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icordato come, già in un periodo compreso tra XIII e XII secolo a.C., l’area transpadana<br />

orientale sia stata caratterizzata da un’unità culturale da cui restavano escluse la Lombardia<br />

occidentale, il Piemonte, la Liguria 12 . Tra XII e IX secolo a.C. 13 comincia a definirsi e<br />

diffondersi una facies etnica e culturale, di lingua indoeuropea, nota come civiltà ‘veneta’<br />

o ‘venetica’ 14 . In tale orizzonte cronologico si collocano invece su altri fronti le culture di<br />

Golasecca, nella zona compresa tra Lombardia occidentale, Piemonte orientale e Canton<br />

Ticino 15 , e di Villanova, a Bologna e Verucchio e diffusa più ampiamente nell’area<br />

etrusca tra Tevere, Arno e Tirreno 16 . Tra VII e VI secolo a.C. si registra l’espansione transpadana<br />

degli Etruschi, presenti, in area emiliana, veneta e nel mantovano, dove prende<br />

vita un consistente fenomeno emporico 17 .<br />

A distinguere le varie ‘culture’ sono anche le forme di insediamento: in ambito veneto,<br />

infatti, si formano insediamenti ‘protourbani’, se non vere e proprie ‘protocittà’ con<br />

un numero sempre maggiore di centri satellite nell’‘agro’ 18 , mentre in area golasecchiana<br />

Si è, inoltre, riconosciuta una ‘celticità’ linguistica anteriore al IV secolo a.C., ovvero prima delle note<br />

migrazioni, caratterizzante l’ambito culturale golasecchiano. Si sono definite, con maggiore precisione, le<br />

popolazioni accomunate da un’unica realtà archeologica (quella di Golasecca), ma alle quali erano attribuiti<br />

nomi diversi (Liguri, Leponzi, Celti).<br />

12 Capuis 1998, p. 100.<br />

13 Malnati 2002a, p. 66. Si veda anche Bandelli 1985a, pp. 7-8 che propone il IX secolo a.C., Fogolari<br />

1996, p. 20 che pone come inizio ‘storico’ della civiltà veneta l’VIII secolo a.C.<br />

14 Superate ormai le definizioni convenzionali di civiltà ‘atestina’ e ‘paleoveneta’, Capuis 1998, p. 100,<br />

Ardovino 1998, p. 37. Tra i numerosi contributi sui Veneti, cfr. Fogolari 1984, pp. 661-692, Veneti<br />

antichi 1988, Capuis 1993, Fogolari 1996, pp. 19-23, Capuis 1998, pp. 100-104, Malnati 2002a, pp.<br />

65-72, Veneti 2003, Ruta Serafini 2004, pp. 277-283, Veneti antichi. Novità 2008.<br />

15 Sulla cultura golasecchiana, cfr. de Marinis 1991a, pp. 93-102, de Marinis 1997, pp. 10-41,<br />

Binaghi 2000, pp. 58-64, Sassatelli 2000, pp. 50-57, de Marinis 2004, pp. 293-303, Gambari 2004,<br />

pp. 305-313.<br />

16 Su Verucchio, cfr. von Eles 2004, pp. 259-261 con bibliografia precedente.<br />

17 Sulla presenza etrusca a nord del Po e sul ruolo svolto dagli Etruschi nei confronti dell’area celtica e<br />

veneta, cfr. Capuis 1991, pp. 1199-1211, con particolare riferimento ai culti, Capuis 1992, pp. 27-44, Capuis<br />

1993, pp. 175-181, 197-236, Adam et alii 1995, pp. 180-195, Aigner-Foresti 1995, pp. 158-167,<br />

Kruta 1995, pp. 206-213, Malnati 2000, p. 13, Principi etruschi 2000, Valvo 2003, pp. 13-22, Malnati<br />

2004, pp. 249-258, Sassatelli 2004, pp. 263-276, Capuis 2009, pp. 193-194. Sulla funzione ‘ellenizzante’<br />

degli Etruschi in area padana, cfr. Torelli 1998, pp. 29-30. Su Bagnolo San Vito, cfr. Bandelli 1985a,<br />

p. 9, nt. 8, con bibliografia precedente, de Marinis 1990, pp. 38-40, de Marinis 1991b, pp. 75-85, de<br />

Marinis 1991c, pp. 237-259, de Marinis et alii 1995, pp. 534-549. Mantova, estrema sopravvivenza<br />

dell’Etruria padana, sembra subire un’eclissi in seguito all’ascesa di Cremona, cfr. Storia della Lombardia<br />

2001, p. 33.<br />

18 Secondo alcuni la cultura venetica, al pari di quella di Golasecca, non raggiunse lo stadio urbano,<br />

se non dalla fine del VI secolo a.C. con l’apporto decisivo degli Etruschi, Negroni Catacchio, Giorgi,<br />

Martinelli 1983, p. 33: il territorio a nord del Po «avrebbe raggiunto la soglia della civiltà urbana, sotto<br />

l’influenza etrusca», Bandelli 1990, pp. 251-252, con bibliografia precedente. Un apporto decisivo all’argomento<br />

è stato dato da recenti ricerche archeologiche. Per l’ambito venetico si è dimostrato, infatti, che<br />

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