigia, ricondotta ad<br />

un’origine venetica, ma nella quale convivono elementi della tradizione protostorica e di forme proprie della<br />

produzione romana, Buora 2009, pp. 283-284, 289. Riserve sulla diffusione della terra sigillata come indicatore<br />

di romanizzazione sono espresse da Galsterer 1991, p. 168 e da Ardovino 1998, p. 42. Hartmut Galsterer<br />

ha, inoltre, segnalato che lungo il limes renano sono state rinvenute molte anfore contenenti birra al posto del<br />

vino o del garum a testimonianza di uso ‘non romano’ di un recipiente romano, Galsterer 2009, p. 25.<br />

16

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!